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MILANO | Galleria Gruppo Credito Valtellinese | 27 marzo – 27 aprile 2013

di MATTEO GALBIATI

Nel breve periodo compreso tra il 1962 e il 1963 – inizio di una stagione di grandi cambiamenti – a Milano, metropoli epicentro dei movimenti e delle rivoluzioni dei linguaggi artistici, fu attivo un gruppo di artisti che, dopo la grande stagione dell’Informale che aveva da poco esaurito la sua forza più propositiva caratterizzante il decennio precedente e ormai spenta nella retorica delle proprie proposte, individuava nell’analisi dell’elemento minimo del segno simbolico il mezzo per un’analisi e un reciproco confronto su una pittura che si ponesse quale valore espressivo-scritturale. Lo sperimentalismo segnico del dipingere di Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Angelo Verga e Arturo Vermi (c’era anche Raffaele Menster ma abbandonò prestissimo il gruppo) li aveva quindi sollecitati verso una visione condivisa e li aveva raggruppati nell’assai breve storia del Gruppo del Cenobio. Questo sodalizio, autogestito per essere fuori dalla “dittatura dei mercanti”, le cui vicende si svolsero in un arco temporale davvero contenuto, rappresentò, per la coeva realtà milanese, l’unico gruppo che si mosse nella direzione della ricerca segnica, adottando scelte che si mettevano in contrapposizione con le voci dell’arte oggettuale, cinetica, programmata e pop che stavano, a quel tempo, affermando i propri linguaggi e le proprie posizioni.
Il Gruppo del Cenobio – nome che avevano assunto dalla galleria milanese il Cenobio che fu di Cesare Nova e Rina Majoli – è tornano di nuovo protagonista a Milano grazie a questa importante mostracurata con rigore da Luciano Caramel – nella quale si vuole riportare la giusta attenzione storico-critica sulle attività e le ricerche promosse da questi cinque artisti. L’attenta selezione e scelta delle opere vuole ripercorrere, partendo proprio dall’esperienza storica dell’anno e mezzo circa che li ha visti uniti, i sentieri articolati e intrecciati che da quella prima fase comune hanno poi segnato, negli anni a venire, la storia, la poetica e le ricerche di ciascuno di loro. L’allestimento asseconda tale lettura: da una parte, ad accogliere lo spettatore, troviamo le opere degli anni ‘60, quelle dei momenti della comune condivisione e delle esperienze espositive promosse come Gruppo del Cenobio. Dall’altra, invece, si testimonia per ciascuno di loro, in modo ben distinto, le fasi seguenti della ricerca che gli artisti hanno maturato in autonomia, lasciando sviluppare quegli aspetti che, negli anni del Cenobio come efficaci prodromi, avevano iniziato solamente ad esplorare; anche in questo caso la scelta dei lavori è meticolosa e, in taluni casi, ricorre anche ad opere di recentissima esecuzione. Correda, infine, la mostra un ricco e significativo repertorio di materiali d’archivio – pubblicazioni, manifesti, inviti, articoli, fotografie… – che accompagnano e stimolano la visita dello spettatore nella conoscenza e nella scoperta del Gruppo.

L’importanza espressiva delle loro ricerche, incentrate proprio sul segno, privilegiato protagonista di un’indagine linguistica, lessicale, teorica, operativa, si rileva dal carattere libero del loro pensiero che non li ha mai vincolati su posizioni assolute ma che ha aperto la loro visione alla semplificazione di ogni sollecitazione provenisse dal mondo tangibile secondo principi di riduzione simbolica essenziale ed elementare. Quella del Gruppo del Cenobio fu una voce aperta e libera, non intransigente, nel contesto della pittura astratta, che in loro diventa narrazione viva e carica di sentimento, dove la realtà particolare è in divenire, in cambiamento costante e progressivo. Le loro opere sono vere e proprie liriche, poesie esternate con la forma semplice e contenuta di segni-simboli immediati nell’evidenza di una complessa semplicità.
Un sodalizio fugace quello del Gruppo del Cenobio, che ha lasciato un’impronta davvero determinante, ma non sufficientemente riconosciuta e considerata. Questa mostra, la prima dal carattere così organico, iniziando a dare un significativo – e giusto – contributo e riconoscimento, vuole essere un punto fermo negli studi di questo Gruppo.

Nel segno del segno. Dopo l’Informale. Il Gruppo del Cenobio
a cura di Luciano Caramel

27 marzo – 27 aprile 2013

Galleria Gruppo Credito Valtellinese
Corso Magenta 59, Milano

Orari: da martedì-venerdì 15.00-19.00, sabato 10.00-18.00. Chiuso domenica e lunedì
Ingresso libero

Info: +39 02 48008015
www.creval.it

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