ASTI | Fondazione Piras | 11 ottobre – 30 novembre 2014
Ha inaugurato sabato presso la Fondazione Piras, Fondo Giov-Anna Piras di Asti la mostra Dadamaino 1930-2004 che, in collaborazione con Archivio Dadamaino e Sotheby’s, a dieci anni dalla morte, restituisce un significativo omaggio all’artista (Eduarda Maino 1930-2004) con una grande retrospettiva. Suddivisa in sei sezioni (Volumi e volumi a moduli sfasati; La ricerca ottico-cinetica: i Componibili, Ricerca del colore, Superfici volumi, Cromorilievi; L’inconscio razionale, L’alfabeto della mente; I fatti della vita (Biennale di Venezia 1980)); Dagli Interludi a Seind und zeit; Il movimento delle cose (Biennale di Venezia 1990)) questa mostra, curata da Paolo Campiglio, raccoglie, nei 1500 metri quadrati dello spazio espositivo, un’ottantina opere dell’artista milanese che vanno a comporre il tracciato di un impegnato percorso quarantennale che Dadamaino ha spesso seguito nella solitudine di una ricerca che si è mantenuta lontana dai clamori del sistema dell’arte.
Oggi il suo lavoro deve essere studiato con una rinnovata attenzione critica, guardando ad un linguaggio che, dalla fine degli anni Cinquanta, si è mosso attorno ai temi della visione, della percezione del colore, dell’immaterialità, di una nuova nozione di tempo e di spazio. Le sue scritture portano alla definizione di un segno che diventa calligramma di un alfabeto non scritturale che sottolinea quelle interrogazioni che hanno costellato la lunga indagine dedicata da Dadamaino all’ambiguità del vedere, alla concretezza del fare, all’idea di lavoro programmato. Temi che ne rendono ancora attuale e determinante la sua riflessione nel panorama artistico contemporaneo.
Ad Asti lo spettatore percorre le differenti fasi di tutta la sua produzione che si possono suddividere in due momenti, consequenziali e ben definiti, due periodi principali che ne riassumono il tracciato creativo. Il primo si origina nel contesto delle Neoavanguardie e si lega alle esperienze di Lucio Fontana e Piero Manzoni per condurre alle considerazioni sulla complementarità del colore. Dadamaino mette in discussione, riformulandole, le origini e la sintassi dei meccanismi visivi agendo sulla tela o elaborando quelle immagini ottiche e costruttive che, dagli anni Sessanta alla prima metà degli anni Settanta, ne hanno segnato la pratica.
Nella seconda fase, conservando il suo caratteristico approccio radicale, la sua attenzione si rivolge alle categorie di tempo e di spazio quando, rinnovata, la sua forma “segnica” pare diventare una speciale scrittura. L’Alfabeto della mente e I Fatti della vita sono esempi di serie di lavori che, dalla seconda metà degli anni Settanta, Dadamaino ha indirizzato verso una grafia che si fa traccia sospesa tra la scrittura e il segno di un percorso. Con poche e minime varianti Dadamaino ha impiegato questa “scrittura” anche nelle opere successive fino all’ultima sua fase creativa quando approda a lavori che sono vere e proprie installazioni ambientali (come nella celebre sala personale alla Biennale di Venezia del 1980 con I fatti della vita e del 1990 con Il movimento delle cose). Dopo l’antologica di Asti una selezione di queste opere sarà presentata in una seconda tappa presso le sedi di Sotheby’s a Milano e Londra.
Dadamaino 1930-2004 a cura di Paolo Campiglio catalogo con testi di Flaminio Gualdoni, Paolo Campiglio apparati a cura di Cristina Celario in collaborazione con Archivio Dadamaino, Sotheby’s
11 ottobre – 30 novembre 2014
Fondazione Piras Fondo Giov-Anna Piras per l’arte contemporanea e la fotografia via Brofferio 80, Asti
Orari: da lunedì a sabato 10.00-12.30 e 15.30-19.00; domenica chiuso Ingresso libero
e
Sotheby’s 31 St. George Street, Londra (Inghilterra)
20 novembre 2014 – 16 gennaio 2015
Info: +39 0141 352111 info@fondopiras.com www.fondazionegiovannapiras.com