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MILANO | Fondazione Il Lazzaretto | 9-12 novembre 2023

Intervista a GIANNI MORETTI e CHIARA RONZONI di Nicoletta Biglietti 

Fondazione Il Lazzaretto, in chiusura del lavoro annuale sulla relazione tra corpo, incontro e monumento, propone un laboratorio volto ad approfondire il percorso di un incontro possibile/impossibile con chi non è più presente nella nostra vita. Abbiamo approfondito con Gianni Moretti, ideatore dell’intervento con Chiara Ronzoni, le varie fasi di Come se fossimo nuovi, intenso e coinvolgente progetto che, curato da Lisa Parola, rientra nel palinsesto di eventi che la Fondazione milanese ha deciso di dedicare, per il biennio 2022-23, al tema di Ragione e Sentimento:

Durante la VI edizione del Festival della Peste è stato presentato l’intervento Come se fossimo nuovi. Da quali premesse nasce la Vostra opera?
La Fondazione Il Lazzaretto è impegnata sin dal 2014 nell’ideazione di progetti culturali partecipati e, soprattutto, all’insegna della sperimentazione; la fondazione organizza da sei anni un Festival, chiamato Festival della peste, nel quale converge il risultato dei singoli progetti che si sono sviluppati nel corso dell’annualità.Quest’anno, in particolare, la Fondazione ha deciso di affidare tutta la programmazione dell’anno a me e a Chiara Ronzoni – psicoterapeuta con oltre dieci anni di esperienza nell’ambito del sociale – improntando la tematica sulle varie sfaccettature del concetto “Ragione e sentimento”; una tematica che abbiamo indagato, approfondito ed espresso soprattutto nel versante dell’incontro il corpo e con il concetto del monumento.
Negli scorsi mesi Chiara ed io abbaiamo organizzato degli incontri alla Fondazione Il Lazzaretto – chiamati VIRUS! – durante i quali abbiamo conosciuto artisti, videomaker e professionisti che hanno indagato tematiche affini sia al corpo che al monumento; ad esempio nel caso della Proiezione del film Stonebreakers (2022) e del successivo dibattito che è stato organizzato alla presenza del regista Valerio Ciriaci, si è riflettuto sul rapporto tra Storia e lotta politica in un’America che, mai come oggi, è chiamata a fare i conti con il proprio passato; oppure i due incontri sul tema del corpo – Il tuo corpo è un luogo sicuro? – che avevano l’obbiettivo di sviluppare e comprendere le sensazioni di sicurezza all’interno delle interazioni sociali.
Successivamente a questi incontri – e intrecciando arte e psicologia – abbiamo deciso di lavorare sul territorio, realizzando il nostro intervento d’arte partecipata nelle vasche della fontana di via Benedetto Marcello, collocata oggi in quella che era la porta d’uscita (Porta Brutta) dell’antico Lazzaretto di Milano; una porta che se da un lato rappresenta il lasciare e l’abbandonare qualcosa o qualcuno – che sia una persona, una stanza o un’ambiente – per contro rappresenta anche un’apertura, un nuovo inizio. Guardo la stanza in cui mi trovo, quello che mi lascio alle spalle, e in quell’esatto momento sono conscio che, una volta chiusa dietro di me quella porta, potrò accedere ad una nuova stanza, ad un nuovo spazio, generativo ed emotivo.
Il titolo del nostro intervento, infatti, Come se fossimo nuovi, nasce da questa necessità di immaginare la fine come l’apertura verso un nuovo inizio. Un processo trasformativo che parte da un senso di mancanza e di vuoto per arrivare a un pieno, alla generazione di qualcosa.

Gianni Moretti, Chiara Ronzoni. Come se fossimo nuovi, Fondazione Il Lazzaretto, Milano Foto © Benedetta Manzi

In che cosa consiste l’intervento?
All’interno delle quattro vasche adiacenti alla porta abbiamo inserito quattrocento lacrime in ceramica blu, pezzi unici, numerati e realizzati a mano dalla ceramista Claudia Barana – ranaba.
Ai fruitori abbiamo poi chiesto uno scambio, o meglio un dono: le persone potevano prelevare una delle lacrime presenti nella vasca a patto che la trasformassero in una parola, in una frase o in un pensiero; qualcosa che risuonasse dentro di loro quando si pensa alla separazione e alla mancanza.
Questi concetti potevano essere lasciati “in dono”, appunto, grazie a dei device collocati nelle vicinanze dell’intervento e che i ragazzi del secondo anno del biennio specialistico del corso di Pittura della LABA – Libera Accademia di Belle Arti di Brescia – consegnavano ai fruitori; dei device nei quali “confidare” il pensiero che si intendeva lasciare in cambio di una lacrima. Un momento così intimo e delicato, che avveniva però in uno spazio pubblico.
Il progetto prevede anche una seconda fase, prevista nella primavera del 2024. Le voci che sono state raccolte verranno tradotte in forma scritta e poi incise su frammenti di ceramica dello stesso colore delle lacrime e quindi nuovamente immerse nell’acqua; qui potranno giacere oppure essere raccolte dai passanti, spostate, messe in tasca o in borsa e portate altrove. Un’opera nomade, dunque, che continuerà a vivere in tempi e modi che non possiamo prevedere.

Gianni Moretti, Chiara Ronzoni. Come se fossimo nuovi, Fondazione Il Lazzaretto, Milano Foto © Benedetta Manzi

Da cosa nasce il desiderio di affrontare una tematica tanto delicata e personale come quella del “lasciar andare”?
Diciamo che è stato un bisogno personale, mio e di Chiara. Abbiamo dedicato questo intervento a due persone che sono state molto importanti nelle nostre vite ma che purtroppo non ne fanno più parte.
La nostra “urgenza” iniziale era quella di esprimere un bisogno estremamente personale, ma poi – da una situazione molto intima e personale – ci siamo poi resi conto che è una dimensione che appartiene a chiunque.
È stato molto interessante notare come ogni persona che si è relazionata a questo progetto ne abbia dato un’interpretazione e una declinazione personale. Alcuni hanno salutato parti di sé, altri un luogo o una dimensione che non gli appartiene più.
Una declinazione tanto intima, quanto collettiva. Un atto apparentemente semplice, quello di trasformare una lacrima in una parola, che in realtà darà il via ad altre trasformazioni. Trasformazioni che sia l’autore del messaggio che noi autori dell’opera non controlleremo più, ma trasformazioni nelle quali sempre permarrà una parte di tutti noi.

Gianni Moretti, Chiara Ronzoni. Come se fossimo nuovi, Fondazione Il Lazzaretto, Milano Foto © Benedetta Manzi

Gianni Moretti, Chiara Ronzoni. Come se fossimo nuovi
a cura di Lisa Parola
un progetto di Fondazione Il Lazzaretto

con il patrocinio di Comune di Milano
la promozione e condivisione di questo intervento è possibile grazie al coinvolgimento degli studenti e studentesse del Biennio del corso di Pittura della LABA, Libera Accademia di Belle Arti di Brescia

9-12 novembre 2023

Fondazione Il Lazzaretto 
Via Lazzaretto 15, Milano

Info: +39 02 45370810
info@illazzaretto.com
www.illazzaretto.com

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