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MILANO | Pirelli HangarBicocca | 23 febbraio – 30 luglio 2023

di MATTEO GALBIATI

Credo che, troppo spesso, gli addetti ai lavori, nei loro commentari, abbiano la pretesa di ingabbiare la ricerca di un artista in uno stilema facilmente determinabile che taluni definiscono “stile”, altri “metodo”, altri ancora “linguaggio”. In questo desiderio di decodifica identitaria finiscono con l’attribuire quelle etichette di “riconoscibilità”, facili e retoriche, che semplificano a tal punto il messaggio estetico-artistico da renderlo sì comunicabile, ma disarticolato nel suo senso (sempre che sia presente!) più profondo. Lo riducono a prodotto di consumo.

Gian Maria Tosatti. “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Ci si “aspetta” che l’artista faccia o dica qualcosa di certo; che ripeta il copione assegnatogli; che reciti la parte concordata e, come accadeva per i giullari di corte, intrattenga il pubblico dando quella parte di sé per noi rassicurante nell’abitudine ideale con cui ce lo hanno – o si è – sempre offerto. Deve essere riconoscibile, nonostante e oltre tutte le ipocrisie del caso. Accettiamo che ci stupisca, ma non possiamo ammettere che ci lasci smarriti davanti alle sue opere, sospesi nella vertigine di apparenti incongruenze che aprono, però, alle riflessioni che contano davvero.
E così capita che alcuni (ben più di pochi) abbiano dovuto rivedere le proprie aspettative quando, entrando nei grandi spazi di Pirelli HangarBicocca di Milano, si aspettavano da Gian Maria Tosatti qualcosa che corrispondesse alla magnificenza in lui già sperimentata. Soprattutto dopo il recente intervento per il Padiglione Italia. Si aspettavano da lui una presenza installativa, percorribile, ambientale, centrata sullo spazio, che rilevasse l’adattabilità propria del suo essere site-specific rispetto ai volumi estesi del luogo. Forse in scala ancora più grande di quanto visto a Venezia. “Perché qui si fa così, perché lui è così, …”. Ebbene sono rimasti a bocca asciutta e la sorpresa è stata quella di ritrovare lo sguardo a dover dibattere con la pittura. Da artista intelligente (perché colto) e capace (perché consapevole dei suoi mezzi) ha saputo emancipare ulteriormente il suo sguardo indagatore e lo ha indirizzato (e il nostro di conseguenza) verso altre direzioni. Imboccando strade di riflessione diverse. Su questo essere diverse la sua proposta diventa divisiva, perché i Soloni, che erano già pronti a pontificarne preventivamente l’azione preconcetta, qui si perdono e i loro dubbi elevano e scoprono l’incapacità di guardare dentro alla vera proposta dell’artista. Al nucleo incandescente della sua prosa.

Gian Maria Tosatti. “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Decadono le parole ovvie e, capendo di non conoscerlo davvero, devono o fare ammenda e interrogarsi ulteriormente, oppure scaricare come pretestuose e presuntuose queste opere. Dall’altra parte chi rimane coinvolto e interessato dal suo lavoro e, disinteressandosi dell’apparenza, cerca di affrontarne con umiltà – la stessa con cui Tosatti si offre conscio del ruolo che ha nella società come artista – la ricerca di senso. E certo non ha bisogno di avere un segno di riconoscimento. Accoglie e approfondisce quanto dato.
La personale milanese NOw/here, curata da Vicente Todolí, è così l’ennesimo esercizio di coscienza e conoscenza cui si/ci sottopone Tosatti che scava dentro noi, nelle nostre memorie, sollecitando le sinapsi sensibili dell’animo e dell’intelletto: è, una volta di più, un progetto strumento del suo repertorio formale che, nell’incontro con la “sconosciuta” dimensione pittorica, rovescia i canoni della realtà e dell’immaginazione, ossimori che dal principio agitano la narrazione offerta dalla stessa Pittura.
Allora, pur parlando in questo caso di lavori di grandi dimensioni ma che restano volutamente sottodimensionati rispetto al luogo, non ha bisogno di stra-fare Tosatti e si “limita” a due serie di opere che sono monumentalmente inserite negli spazi di Pirelli HangarBicocca. La serie NOw/here (dieci opere a grafite e carboncino su tela) e la serie Ritratti (quattro pannelli in ferro dipinti in oro e ruggine) portano la pittura a sospendersi nel luogo, a susseguirsi in una moderna quadreria tesa tra oblio e speranza. In un connubio ir-risolto nei propri contrasti, quello difficilissimo di sensibilizzarci e darci consapevolezza del nostro essere al e nel mondo. Il suo è un continuo passaggio tra opposte tensioni che, nel bene o nel male, ci determinano.

Gian Maria Tosatti, NOw/here #008 (particolare), veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Qui Tosatti sa essere se stesso affrontando la “sfida” con una prova muscolare nella forma, ma soprattutto nella sostanza della riflessione: sempre colto e impegnato, sa, in questo caso, connettersi all’altro con un registro interpretativo doppio che mai perde il filo logico del racconto presente. Racconto che permane come testimonianza del nuovo capitolo del suo romanzo artistico. Tosatti nella personale milanese sa essere struggente e intenso rompendo in mille cocci lo specchio abituale della pittura e noi, incapaci di guardare oltre la superficie delle immagini, subito non riusciamo (più) a riconoscerci. Tosatti, con la coerente lungimiranza che lo contraddistingue, ce lo dice senza rassicurazioni, ma ci lascia ugualmente alcune tracce da seguire con la schietta fiducia nel prodigio di quella conoscenza che dobbiamo, banalmente, recuperare dentro e fuori da noi.
Ritratti e paesaggi senza i contorni ovvi della figura tangibile costringono a comprendere, a guardare dentro e dietro all’apparizione dettata dalla materia sulla superficie. I suoi dipinti infrangono e abbattono quella quotidianità da cui l’immagine, nell’oggi, è ormai predata, consunta, svilita. Cerca nelle sostanze e nelle loro visioni quei lacerti di memorie cui dobbiamo appellarci per ottenere la nostra dimensione spazio-temporale e da qui ricavare anche quella storica, culturale, economica, sociale… Dentro quelle non-immagini c’è la sostanza del nostro essere; l’essenza, con attenzione al domani, di quanto siamo stati e siamo diventati. Sono sindoni di emozioni e pensieri, di aspettative e sogni. Quel qualcosa di atteso non verificatosi si trasforma, diventa rinascita e, solo se lo si vuole realmente, si comprende più facilmente di quel che ci si aspetti. Senza perdere più la guida dell’orientamento già labile del nostro sentimento.

Gian Maria Tosatti. “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

L’intenzione procedurale di Tosatti è allora la medesima, è diverso solo il suo apparire formale: rompendo la convenzione del suo atteso approccio, disallinea la sua storia e il suo tempo nell’arte perché gli preme di più essere fedele alla missione importante del suo stesso essere artista e intellettuale. Ci parla attraverso una pittura densa di richiami, di rimandi, di echi il cui prorompere rutilante necessita della speranza di un equilibrio tra il significante e significato dell’immagine cui oggi tanto ci appelliamo.
Nel gioco di parole ambiguo del titolo, abbiamo la libertà del suo pensiero che ci dice che tutto accade qui e adesso, ovunque e da nessuna parte: senza l’orpello di inutili déjà-vu Tosatti è e fa Tosatti. Compie ancora il rito del suo ruolo di artista la cui intelligente sensibilità è messa, senza intellettualismi né banalità, al nostro servizio. È, una volta di più, impegnato a cercare di ritrovare il Nord della nostra consapevolezza riequilibrando la bussola dissestata delle nostre improprie insicurezze, delle nostre fragili certezze. In questa mostra il consumato deflagrare delle sue immagini ricolloca i lacerti di un altro e differente possibile pensare.

Gian Maria Tosatti, Ritratto #004, veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Del resto il percorso del suo pensiero segue, lungimirante, traiettorie che sono sempre state libere, ma indissolubilmente legate alla cronaca e al destino dell’uomo. Tosatti è fedele alla propria intuizione e all’intima coerenza operativa di essere commentatore del nostro tempo, che è poi il suo medesimo. Non è mai distante da dove le cose e i fatti avvengono. È testimone oculare di umanità. Qui è la coerenza che, certo non necessita del mezzuccio  della ripetizione assuefatta di un modello preconfezionato, ma si rigenera come fenice dalle ceneri di quanto ad oggi compiuto.
Quindi accogliamo la sua pittura senza reticenze perché l’interrogazione vera è se riusciamo a guardarci ancora nel suo specchio rotto e di quanto di esso rimane. Tosatti rompe l’incanto proprio frangendolo quello specchio e allora, alla fine, è logico e doveroso chiedersi, se questa sua pittura non l’abbiamo capita, non ne cogliamo il senso sopraffatti dai dubbi, se è perché non vi riconosciamo Tosatti ed è lui il colpevole, oppure se è il nostro sguardo che, forse, deve ritrovare il coraggio per rintracciare noi stessi e seguire la libertà di quel pensiero che conquista la ragione vera di una nuova conoscenza e una nuova coscienza? Beni questi così preziosi che Tosatti, tanto coerentemente, li insegue ed esegue in ogni sua “diversa” prova.

Gian Maria Tosatti. NOw/here
a cura di Vicente Todolí
luci di Pasquali Mari
catalogo Marsilio Editore

23 febbraio – 30 luglio 2023

Pirelli HangarBicocca
via Chiese 2, Milano, Milano

Orari: da giovedì a domenica 10.30-20.30
Ingresso gratuito

Info: +39 02 6611 1573
info@hangarbicocca.org
www.hangarbicocca.org

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