BOLOGNA | Palazzo Bevilacqua Ariosti | 26 – 30 gennaio 2017
Intervista a OLIVIA SPATOLA di Luisa Castellini
Cinque secoli fa ospitava alcune sedute preparatorie del Concilio di Trento. Oggi è ancora una residenza privata, della famiglia Bevilacqua, che una crescente passione per il contemporaneo ha condotto a ospitare mostre temporanee in occasione di Arte Fiera. Il quadriportico e lo straordinario Salone del Concilio sono gli ambienti con cui si sono misurati in questi anni gli artisti invitati dalle curatrici, Olivia Spatola ed Eli Sassoli de’ Bianchi. «Nel corso delle varie edizioni, abbiamo affidato gli spazi sia ad artisti con capacità tecnologiche in grado di creare eventi multimediali molto visibili anche dall’esterno, sia ad artisti con una visione più intimistica o giocata sul piano sociale. È stato interessante vedere come differenti modalità possano adattarsi a spazi così caratterizzati storicamente e non gestibili con allestimenti convenzionali» racconta Olivia Spatola per introdurci agli interventi di quest’anno, affidati a Fabio Giampietro e Vincenzo Marsiglia.
Fabio Giampietro e Vincenzo Marsiglia, quale sintonia tra le loro ricerche?
Fabio Giampietro e Vincenzo Marsiglia sono artisti della stessa generazione, accumunati a livello espressivo da una modalità operativa che, partendo dalle tradizionali tecniche pittoriche o scultoree, li ha portati a risultati molto innovativi nell’ambito delle ricerche multimediali. L’interattività con il pubblico è un altro elemento chiave di entrambi i lavori. Fabio Giampietro e Vincenzo Marsiglia spingono la loro ricerca a uscire dalla cornice del quadro per andare nello spazio e viceversa, a portare lo spettatore nello spazio virtuale del mondo digitale.
Il progetto di Giampietro approda a Bologna dopo il successo a Palazzo Reale a Milano, qual è la sua forza?
La forza di questo progetto è data dal trasportare lo spettatore, tramite la realtà virtuale, dentro l’opera d’arte: una grande tela dipinta a olio di dieci metri. Fabio Giampietro parte, infatti, da una pittura in bianco e nero fortemente caratterizzata da vertiginose prospettive urbane. Il progetto Hyper planes of Symultaneity, ideato per Palazzo Reale, si avvale di un secondo punto di forza, ovvero l’adattamento della sua pittura a uno spazio 3D navigabile grazie agli occhiali Oculus Rift.
Le iperboliche e vertiginose vedute aeree di futuristiche città, vengono qui amplificate percettivamente tramite la complessità di un progetto multimediale che vede l’accostamento della tradizionale tecnica pittorica alla più innovativa metodologia di realtà virtuale. Il progetto si sviluppa attraverso due elementi in dialogo tra loro. Il primo, quello fisico, è costituito da una tela autoportante semicurva, in cui l’artista ha dipinto, in bianco e nero, la veduta aerea di una città immaginaria, su differenti piani prospettici simultanei. I piani iperbolici della visione multipla risultano essere amplificati e distorti dalla curvatura della tela che rende l’opera una sorta di “spazio percorribile e immersivo” entro al quale lo spettatore viene avvolto. Il secondo elemento parte dall’idea futurista di porre lo spettatore al centro del quadro entrando illusoriamente nello spazio dell’opera per esserne avvolto a trecentosessanta gradi.
In che modo si articola, giocando su più livelli, l’intervento di Vincenzo Marsiglia?
Vincenzo Marsiglia ha sviluppato un progetto nello spazio esterno del quadriportico. Analogamente a Giampietro, il suo lavoro è composto da un doppio registro in cui si relazionano opere realizzate con materiali e tecniche tradizionali ad altre assolutamente innovative giocate sull’interattività e la luce digitale dei proiettori.
L’installazione Riflessione interattiva, formata da alcune tende digitali collocate nelle arcate del quadriportico, rappresenta simbolicamente un varco di accesso alla coscienza individuale. Dall’altro lato del chiostro, le installazioni orizzontali, collocate a terra, in marmo, ardesia e ceramica, sono materiche, ieratiche e modulari, e seguono il solco della storia e della tradizione. Il sincretismo tra passato e futuro si esplica sia nella perfetta integrazione e dialogo tra le antiche volte del quadriportico rinascimentale e gli “apparati effimeri” della concezione artistica, sia nella relazione tra i due differenti approcci con cui l’artista ha concepito le sue opere.
Oltre lo sguardo, la mostra impone al fruitore la partecipazione all’opera, senza compromessi. In che modo queste opere scrivono un nuovo capitolo nel modo di avvicinarsi all’opera d’arte?
La dicotomia espressiva presente in entrambi i progetti, che abbiamo individuato nel rapporto tra reale e virtuale, crea un dato unico nella compresenza di due modalità relazionali ben diverse. La prima modalità, grazie alle tecnologie interattive, è tesa ad assorbire lo spettatore nello spazio virtuale dell’opera, mentre la seconda è di ordine tradizionale. Questa doppia relazione è anche ripetuta e amplificata nel dialogo con le antiche architetture del palazzo, che si trasforma da contenitore a parte integrante delle opere.
Fabio Giampietro | Vincenzo Marsiglia
a cura di Eli Sassoli de’ Bianchi e Olivia Spatola
in collaborazione con Arianna Grava
26 – 30 gennaio 2017
Palazzo Bevilacqua Ariosti
Via D’Azeglio 31, Bologna
Info e orari:
Fabio Giampietro HYPER PLANES OF SIMULTANEITY
Salone del Concilio – visite su appuntamento Domenica 29 prenotandosi al numero: +39051230048
Vincenzo Marsiglia “INTERACTIVE ARCADE”
Chiostro – orari di visibilità: giovedì 26 e venerdì 27: ore 14.30/23.00; sabato 28: ore 14.30/18.30 – 21.30/24.00
; domenica 29: ore 14.30/20.00
www.palazzobevilacqua.it