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BILBAO (SPAGNA) | Museo Guggenheim Bilbao | 17 marzo – 3 settembre 2023

di MATTEO GALBIATI

Lo sguardo e l’animo di Oskar Kokoschka (1886–1980) furono specchio di un carattere instancabilmente nomade, desideroso di scoprire e inseguire nuove visioni del mondo attraverso un segno pittorico capace di adattarsi, di apprendere, di modificarsi continuamente. Del resto la pittura per lui è stata sempre uno strumento di evasione: agli esordi, dalla rigidità della società austriaca in cui era nato e, successivamente, mezzo di resistenza contro i totalitarismi, fino a diventare un vero e proprio impegno indirizzato ad un attivismo con cui catturare la profondità delle anime e la bellezza del mondo alla luce dell’interiorità unica ed esclusiva di ogni soggetto.

Oskar Kokoschka, Paisaje de Dolomitas, Tre Croci (Tre Croci – Dolomitenlandschaft), 1913, óleo sobre lienzo, 80 x 120.1 cm, Leopold Museum, Viena © Fondation Oskar Kokoschka, 2023, VEGAP, Bilbao

Se questa sua militanza pacifista e il suo dichiarato attivismo politico – fu tra i primi a sognare e prevedere il destino di un’Europa unita – trovarono modo per esprimersi con numerosissime e svariate attività che vanno dal teatro alla scrittura, il temperamento più risoluto e multiforme lo ebbe certamente come pittore. Dalla spregiudicatezza con cui ha saputo uscire e allontanarsi dal formalismo ormai virtuosistico dell’Art Nouveau degli anni giovanili, con cui ruppe con il sistema vigente, fino alle ultime opere che mostrano la sua capacità di rinnovamento continuo nei confronti dell’immagine pittorica che attesta come per lui la pittura sia testimonianza sempre sorgiva di un pensiero critico.
A questo protagonista assoluto dell’arte europea, la cui indole di enfant terrible riuscì a conservare in tutto l’arco della sua vita, il Museo Guggenheim di Bilbao dedica Oskar Kokoschka. Un ribelle di Vienna, una mostra che – con il ragguardevole comitato scientifico che ha seguito il progetto composto dagli studiosi Dieter Buchhart, Anna Karina Hofbauer, Fabrice Hergott e Fanny Schulmann – riesce, per completezza e ricchezza, sia per qualità e che quantità di opere, a raccontare tutta la forza espressiva di Kokoschka seguendolo proprio nelle fasi più importanti della sua esistenza.

Oskar Kokoschka, Tortugas gigantes (Riesenschildkröten), 1927, óleo sobre lienzo, 90.4 x 118.1 cm, Kunstmuseum Den Haag, La Haya, Países Bajos © Fondation Oskar Kokoschka, 2023, VEGAP, Bilbao

Riproponendo il successo riscosso presso il Musée d’Art Moderne di Parigi dove è stato presentato in precedenza, il percorso espositivo è, in questo senso, davvero totalizzante: non viene trascurato nessun aspetto relativo alla variazione continua dello statuto della pittura dell’artista e, sala dopo sala, questa immersione nei suoi volti, nei suoi paesaggi, in ciascuno dei suoi soggetti, fa acquisire al visitatore una famigliarità di osservazione che diventa vera e acquisita conoscenza della sua attitudine estetica.
Il nostro sguardo è catturato da un segno cromatico espresso attraverso l’energia di una pennellata che, pur riccamente variabile e variegata, è assolutamente caratteristica e connotante e, nonostante le motivazioni che la animano cambino nel tempo e assumano le sfumature delle intensità differenti delle sue verità, rimane epicentro di una pittura valida ancora oggi. L’efficacia perdurante della narrazione pittorica di Kokoschka e la sua capacità di motivarci e affascinarci anche al di là del suo tempo sono possibili perché sono calate in una sensibilità e in una convinzione il cui senso è radicato, autentico, essenziale. Tutte le opere sono testimonianza del valore vero della sua singolarità, valore che a molti pittori attuali manca, venendo meno quelle motivazioni irruente che ardono nel profondo.

Oskar Kokoschka, Autorretrato de un artista degenerado (Selbstbildnis eines “Entarteten Künstlers”), 1937, óleo sobre lienzo, 110 x 85 cm National Galleries of Scotland, En préstamo, colección particular © Fondation Oskar Kokoschka, 2023, VEGAP, Bilbao

L’ardore pittorico delle figure di Kokoschka, in questa grande e ricca mostra, emerge preponderante e si esprime e riversa nei rivoli squillanti dei suoi colori dove la pittura, fibrosa, sfilacciata, svelta, instabile, traduce un’intensa creatività attiva e agente, mai edulcorata e imbrigliata nella maniera di nessun formalismo. Impossibile citare e privilegiare un capolavoro rispetto ad un altro, la successione delle tappe della sua intensa biografia sono riassunte in capitoli che – Un enfant terrible a Vienna (1907–1916); Gli anni di Dresda (1916–1923); Viaggi (1923–1934); Resistenza a Praga (1934–1938); Esilio in Inghilterra (1938–1946); Un artista europeo in Svizzera (1946–1980) – suddividono e raggruppano fasi che hanno costituito sempre una svolta, un mutamento di registro del suo punto di vista. Posizioni queste che hanno trovato immediato riflesso nelle opere di quello stesso periodo. Tela dopo tela ci stupisce come si diradino le perplessità di giudizio rispetto ad una ricerca ribadita e ripetuta: si chiarifica, infatti, grazie a una mostra come questa, quanto il suo essere identificato come un “selvaggio” e un “ribelle” della pittura fosse pertinente alla sua idea primaria di inseguire con l’arte, in tutto il tempo che gli è stato concesso, non la volubilità della bellezza, bensì quell’autenticità spigolosa e scomoda che, dettata dagli aspetti più duri e reconditi, è però la verità essenziale dell’uomo e dell’esistenza in generale.

Oskar Kokoschka, Time, Gentlemen Please, 1971-1972, óleo sobre lienzo, 130 x 100 cm, Tate, adquirido en 1986 © Fondation Oskar Kokoschka, 2023, VEGAP, Bilbao

In questo senso, anche un po’ (piacevolmente) frastornati dall’opulenza e dalla completezza di un’esposizione di questo impegno – occasione storicamente importante per approfondire gli studi sull’artista – possiamo quasi dedurre una morale finale che, nel lascito artistico e soprattutto morale di Kokoschka – oltre i suoi tormentati aspetti biografici e la sua testimonianza entro i confini di un’epoca (o meglio in più epoche) – resta evidente il potenziale sovversivo della (sua) pittura che, se non slegata da quella verità che abbiamo visto essere il vero nucleo energetico motivante, rimane sempre un validissimo strumento rivoluzionario di emancipazione per il pensiero dell’uomo. Ogni tela, caricata positivamente di quell’urgenza di andare oltre, non è mai simulacro o feticcio fissato sulla parete di un museo, ma è una soglia, un confine sulla dimensione di conoscenze umanamente ancora tutte da conseguire.

Oskar Kokoschka. Un ribelle di Vienna
commissari Dieter Buchhart, Anna Karina Hofbauer, Fabrice Hergott, Fanny Schulmann
organizzata da Museo Guggenheim Bilbao e Musée d’Art Moderne de Paris, Paris Musées, Parigi
con il patrocinio di Fundación BBVA

17 marzo – 3 settembre 2023

Museo Guggenheim Bilbao
Avenida Abandoibarra 2, Bilbao (Spagna)

Orari: da martedì a domenica 10.00-19.00; in estate aperto tutti i giorni 10.00-20.00
Ingresso adulti €18.00 (online €16.00); studenti, pensionati e over 65 anni €9.00 (online €8.00); gratuito amici del Museo e under 18 anni; tariffe in funzione delle esposizioni

Info: +34 944 359000; +34 944 359080
informacion@guggenheim-bilbao.eus
www.guggenheim-bilbao.eus

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