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MILANO | Prometeogallery | 18  febbraio – 30 marzo 2015

intervista a DRIANT ZENELI di Ginevra Bria

Driant Zeneli (1983, Shkoder, Albania. Vive e lavora a Roma) il 18 febbraio inaugura una nuova personale milanese, sotto la supervisione e dunque negli spazi di Ida Pisani. In galleria, in via Ventura sarà presentata una trilogia di lavori, tra i quali: Don’t Look at The Sun While You’re Expecting to Cross It (2014), introdotto per la prima volta in questa occasione. Un lavoro prodotto da Vulcano, Unità di produzione contemporanea di Venezia. Poi sarà la volta di Some Say the Moon is Easy to Touch… (2011), proiezione presentata per la prima volta in occasione della partecipazione dell’artista alla 54esima Biennale di Venezia del 2011. E in ultimo sarà mostrata The Dream of Icarus Was to Make a Cloud (2009), opera vincitrice del premio Young European Artist Award Trieste Contemporanea (2009). I tre titoli incarnano tre azioni performative che l’artista promuove centrando tre obbiettivi prefissati e definibili come impossibili. Espoarte ha domandato all’artista di anticipare brevemente il proprio percorso milanese.

Driant Zeneli, The Dream of Icarus Was to Make a Cloud, 2009. Video, 4’05”. Courtesy the artist and prometeogallery di Ida Pisani, Milan-Lucca

Parlando della tua famiglia e del tuo contesto culturale quale tipologia di educazione visuale ed estetica hai ricevuto quando eri più giovane? Quali erano gli artisti che ti interessavano o ai quali ti sentivi di essere affine?
L’avvicinamento all’arte inizia guardando mio padre dipingere grandi ritratti, lavori che molto spesso raffiguravano i leader del Partito comunista albanese e io, come spesso fanno i bambini, cercavo di imitarlo. Probabilmente mio padre è stato il mio primo insegnante. A tredici anni ho frequentato lo studio di uno scultore di Scutari che mi insegnò il disegno classico. Da allora, fino alla conclusione dell’Accademia, per me studiare arte consisteva in parte nell’abbattere quei programmi didattici che non trovavo stimolanti e che spesso mi portavano alla noia.

Driant Zeneli, Some Say the Moon is Easy to Touch..., 2011. Video, 04'43''. Courtesy the artist and prometeogallery di Ida Pisani, Milan-Lucca

Potresti brevemente descrivere il tuo nuovo progetto When Dreams Become Necessity (2009-2014), che cosa significa per te e il tuo percorso artistico? Come descriveresti questa tipologia di iter in evoluzione?
Si tratta di tre azioni performative in cui cerco di raggiungere determinati obbiettivi comunemente percepiti come impossibili, come fare una nuvola, toccare la luna o attraversare il sole. Più che un progetto, definirei quest’opera un impegno o un desiderio che si trasforma in ossessione, come una lunga attesa alla ricerca dell’inutile, un inutile che alimenta progressivamente l’immaginazione ma anche la necessità di raggiungere obbiettivi prefissi. Mentre la conclusione della trilogia era in sé una tappa fondamentale, che doveva necessariamente concludersi per portarmi a pensare a nuovi e diversi lavori.

Driant Zeneli, Don't look at The Sun while expecting to Cross it, 2014_300_DPIPotresti brevemente descrivere il set metaforico che tu hai concepito per realizzare per When Dreams Become Necessity (2009-2014)? È possibile affermare che una trilogia contenga in sé un significato intrinseco?
When Dreams Become Necessity è una trilogia composta da tre video realizzati tra il 2009 e il 2014. Singolarmente o insieme, i tre lavori indagano la portata di alcuni tentativi performativi con l’obbiettivo di ridefinire l’idea di fallimento, utopia e sogno come momenti fondamentali per la costruzione di una possibile alternativa. La struttura di ciascun video è volutamente la stessa: l’attesa e la preparazione tecnica occupano quasi interamente la durata di ciascun video, risolvendosi rapidamente nel raggiungimento dell’obbiettivo e nel conseguente disfacimento, dissolvimento dell’illusione.

Quanto l’illusione nel tuo lavoro è connessa con l’attesa e con il ritardo, componenti collanti di una trilogia?
L’attesa, nei tre video, è fondamentale perché lo è stata anche nella fase di realizzazione dei tre tentativi. I fattori metereologici hanno allungato i tempi, facendo spesso slittare le date e causando non pochi imprevisti, incidendo a volte nella resa finale del lavoro e inducendomi a lavorare molto sul fattore casuale.
Il fatto è che più aspetti e più la mente pensa all’obbiettivo finale, ossessionandosene. In quel frangente l’illusione è ancora nascosta. Sebbene nel tentativo che compio, le cose non siano come sembrano, io forzo la mente a vedere quello che ho di fronte in maniera differente. Nell’illudere e nell’infrangere l’illusione, credo di restituire non solo la possibilità di sognare ma anche la possibilità di scegliere un’alternativa.

Qual è la tua definizione personale di felicità? Questo stadio coincide sempre con la pianificazione di obiettivi specifici?
La felicità ha durata limitata, una volta raggiunta, i tuoi obiettivi si spostano velocemente verso altre mete e ambiti. La felicità risiede in quell’attimo di cui, spesso, solo la memoria ti fa rendere conto della sua portata.

Driant Zeneli, Some Say the Moon is Easy to Touch..., 2011. Video, 04'43''. Courtesy the artist and prometeogallery di Ida Pisani, Milan-Lucca
Fra le location nelle quali hai girato i tuoi video ce n’è una che hai amato particolarmente e perché?
I tre video sono stati girati in tre luoghi differenti: il primo video è stato girato in Albania, a Valona, il secondo a Castel Franco Veneto mentre l’ultimo tra le Dolomiti Lucane, in Basilicata. In nessuno dei video il luogo diventa una vera e propria ambientazione anche se, in parte, tutti e tre i paesaggi hanno influito nella definizione del linguaggio visivo. Fra di essi, comunque, definirei il più suggestivo di tutti le Dolomiti Lucane.

Potresti svelare i tuoi programmi futuri?
Riuscire un giorno a lanciarmi dalla luna per toccare la terra.

Potresti formulare un pensiero, un desiderio che accompagni le tua prossima personale al pubblico di visitatori italiani?
Più che un augurio, avrei un suggerimento: don’t look at the sun while you’re expecting to cross it.

Driant Zeneli, Don’t Look at The Sun While You're Expecting to Cross It, 2014. HD video, color, sound, 04'39''. Courtesy prometeogallery di Ida Pisani, Milan-Lucca. Produced by Vulcano — Unità di produzione contemporanea

 Driant Zeneli. When Dreams Become Necessity – Trilogy (2009-2014)

18 febbraio – 30 marzo 2015
Inaugurazione 18 febbraio, ore 19.00

Prometeogallery
Via Ventura 3, Milano

Info: www.prometeogallery.com

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