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SOLIERA (MO) | Castello Campori | 17 ottobre – 10 gennaio 2020

di MATTEO GALBIATI

Si integrerà nell’affascinante quinta del centro storico di Soliera (MO), facendo così parte del paesaggio quotidiano del piccolo centro emiliano, il monumentale Obelisco per Cleopatra, scultura che il Comune ha ricevuto in comodato d’uso gratuito dallo stesso autore, Arnaldo Pomodoro (1926). Con i suoi 14 metri di altezza progettata in occasione della messinscena dell’opera La passione di Cleopatra di Ahmad Shawqi sui ruderi di Gibellina nel 1989, ma realizzata nella forma definitiva solo nel 2008 – quest’iconica presenza, che crea un ponte tra presente e passato definendo in modo chiaro i termini del linguaggio di Pomodoro, si impone allo sguardo con la sua carica simbolica tesa tra semplicità massima della forma e complessità del segno-gesto che ne marca le superfici, riuscendo, come per le altre sue sculture, a catalizzare l’attenzione dello spettatore con la sua incombente, pur silenziosa, presenza. L’Obelisco appartiene, in questo modo, naturalmente alla piazza, al suo vissuto, alla storia della comunità che l’accoglie, costituendo un momento di condivisione e riflessione esistenziale efficace ed attiva nell’esperienza e nella realtà della vita.

Arnaldo Pomodoro, Obelisco per Cleopatra, 1989-2008, corten e bronzo, 14 × 1.40 × 1.40 m, Piazza Lusvardi, Soliera (MO), ottobre 2020 Foto Studio Solierese

Questo vero e proprio monumento, particolarmente caro al maestro, è un graditissimo “dono” che accompagna la concomitante apertura della mostra Arnaldo Pomodoro. {sur}face che – visitata poco prima dell’ennesimo lockdown – è un suggestivo progetto realizzato dalla raffinata visione curatoriale di Lorenzo Respi che porta a Soliera la testimonianza di uno dei maggiori artisti contemporanei italiani di fama internazionale. In questa mostra, infatti, Respi, che da decenni conosce e collabora con Pomodoro, essendo anche membro del Comitato Scientifico della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, ha voluto pensare ad un progetto espositivo che raccontasse in un “altro modo” la visione dell’artista, la sua dinamica creativa, il suo sguardo interiore, riportando in superficie gli aspetti meno noti e i fondamenti più intimamente profondi della sua ricerca che prima che essere fissata indelebilmente nella concretezza della scultura è essenzialmente umana.
Come dichiarato, infatti, anche nel gioco di parole generato dalla scomposizione con la parentesi del sottotitolo (surface = superficie e face = volto) il Castello Campori accoglie, confermando la predisposizione ad ospitare grandi eventi legati alla cultura contemporanea, un progetto specifico che vuole risaltare prevalentemente la figura dell’uomo prima ancora che quella, più celebre e magari scontata, dell’artista.

Arnaldo Pomodoro ritratto con la maschera di Cesarione, in occasione della mostra “Visioni e maschere per La passione di Cleopatra” alla Galleria Franca Mancini di Pesaro, 1990 Foto Carlo Orsi

Il percorso espositivo, con un’attenta e mirata selezione di opere promuove un’immersione piena nella radice creativa di Pomodoro lasciando vibrare l’invisibile filo rosso che lega le opere degli anni Cinquanta come le iniziali e fondamentali esperienze nel mondo del teatro, per arrivare all’opera “totale” che è il labirinto presente nella ex-sede della Fondazione a Milano e che qui viene riproposta con un’esperienza di visita virtuale di particolare trasporto esperienziale.
I progetti per le scenografie, i costumi, le maschere teatrali fino ad arrivare alla scultura monumentale sono i sentori di un’instancabile lettura della verità delle cose, percepita ed agita nel tempo dalla mano dell’artista: entro la semplicità assoluta della forma-materia Pomodoro ha dibattuto con l’affermazione di un’energia nascosta che aveva la necessità di rilevarsi oltre l’epidermide dell’apparenza. Il suo agire si è mosso per cercare e svelare – ma anche occultare consapevolmente – la passione sensibile che sottace alla superficialità con cui si osserva la realtà. Il suo gesto è l’affermazione eclatante della vita nella storia, è la tangibile iscrizione del sentire della mente che si dichiara potente ai sensi.

Arnaldo Pomodoro. {sur}face, veduta della mostra, Castello Campori, Soliera (MO), Foto MAMA

Nelle sette sale espositive, che accolgono le due sezioni in cui si divide la mostra, come si diceva, abbiamo due polarità differenti che marcano il suo percorso: si inizia con la visionaria messinscena della già citata opera La passione di Cleopatra in cui si ha modo di rivedere i bellissimi costumi di scena originali accompagnati dai relativi disegni preparatori e dai bozzetti scenografici, completati infine dalle fotografie e dai video dello spettacolo. Qui emerge il tema del mito e della storia, il confronto con l’incarnazione della maschera che nasconde l’uomo e gli fa vivere altre dinamiche che possono ispirare la coscienza (e la conoscenza) della sua storia e delle sue vicende di vita. Pomodoro lascia immergere in una realtà che respira una dimensione che è oltre il tempo umano. In questo senso trova una necessaria controparte e conferma nella seconda parte che documenta la creazione di Ingresso nel labirinto (1995-2011), pensato e voluto dall’artista per i sotterranei dell’edificio ex Riva-Calzoni a Milano (ex sede della Fondazione Arnaldo Pomodoro): è un grande ambiente di 170 mq che diventa lo scrigno solenne, sintesi massima, del suo linguaggio, delle sue tensioni, del suo visionario viaggio nelle forme e nelle esperienze.

Arnaldo Pomodoro. {sur}face, veduta della mostra, Castello Campori, Soliera (MO), Foto MAMA

Non potendone ovviamente trasferire l’intera realizzazione, in mostra l’opera è documentata da una selezione di bozzetti preparatori e da sculture che, in bronzo o nello stesso fiberglass patinato con foglia di rame, su scala ridotta consegnano il rilievo concreto di quello che è conservato a Milano, inoltre, con Ingresso nel labirinto, studio (2011-2020), realizzato appositamente per questa occasione ed esposto per la prima volta proprio al Castello Campori, si ha una visione completa del labirinto con una scultura ridotta che lo presenta nella sua interezza.
Il percorso diventa ancor più partecipativo grazie a Labyr-Into, progetto basato sulla tecnologia Gear’VR’ e ‘Oculus’RifT, che, realizzato da Oliver Pavicevic e Steve Piccolo, grazie a due postazioni con relativi visori, trasporta il visitatore in una suggestiva visita del labirinto grazie ad un uso mirato e puntuale della realtà aumentata. Ricordiamo con piacere che l’uso di questa tecnologia è una delle prime applicazioni immersive proposte in Italia con un’applicazione di questo genere applicata all’arte contemporanea e la prima in assoluta per un’opera di Arnaldo Pomodoro.

Screenshot dell’esperienza multisensoriale in realtà virtuale “Labyr-Into. Dentro il labirinto di Arnaldo Pomodoro” di Oliver Pavicevic e Steve Piccolo

Respi, che sempre mostra un’attenzione particolare per accogliere un pubblico di ogni estrazione, rendendo i suoi progetti alla portata di tutti e di facile lettura per ogni tipologia di spettatore, ha voluto pensare anche ai più piccoli e per questo ha ideato una sezione ad “altezza di bambino” che offre supporti didattici audio, video, visite guidate e laboratori didattici realizzati in collaborazione con la Ludoteca “Il Mulino” di Soliera e curati dal Dipartimento Educativo della Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Arnaldo Pomodoro. {sur}face non delude le attese di chi ama il lavoro del maestro, svelandone quegli aspetti più intimi che arricchiscono l’empatia con cui si accoglie il suo segno scultoreo, ma nemmeno delude gli scettici che, magari data la notorietà del nome, si aspettano la classica mostra antologica dedicata al “grande nome”. La puntualità delle scelte e la volontà di essere concisi rispetto al tema portante del progetto smentiscono ogni prevedibile scetticismo. Se possibile, compatibilmente con i DPCM, è una mostra che merita sinceramente di essere vista e vissuta in ogni suo aspetto.

Arnaldo Pomodoro. {sur}face
a cura di Lorenzo Respi
promossa da Comune di Soliera e Fondazione Campori
con il contributo di Regione Emilia Romagna nell’ambito del bando straordinario per la rivitalizzazione dei centri storici
prodotta da All Around Art
in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano

17 ottobre – 10 gennaio 2020

Castello Campori
Piazza Fratelli Sassi 2, Soliera (MO)

Orari: sabato, domenica e festivi ore 9.00-13.00 e 15.00-19.30 (per prenotare le visite guidate e i laboratori didattici: Ludoteca “Il Mulino”, +39 059 568587, ludoteca@fondazionecampori.it)

ATTENZIONE: l’esposizione al castello sarà temporaneamente chiusa al pubblico fino al 3 dicembre 2020, in ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 novembre 2020.

Info: Fondazione Campori
+39 059 568580
info@fondazionecampori.it
www.fondazionecampori.it
www.solieracastelloarte.it

All Around Art
+39 366 5232551

info@aaa-allaroundart.com
www.aaa-allaroundart.com

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