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BOLOGNA | sedi varie

L’Art Week bolognese è in pieno corso dentro e fuori Arte Fiera che apre i battenti al pubblico dal 24 gennaio (leggi qui). Vi abbiamo parlato nei giorni scorsi anche delle fiere “alternative” che negli anni hanno raddoppiato l’offerta commerciale e culturale in città: Booming (leggi qui) alla sua prima edizione e Sono ancora qua. SetUp to be continued declinazione transitoria nella formula dell’Exhibition and Sale per SetUp Contemporary Art Fair quest’anno in stand by (leggi qui).

Per tornare all’istituzionale vi parliamo dell’ottava edizione di ART CITY Bologna, il programma di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera (24 – 26 gennaio 2020). Coordinato dall’Area Arte Moderna e Contemporanea | Istituzione Bologna Musei sotto la guida di Lorenzo Balbi, direttore artistico di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, il programma di ART CITY Bologna si conferma articolato in uno Special project e in oltre 20 Main project, tra mostre, installazioni e performance, oltre alle iniziative di ART CITY Segnala, eventi selezionati tra quelli promossi da gallerie d’arte, artist run space, spazi no profit e luoghi non convenzionali.

Alessandro Lupi, Centauros, installazione, serie ombre. “One too free” mostra personale mainproject artcity Bologna al Cubo cultura Unipol fino al 28 marzo 2020
a cura di Ilaria Bignotti con il contributo di Federica Patti

Inoltre, non mancherà uno degli appuntamenti più attesi con la ART CITY White Night: sabato 25 gennaio apertura straordinaria fino alle ore 24 in numerose sedi del circuito ART CITY Bologna, oltre che in gallerie, spazi espositivi indipendenti, palazzi storici e negozi.

Per agevolare la scoperta dello Special project e dei Main project è disponibile un’applicazione fornita di mappa (accessibile da pc e dispositivi mobili), realizzata grazie al supporto dell’ufficio Open Data del Comune di Bologna. Guarda qui: http://agenda.comune.bologna.it/cultura/artcity.
L’applicazione permette di individuare agilmente e scoprire i singoli progetti, organizzati in schede informative con descrizioni ed informazioni di dettaglio, allo scopo di facilitare la pianificazione della visita alle singole sedi.

Praticamente inutile, quindi, mettervi al corrente di tutto con noiosi calendari ma abbiamo selezionato 5 progetti tra le tante proposte del circuito di ART CITY di cui vi abbiamo già dato qualche anticipazione dedicando un Focus al progetto monografico di Alessandro Lupi da CUBO (leggi qui)…

Special project ART CITY Bologna 2020
_Romeo Castellucci. La vita nuova

Prima nazionale
Concezione e regia di Romeo Castellucci, testo di Claudia Castellucci, musica di Scott Gibbons
Con Sedrick Amisi Matala, Abdoulay Djire, Siegfried Eyidi Dikongo, Olivier Kalambayi Mutshita, Mbaye Thiongane
Progetto curato da Lorenzo Balbi, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo, Emilia Romagna Teatro Fondazione
Produzione esecutiva di Societas in coproduzione con Bozar, Center For Fine Arts (Brussels), Kanal – Centre Pompidou (Brussels), La Villette (Paris), in collaborazione con V-A-C Foundation
Societas è sostenuta da Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Regione Emilia-Romagna e Comune di Cesena.
http://dumbospace.it/
La performance in prima nazionale La vita nuova di Romeo Castellucci, regista teatrale, autore, artista visivo, insignito del Leone d’Oro alla carriera dalla Biennale di Venezia nel 2013,  della laurea ad honorem in Discipline della Musica e del Teatro dall’Università di Bologna nel 2015, premiato con l’Oscar della lirica 2018-19 (miglior spettacolo, miglior regista e miglior scenografo) per la Salome prodotta dal Festival di Salisburgo.
L’opera sarà visibile in prima nazionale il 24 e 25 gennaio 2020 alle h 19.00 e h 21.00, per un totale di quattro repliche, negli spazi di DumBO, l’area nata da un progetto di rigenerazione urbana condivisa dell’ex scalo ferroviario Ravone, in via Casarini 19/a a Bologna. La performance si svolge in lingua francese con sopratitoli in italiano.
Questo nuovo lavoro di Romeo Castellucci trae ispirazione da Lo spirito dell’utopia di Ernst Bloch. Il saggio, scritto in piena guerra mondiale tra il 1915 e il 1917 e rivisto in parte nel 1923, è un classico del pensiero filosofico contemporaneo e si muove nella dimensione utopica del pensiero, delineando una “ontologia del non ancora”.
Si respira il senso di un inizio, qui, in un grande parcheggio di auto, dove si sono dati convegno un gruppo di uomini. Sono fratelli e intendono inaugurare un modo nuovo e migliore di stare insieme. Migliore, rispetto al mondo da cui si sono separati, all’attività alienata, al lavoro stipendiato, alla politica e all’arte. Non credono più a queste forme della vita sociale. Nel garage c’è la pace della polvere, anzi c’è l’acuta malinconia dei teli copri-polvere che rivestono le numerose auto lasciate in deposito. Da qui si comincia, da qui si parte. Uno di loro sente più degli altri la responsabilità di annunciare. Non basta parlare, occorre parlare del futuro. Come dobbiamo comportarci perché questo succeda? Lui e i suoi fratelli sono i profeti di una nuova vita, nata semplicemente dalla loro attuale condizione umana che ha espressamente bisogno di inventare altre forme e ornamenti, a partire dalla povertà della realtà. La realtà è un deserto pervertito, la cui indifferenza è data dalla compresenza sincronica di tutte le forme, dalla indistinzione e dalla somiglianza universale, cui, per ultima, è caduta anche l’arte. Da qui deve sorgere la nuova vita dei senza-terra, e dei costruttori di nuovi focolari domestici ed estetici. L’estetica domestica è la dimensione concreta della vita quotidiana che alimenta e spiega tutti i sensi.

Romeo Castellucci. La vita nuova, Da sin: Abdoulay Djire, Olivier Kalambayi Mutshita, Siegfried Eyidi Dikongo (di spalle) Mbaye Thiongane, Sedrick Amisi Matala, Photo ©️ Stephan Glagla

_AGAINandAGAINandAGAINand
a cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna in co-progettazione con Laminarie
Main Sponsor Gruppo Hera
Sponsor Gruppo Unipol
Sponsor tecnico Freak Andò
23 gennaio – 03 maggio 2020
opening 22 gennaio h 19.00-22.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
www.mambo-bologna.org
La Sala delle Ciminiere del MAMbo appare trasfigurata dalla presenza peculiare dei lavori di sette tra i più noti artisti contemporanei: Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Georgiou, Ragnar Kjartansson, Susan Philipsz, Cally Spooner, Apichatpong Weerasethakul.
AGAINandAGAINandAGAINand si pone l’obiettivo di indagare il tema del loop, della ripetizione e della ciclicità nella contemporaneità, analizzandolo da diverse angolazioni attraverso le opere di artisti che hanno posto l’argomento al centro della propria ricerca.
Il progetto espositivo si sviluppa seguendo diversi approcci: uno sociologico che guarda all’impatto delle nuove tecnologie e dei nuovi sistemi di organizzazione del lavoro sulla vita psicologica e fisica dell’essere umano; uno filosofico e religioso che prende ispirazione da forme di conoscenza e di credenza basate sull’olismo, sulla reincarnazione e sulla ciclicità temporale; fino ad uno ecologico che propone nuovi modelli di produzione e consumo basati su una rinnovata coscienza della cultura rurale.

Foto: Ragnar Kjartansson, “Bonjour”, 2015. Prima rappresentazione nell’ambito della mostra Seul celui qui connaît le désir presso Palais de Tokyo, Parigi, 21 novembre 2015 – 10 gennaio 2016, ogni giorno per 12 ore. Photo Justine Emard. Courtesy l’artista, Luhring Augustine, New York e i8 Gallery, Reykjavik

_Muntadas. Interconnessioni
a cura di Cecilia Guida e Lorenzo Balbi
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, in collaborazione con Artium, Centro-Museo Vasco de Arte Contemporáneo di Vitoria-Gasteiz, Álava, con la partnership della Fondazione Federico Zeri e con il patrocinio del Dipartimento delle Arti Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
18 gennaio – 22 marzo 2020
Villa delle Rose

www.mambo-bologna.org/villadellerose/
Prima personale
in un’istituzione museale italiana di Antoni Muntadas (Barcellona 1942). Villa delle Rose. La mostra a Villa delle Rose segue sul piano temporale la personale allestita nel museo basco d’arte contemporanea dal 4 ottobre 2019 al 12 gennaio 2020. Le due esposizioni gemelle si differenziano per il peculiare rapporto con gli spazi espositivi. L’allestimento di Bologna è stato pensato appositamente per la dimensione “domestica” della settecentesca Villa delle Rose, dando vita a un percorso che favorisce un rapporto intimo con il visitatore, a partire dall’avvertenza che lo accoglie all’entrata “Attenzione: la percezione richiede impegno”. La mostra presenta un’analisi trasversale del lavoro dell’artista, che va dai primi anni Settanta a oggi, stabilendo nuovi campi di significato e relazioni puntuali tra i temi ricorrenti nella sua analisi interdisciplinare: la globalizzazione, il capitalismo transnazionale, la nozione di dispositivo, la relazione pubblico/privato, i rapporti tra monumenti e memoria, le “microfisiche” del potere, l’interrogazione dell’archivio, i processi della traduzione, la circolazione delle informazioni, l’immaginario politico veicolato dai media.

Foto: Antoni Muntadas, “Mirar Ver Percibir”, 2009. Veduta di allestimento presso Galería Joan Prats, Arco XVIII, Feria Internacional de Arte Contemporáneo, Madrid, Spain 2009

_Riccardo Benassi. Morestalgia
Installazione a cura di Xing/Live Arts Week IX, realizzato grazie al sostegno di Italian Council (2019), in collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane e Grandi Stazioni Retail

Promossa da Xing
Ingresso: gratuito
progetto vincitore della V edizione di Italian Council
main project ART CITY Bologna 2020 in occasione di Arte Fiera

23 gennaio 2020 – 27 gennaio 2020
Stazione ferroviaria Bologna Centrale, Hall Alta Velocità (piano -4) | accesso da Piazza delle Medaglie d’Oro e da Via de’Carracci
xing.it
www.liveartsweek.it

Un ambiente composto da testo, suono e oggetti che ha come cuore pulsante uno schermo led penetrabile dal corpo umano. Questo oggetto di iper-design nasce da una ricerca sul sentimento della nostalgia e le sue implicazioni sociali alla luce dell’ingresso di internet nelle nostre vite.
Dopo una serie di tappe internazionali, il debutto italiano è a Bologna, dove l’opera entra nella Stazione Ferroviaria Alta Velocità, accogliendo passeggeri e visitatori nella grande Hall di un punto nevralgico dell’infrastruttura che ha cambiato il modo di viaggiare. L’installazione è aperta per cinque giorni come anticipazione di Live Arts Week IX, appuntamento tra arte e liveness.
Benassi riflette da tempo sull’influenza delle tecnologie nella nostra relazione quotidiana con lo spazio e le persone, e su come esse abbiano radicalmente alterato l’organizzazione del reale, dall’architettura alla politica, alla produzione e consumo di cultura.

Riccardo Benassi, “Morestalgia”, 2019, lecture slide. Progetto realizzato grazie al sostegno di Italian Council (5° edizione 2019), prodotto da Xing. Courtesy l’artista

_Via libera per volare. Antonello Ghezzi con la partecipazione di Luigi Mainolfi
Un progetto a cura di Manuela Valentini e Olivia Spatola, in collaborazione con Silvia Evangelisti, Chiara Belliti e Galleria ME Vannucci – Pistoia
Promosso da Istituzione Bologna Musei | Museo Davia Bargellini in collaborazione con Legati al Filo APS – Festival per l’innovazione sociale, con il supporto di Datalogic e Threestones Capital e la sponsorizzazione tecnica di La Semaforica e Vetreria San Martino
Ingresso: gratuito
Museo Davia Bargellini
Palazzo Davia Bargellini 

Palazzo d’Accursio 
Aeroporto G. Marconi 
Policlinico Sant’Orsola, reparto di pediatria
Casa delle Culture, Casalecchio sul Reno
22 gennaio – 01 marzo 2020
Via libera per volare è un progetto di Antonello Ghezzi che rende omaggio al grande poeta Gianni Rodari, nel centenario dalla nascita. Ispirandosi al racconto Il semaforo blu, gli artisti realizzeranno una serie di installazioni in diversi punti della città (Palazzo d’Accursio, Aeroporto G. Marconi, Policlinico Sant’Orsola – reparto di pediatria, Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno) in cui verranno collocati iconici semafori che diffondono luce blu. È il loro “via libera per volare”, un’esortazione a sognare. Il progetto prevede il suo culmine presso il Museo Davia Bargellini dove semafori, luci e specchi daranno vita ad opere site-specific in dialogo con la collezione permanente del museo e con l’opera di Luigi Mainolfi intitolata Per quelli che volano.
www.antonelloghezzi.com

Antonello Ghezzi, “Via libera per volare”, 2019. Installazione con materiali vari, cm 26 x 20 x 73

Info: www.artcity.bologna.it

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