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VERONA | Padiglioni 10 e 11 Veronafiere | 16 – 19 ottobre 2015

Intervista ad ANDREA BRUCIATI di Simone Rebora

ArtVerona giungerà quest’anno alla sua undicesima edizione, confermando un percorso di continua crescita e consolidamento, reso possibile non solo dalla recente acquisizione da parte di Veronafiere (primo organizzatore diretto di manifestazioni in Italia), ma anche dalla creazione di una rete espansa di collaborazioni sull’intero tessuto cittadino, unita a una costante attenzione per l’offerta culturale intergenerazionale. In attesa dell’apertura dei padiglioni il prossimo ottobre, un assaggio di quanto vedremo ci è già stato offerto lo scorso 11 giugno nell’ambito di Expo Milano 2015. Confermati format come Independents e ARTES (con la media partnership di Espoarte), potenziato il Fondo Acquisizioni con il lancio di un Fondo privato (con base 50.000 euro), finalizzato all’acquisto di opere che entreranno in deposito nelle Collezioni dei principali musei d’arte contemporanea in Italia. Per farci raccontare il sempre più ricco programma di eventi in fiera e in città, ma anche l’esperienza di curatore al cuore della manifestazione, abbiamo incontrato il direttore artistico Andrea Bruciati.

Una veduta di ArtVerona 2014

Il tuo impegno alla direzione artistica di ArtVerona inizia due anni fa: dapprima al fianco di Massimo Simonetti (nell’edizione 2013) e poi in solitaria. Puoi azzardare un primo bilancio per questa attività?
Il bilancio è molto positivo per il semplice fatto che l’organizzazione mi dà molta libertà nella formulazione di format e progetti. E devo aggiungere che sussiste uno scambio concreto, un dialogo attivo: che credo sia una cosa molto importante per un curatore. I mezzi sono limitati, certo, ma cerchiamo di fare di necessità virtù. Ritengo di aver dato un indirizzo ben preciso alla fiera, che viene confermato di edizione in edizione, perché la grande sfida è quella di investire e credere ancora in un sistema italiano e i risultati ci stanno confermando che siamo sulla giusta strada. So di essere utopico in questo, ma credo che le energie creative e imprenditoriali italiane siano ancora molto competitive e di grande interesse e ArtVerona si propone di dare una piattaforma proprio a queste realtà. È una manifestazione fieristica che cerca di esaltare le eccellenze italiane, di promuovere tutta la filiera che porta alla produzione e compravendita dell’opera d’arte: dai professionisti ai galleristi, dagli artisti alla stampa e anche ai centri di formazione.

Cosa, invece, ArtVerona ti ha dato in termini di esperienza curatoriale? Quali gli stimoli e le opportunità, e come è cambiato il tuo approccio professionale in questi anni?
Per me è stato interessante il fatto di avere un altro tipo di approccio nei confronti di artisti e gallerie con i quali, come direttore di museo e storico dell’arte, avevo già avviato un rapporto. È stato molto curioso dover ancora una volta “cambiare pelle” nei confronti degli stessi interlocutori, e cercare al contempo le potenzialità che questo ruolo mi permette di porre in evidenza. Credo che per rivestire questo ruolo si abbia necessità di un dinamismo fattuale e di un pragmatismo differente rispetto a situazioni più istituzionalizzate. Forse posso avere il polso di una situazione in continua evoluzione in maniera ancora più attenta: cosa che per me – e per questo lavoro – è fondamentale. Non ho remore nel rilevare che ArtVerona sia la fiera che più investe in assoluto in offerta culturale, con un programma di proposte così ricco, che davvero non ne trovo di simili nei nostri competitor.

Una veduta di ArtVerona 2014

Cosa ci possiamo aspettare dalla prossima edizione di ArtVerona, che si svolgerà tra il 16 e il 19 ottobre 2015? Quali idee porterete avanti e quali invece le novità?
ArtVerona 2015 è un’edizione che, come ogni anno, oltre a rafforzare i format precedenti (sia estendendoli dal punto di vista quantitativo, sia contestualizzandone ancora meglio gli obiettivi), mette sul fuoco nuovi progetti. La liberà di scambio e la volontà di crescita (non solo merceologica, ma anche culturale) fa sì che ad ogni appuntamento vi sia qualche novità. Quest’anno tra le situazioni di interesse vi è in primo luogo il progetto atupertu, che prevede una sorta di calendario per le giornate di sabato e domenica, dove ogni mezz’ora ci sarà, all’interno di uno degli stand, l’incontro con un artista. Un modo fresco e inusuale per mettere il pubblico a contatto più diretto sia con le gallerie che con gli artisti, per un dialogo di certo non consueto all’interno di una fiera. Un’altra novità importante è Display, che nasce dalla volontà di migliorare dall’interno le proposte museografiche degli stand: chi vincerà questo premio avrà un forte ribasso di quota sullo stand nell’edizione successiva.

Quella del 2014 era stata definita come un’edizione “di consolidamento” per quanto riguardava il programma di eventi esterni. Anche per il 2015 intendete proseguire su questa strada?
La nostra scelta è quella di dar vita a un rapporto sempre più virtuoso e capillare con il territorio. Crediamo assolutamente che la fiera, per crescere, debba creare un feedback molto attento e dinamico con la città. Quindi quest’anno avremo quattro mostre a Verona, che rappresentano anche la terza novità dell’edizione 2015. Le meraviglie del 2000 al Museo di Castelvecchio, Il tesoro misterioso al Museo Lapidario Maffeiano, La regina dei caraibi all’AMO – Arena Museo Opera e La giraffa bianca tra Accademia e Biblioteca Civica avranno tutte, infatti, un’unica piattaforma concettuale: un omaggio vibrante e contemporaneo ad una figura quale Emilio Salgari. Un letterato che tutti conoscono ma di cui non si evidenzia mai abbastanza la forza e l’attualità. Sono fermamente convinto che compito dell’arte contemporanea sia proprio questo: interpretare nuovamente ciò che è considerato come un “classico”, o per adesione o per antinomia, riallacciandolo ai fili del nostro tempo e della nostra sensibilità per riscoprirne un inevitabile valore.

PhotoArtVerona_La regina dei Caraibi_Vanessa Beecroft_ad AMO

Tra i progetti collaterali, quest’anno è stato confermato anche ARTES, che arriva così alla sua seconda edizione. Da dove deriva l’idea, e come sarà sviluppata quest’anno?
Ci piaceva l’idea di avere una specie di momento-simposio in fiera, un angolo dinamico legato ai diversi media con cui operano gli artisti. L’anno scorso è stata la pittura, quest’anno sarà il disegno su carta. Quelli di ARTES sono eventi con una struttura molto rigida (perché credo che per essere liberi si debba avere delle solide strutture) e si parte quindi presentando nella giornata inaugurale un’ossatura con dieci opere di grandi maestri, mentre fra sabato e domenica si svilupperà una sorta di efflorescenza, con l’arrivo dei pezzi degli altri cinquanta artisti, selezionati tramite una Open call. L’occasione è quella di avere questo scambio vitale tra artisti e curatori, che dia un po’ il polso sulla movimentazione, sull’impegno attivo di chi riflette e realizza pensiero. L’anno scorso, 2000Maniacs era stato curato con grande successo da Lorenza Boisi, quest’anno, invece, Some Velvet Drawings sarà affidato a Eva Comuzzi e mi aspetto la medesima fortuna.

Ci puoi dare qualche anticipazione sui nomi dei dieci maestri scelti per Some Velvet Drawings? A chi è rivolta, invece, la Open call per selezionare gli altri cinquanta?
La selezione dei dieci artisti di partenza proviene dalle proposte delle gallerie presenti in fiera e annoverano nomi di caratura internazionale come, fra gli altri: Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Giuseppe Capogrossi, Mark Tobey, Mario Schifano e Giorgio Griffa. Io mi occupo soprattutto di questa parte, mentre gli altri artisti ammessi per bando saranno orchestrati da Eva Comuzzi. Ci tengo a precisare che la call non è riservata solo ai giovani o agli emergenti, ma a qualsiasi artista, con o senza galleria presente o meno in fiera. Non poniamo vincoli restrittivi in tal senso, perché ritengo che dalla versatilità delle proposte derivi lo spirito vitale e febbrile dell’iniziativa. L’ossatura, la struttura fondante, si crea soprattutto grazie alle gallerie che mettono a disposizione le opere dei maestri, però poi la selezione avviene su tutti coloro che hanno inviato la scheda di partecipazione al fine di dare un’offerta comparativa e generazionale di grande qualità.

VideoArtVerona_La giraffa bianca_Olga Chernysheva_Protomoteca Biblioteca Civica e ABA di Verona

Oltre che ad ArtVerona, a quali altri progetti stai lavorando in questo periodo?
l primo dei progetti più importanti è con l’Associazione Culturale Arte in Centro, fra Marche e Abruzzo, con una mostra prevista in tre sedi (Pescara, Ascoli Piceno e Castelbasso). Il titolo sarà Qui non si canta al mondo delle rane, incipit di Lacerba (che non fu solo la rivista futurista, ma anche l’opera del poeta Cecco d’Ascoli): quindi un intellettuale laterale, controcorrente, per dare una visione diversa alla ricerca nell’arte contemporanea. Vi saranno 18 artisti: 15 delle ultime generazioni e tre maestri (Gino De Dominicis, Gina Pane e Pino Pascali). Poi a settembre un progetto a Palermo con Helga Marsala: Le stanze d’Aragona, che sarà una panoramica sulle pratiche pittoriche in Italia negli ultimi 50 anni e si svolgerà al villino Favaloro, una residenza art nouveau che verrà riaperta per l’occasione. Infine, a ottobre, avrò la direzione artistica di Mediterranea XVII Biennale Giovani Artisti, alla Fabbrica del Vapore a Milano, dove saranno presenti oltre duecento creativi da tutto il bacino del Mediterraneo. Altre iniziative che mi vedono coinvolto questo luglio sono inoltre il Premio Combat a Livorno e Demanio Marittimo km 278 a Senigallia.

ArtVerona. XI edizione

16 – 19 ottobre 2015

Quartiere fieristico di Verona – pad. 10 e 11

Ingresso: Re Teodorico – da Viale dell’industria, Verona

Orari: venerdì 16 ottobre 14.00 – 19.30; sabato 17 e domenica 18 ottobre 11.00 – 19.30; lunedì 19 ottobre 11.00 – 15.00

Info: www.artverona.it

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