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BOLOGNA | Arte Fiera – BolognaFiere | 1-4 febbraio 2019

Intervista a SIMONE MENEGOI di Matteo Galbiati

L’attesa edizione di Arte Fiera a Bologna, che avvia il mandato triennale del nuovo direttore, ha da poco chiuso i battenti, a distanza di due settimane, spente le luci dei riflettori, sono i momenti delle valutazioni. Abbiamo raggiunto Simone Menegoi (1970) per questa intervista con cui tracciamo un breve generale (e personale) bilancio di questa prima esperienza alla guida della kermesse bolognese. Ecco il riassunto della nostra conversazione con il neo direttore artistico:

Simone Menegoi, sullo sfondo, Salvo (Salvatore Mangione), “Minareto” Courtesy of BolognaFiere Foto Pasquale Minopoli

A fiera chiusa quale bilancio si sente di tracciare?
Il mio bilancio attuale è ampiamente positivo; e mi permetto di dirlo sulla base delle reazioni delle gallerie, dei collezionisti, della stampa, dei colleghi curatori. Sono stati moltissimi e diversi i pareri favorevoli che hanno confermato la mia impressione di aver imboccato la direzione giusta. Considerato anche il poco tempo che ho avuto a disposizione dal conferimento del mio incarico, credo sia andata molto bene!

Arte Fiera 2019, veduta generale

Ha premiato l’idea di dare un format più curatoriale alla fiera?
La scelta vincente è stata quella di porre un limite al numero di artisti che è possibile presentare in uno stand, e di incoraggiare le presentazioni monografiche. Un criterio meramente numerico può sembrare elementare, se non addirittura rozzo; eppure l’esito finale ha dato ordine e logica all’insieme delle proposte presenti nei padiglioni. Alcuni galleristi, inizialmente scettici circa questo approccio, hanno poi riconosciuto, a fiera aperta, che avevo avuto le mie ragioni nell’adottarlo. Ho pensato che la restrizione potesse essere per gli espositori un’occasione di riflettere sui loro punti di forza, sugli artisti che potevano presentare in modo più esteso e articolato, e sugli accostamenti fra artisti che potevano dare un’immagine coerente del programma della galleria. In molti casi, così è stato.

Arte Fiera 2019, veduta dello stand di mc2gallery, Milano

Quali sono state le difficoltà incontrate nel suo lavoro di preparazione di Arte Fiera 2019?
La difficoltà principale è stata proprio quella di far accettare questo taglio, diciamo curatoriale. Per le gallerie che lavorano con il contemporaneo storicizzato o il moderno dei grandi autori, ad esempio, reperire le opere è oggettivamente più difficile rispetto chi lavora con artisti viventi o emergenti; e questo aumenta in proporzione la difficoltà di comporre degli stand con pochi autori, in cui ognuno sia rappresentato da più lavori. Ho sinceramente apprezzato il loro sforzo: una volta compreso il senso della mia scelta, che è quello di fare una fiera più bella, più elegante, più attraente per il collezionismo di qualità, hanno accettato di seguirmi e, in molti casi, hanno presentato degli stand bellissimi.

Arte Fiera 2019, veduta dello stand di Tiziana Severi Arte Contemporanea, Rubiera (RE)

Tralasciando ogni classifica da “podio”, quali sono stati gli spunti migliori e quali le criticità?
A costo di ripetermi, credo che la decisione migliore sia stata quella di far esporre pochi artisti e di favorire gli stand monografici. Come molti hanno scritto, bastava un colpo d’occhio ai padiglioni per rendersi conto della differenza. Gli stand con i solo show, in particolare (uno su tre, una cinquantina in totale) hanno contribuito a dare quel senso di ordine e rigore che speravo la fiera assumesse. Mi piacerebbe che la presenza massiccia di stand monografici si consolidasse nelle prossime edizioni e diventasse un tratto connotante della fiera. (E aggiungo che, avendo finalmente un anno a disposizione per lavorare, potremo darci da fare perché questo avvenga). In secondo luogo, ha funzionato benissimo la sezione speciale Fotografia e immagini in movimento, affidata alla piattaforma Fantom: un piccolo miracolo curatoriale, una selezione di progetti di grande qualità messa insieme in pochi mesi – e che, non a caso, è stata premiata da vendite a dir poco incoraggianti. Il successo della sezione conferma la mia idea che questo compartimenti ristretti affidati a curatori, dove l’offerta è mirata, e la qualità è molto elevata, possano e debbano essere portate a due o a  tre, e diventare un altro elemento connotante della fiera (come del resto succede in alcune fra le migliori fiere del mondo). Creando sezioni precise e mirate si possono attrarre in fiera nuove gallerie e soddisfare un collezionismo di nicchia.

Arte Fiera 2019, veduta dello stand di Spazio Testoni, Bologna

Il prezzo del biglietto d’ingresso a 26 euro, ad esempio, non pensa possa disincentivare un’affluenza più aperta?
Su questo rifletteremo. Mi limito a notare che nel 2019 i visitatori sono incrementati, passando da circa 48.000 a più di 50.000. Il prezzo del biglietto non sembra essere un fattore determinante per quel che riguarda l’afflusso di pubblico.

Arte Fiera 2019, veduta dello stand di Guidi&Schoen arte contemporanea, Genova

Tra gallerie ed editoria ci sono state alcune assenze, quali sono i motivi che hanno spinto a queste scelte?
È una domanda delicata, si dovrebbe ragionare sui singoli casi e su nomi precisi. A fronte di qualche assenza ci sono stati importanti rientri e nuove adesioni. Credo che ad ogni passaggio di consegne nel cambio di direzione ci sia un inevitabile ricambio di presenze.

Arte Fiera 2019, veduta dello stand di Galleria Marcolini, Forlì

Basandosi su questa prima esperienza, che identità si sentirebbe di dare alla fiera del prossimo anno?
Insisterei sul principio dell’italianità, senza escludere naturalmente una presenza mirata di gallerie straniere. Al centro devono esserci gli artisti e le gallerie italiane. E poi, come ho già detto, bisogna articolare l’offerta con le sezioni speciali, che possono aprire a nuovi ambiti di mercato, un aspetto che una fiera deve saper stimolare.

Arte Fiera ha registrato nelle passate edizioni un’oggettiva perdita di “smalto” rispetto alle fiere di Milano e Torino in continuo rilancio. Pensa possa essere utile un lavoro di squadra magari pensando a delle partnership e collaborazioni incrociate per sostenere meglio il mercato e le nuove proposte?
Questo tipo di strategie vanno ben oltre il mandato e le possibilità decisionali di un direttore artistico…

Arte Fiera 2019
direttore artistico Simone Menegoi

1-4 febbraio 2019

BolognaFiere
Ingresso Ovest Costituzione, Bologna

Info: www.artefiera.it

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