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Luisa Carcavale da Roma

La sua nuova ritualità quotidiana…
Ho sempre avuto paura di paralizzarmi e del rischio di cadere nel torpore dell’ordinario, invece nulla di tutto ciò è accaduto. Ho ritrovato in questo nuovo quotidiano il piacere della ritualità, di avere più tempo per sedermi al tavolo, bere con calma il mio caffè americano, aprire l’agenda e scoprire quali nuovi incontri virtuali avrei avuto.

Com’è cambiato il suo modo di lavorare?
Non è cambiato molto, il mio lavoro come fotografa ritrattista ha, in quest’occasione, cambiato modalità, mezzi e team. Ho sperimentato lo scatto in remoto dando vita, con questa nuova modalità, al mio ultimo progetto fotografico: The Lockdown people, una raccolta di ritratti di persone comuni che vivono la quarantena in diverse parti del mondo. Ho contattato le persone, partendo dagli amici fino ad arrivare ad una comunità di sconosciuti. Con una videochiamata ho potuto documentare la loro intimità e avere l’intuizione di realizzare due scatti: un loro ritratto e una foto di qualcosa che rappresentasse in quel momento per loro una mancanza o rappresentasse l’assenza. I protagonisti delle foto sono diventati il mio team, abbiamo fatto insieme il sopralluogo della loro abitazione, calcolato la luce migliore, erano totalmente immersi nel processo di produzione fino alla fase finale: lo scatto che sarebbe diventato quello definitivo. Avevano due dispositivi, ne tenevano uno in mano per far sì che io li dirigessi da remoto e con l’altro fissavo l’inquadratura fino ad ottenere il risultato che volevo, proprio come se fossi lì.

Stiamo capendo che si può vivere con meno mobilità?
Vivere non credo. Ma lavorare con meno mobilità sì, secondo me è possibile e potrebbe avere molti vantaggi. Se penso all’organizzazione di uno shooting fotografico, un editoriale o una campagna pubblicitaria, l’idea di lavorare con un team di professionisti locali, non è impossibile e così si abbatterebbero e di molto i costi di produzione e fino a quando l’emergenza non sarà del tutto rientrata il rischio di diffusione del virus sarebbe minore.

Luisa Carcavale: sono nata ad Eboli (SA) ma vivo e lavoro a Roma. Mi sono laureata in Teoria e Tecnica della comunicazione visiva a La Sapienza, con una tesi sui linguaggi della video arte. Mi sono specializzata seguendo workshop ad Arles e all’International Center of Photography di New York. Attualmente lavoro come fotografa professionista del ritratto con produzioni cinematografiche e nel settore della discografia italiana. Le mie foto sono regolarmente pubblicate da magazine di rilievo e nel 2018 ho vinto il premio come “Miglior regia per il videoclip” al Festival del Cinema di Roma e nello stesso anno il mio progetto Hotel Obsession Series è stato esposto al Prague Photo Festival. Il mio ultimo progetto è The Lockdown people: una collezione di ritratti intimi scattati in tutto il mondo che raccontano di una temporanea normalità. www.luisacarcavale.it

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