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Aqua Aura da Milano

La tua nuova ritualità quotidiana…
Tendo a confondere la notte con il giorno. La mattina dormo, il pomeriggio cerco di dare un senso al mio essere al mondo, con fortune alterne per la verità. Le notti le passo senza volontà, imbambolato a guardare Netflix o qualche altra Pay TV… Che so?! Spy-Story sul Mossad, storie da serial killer, Noir scandinavi, cose così.

Con quali oggetti e spazi del tuo quotidiano stai interagendo di più?
Bivacco nel mio studiolo. Me ne sto seduto di fronte al computer cercando di combinare qualcosa. Da qualche tempo a questa parte, io e lui non abbiamo più molto da dirci. Dopo un pò mi alzo per farmi un caffè e le cose, nei cinque minuti successivi, sembrano migliorare.

Abbiamo a che fare con un tempo e uno spazio nuovi. Cosa stai scoprendo o riscoprendo di te?
Sto scoprendo il fondo delle mie paure e come sia difficile catturare la concentrazione in certe circostanze. Ho scoperto, infine, come sia difficile dare una mano a qualcuno che ti chiede aiuto al telefono, nel bel mezzo di una crisi respiratoria da coronavirus; chiamare soccorsi, scovare qualche medico risparmiato dall’infezione che possa recarsi d’urgenza a casa di questo tale per una visita o per un ricovero immediato. Nei giorni successivi, seguirlo, sempre telefonicamente, monitorare le sue condizioni tre volte al giorno chiedendogli di misurarsi costantemente i valori: temperatura, sintomi, saturazione. Valutare i suoi miglioramenti o i suoi, eventuali, peggioramenti. Fargli forza e convincerlo che davvero “andrà tutto bene”. Mi sembra una di quelle cose che può togliere il sonno a chiunque.

Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Mi manca il futuro.

Musei e gallerie hanno reagito al momento con la digitalizzazione e la virtualità. Quali sono le tue “strategie” per instaurare nuove relazioni?
Nessuna strategia. Me ne sto qui, recluso nel mio condominio come dentro ad una torre medievale. Osservo il mondo dalla finestra. Un mondo che si è ristretto a sole quattro vie, quelle attorno a casa. Ogni tanto passa un’ambulanza a sirene spiegate. Esistono solo le vecchie relazioni. Di tanto in tanto qualche telefonata a qualche vecchio amico lontano o a qualche parente, colleghi o amici del mestiere; per sincerarmi che stiano tutti bene, per sapere come se la stanno cavando e se hanno bisogno di un aiuto.

Come immagini il mondo, quando tutto ripartirà?
Tra me e il “mondo che verrà” sembra essere scesa una coltre grigia… Come un velo opaco. Al di là non riesco a distinguere nulla.

Quando tutto questo finirà: una cosa da fare e una da non fare mai più.
Beh! Per prima cosa, dimenticarsi la mascherina appesa al gancio del bagno, direi. E da non fare mai più… Gli spuntini notturni di fronte alla tv.

Sono nati nuovi luoghi e spazi alternativi di coesione intorno a te?
Pensavo che gli spazi di coesione fossero stati abrogati già dal primo decreto, anche quelli alternativi, mi sembra… ma forse ricordo male.
In ogni caso, io non mi sono mai strappato le vesti per la socialità e i luoghi di aggregazione in generale; anche prima, in tempi non sospetti. Con questa nuova stagione di pandemia però la mia misantropia ha compiuto un salto di qualità: dopo un po’ ho cominciato con il sospendere i miei account sui social. Osservarli da fuori, tutti i miei contatti, che si davano un gran da fare nel mondo virtuale, mi facevano venite in mente quelle vecchie tele di Mel Bochner dal titolo Blah, Blah, Blah, Blah…
All’inizio i vari appuntamenti dai balconi per canti e applausi mi avevano colpito ma è durata non più di due giorni. Dal mio balcone non mi capitava di conoscere gente interessante e la selezione musicale lasciava un po a desiderare, e poi… sono stonato.

È sempre difficile definire la natura di Aqua Aura. Formalmente è nato nel 2009 ma non so dire se si sia mai davvero compiuto. Aqua Aura sono io e, contemporaneamente, è il velo di pudore, la membrana che mi copre il viso al manifestarsi del reale; quando l’alterità del mondo si avvicina e chiede conto di quello che faccio. Aqua Aura è il palindromo non realizzato, la perfezione e la simmetria sempre mancanti. È l’arcano perduto che porta nel nome la rivelazione del fine. Prima di questo sono stato molte altre cose; ho indossato molte altre maschere. Nel corso del tempo ho scoperto le forme della scienza: la Fisica Teorica, la Cosmologia e la Microbiologia. Le implicazioni insite nelle loro ipotesi hanno cominciato a contendere il primato della “rivelazione” all’arte.
Ultimo progetto realizzato: NOCTURNAL FLIGHTS, solo show. Galleria VV8 Artecontemporanea, Reggio Emilia. Progetto non ancora realizzato: un video dal titolo provvisorio FALLING IN SPRING, prima opera ispirata da questi mesi di pandemia, da compiersi da qui verso Infinito.
Gallerie di riferimento: Luisa Catucci Gallery, Berlino (DE); VV8 Artecontemporanea, Reggio Emilia; Civiero Art Gallery, Diano Marina (IM).
www.aquaaura.it

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