PIETRASANTA (LU) | Galleria Giovanni Bonelli | Fino al 18 giugno 2024
di ALICE BARONTINI
Un viaggio. Un’esplorazione tra mondi lontani e vicini, fisici e mentali. Viene da pensare a questo visitando la mostra Above + Beyond di Luciano Massari, allestita nello spazio centrale della Galleria Giovanni Bonelli di Pietrasanta. Un’esposizione rigorosa, a cura di Fabio Cavallucci, che pur essendo contenuta a livello di pezzi esposti, ha in sé tutta la potenza di un racconto ben costruito e calibrato, capace di dar vita a una storia che, partendo dal reale della superficie marmorea abilmente plasmata, proietta lo spettatore più in là, oltre il visibile: in un altrove non ben precisato che ha molto a che fare con lo spazio infinito della nostra interiorità.
Sono una decina nel complesso le opere, tutte recenti, realizzate tra il 2022 e il 2024. Alle pareti lo spazio è ritmato da una serie di bassorilievi prevalentemente in marmo bianco statuario: sono le Silent Lands, opere scavate nella materia come a ricreare – attraverso segni, luci, ombre, incavi, spessori, grumi, trasparenze e tensioni – le morfologie di territori silenziosi visti planando dall’alto, in lontananza.
È un po’ come se Massari – autore di numerosi interventi ambientali e installazioni land art, tra cui 7Verità nell’isola di Pasqua, Isola nell’Isola nel Giardino di Daniel Spoerri o, ancora, Isola dell’identità nel lago della Fattoria di Celle, Collezione Gori – volesse qui racchiudere, nel microcosmo delle sue opere, la grandiosa potenza di territori contemplati da una prospettiva diversa. Cosmica.
Simili a mappe misteriose, questi bassorilievi immacolati possono rievocare infatti – come spiega Cavallucci nel testo critico in catalogo – i luoghi stessi in cui il marmo bianco di Carrara è cavato e lavorato, là dove l’arte stessa di Massari affonda le proprie radici.
Ma, man mano che lo sguardo percorre la superficie, queste opere che connettono al sapore arcaico della pietra naturale l’utilizzo di nuove tecnologie, sembrano diventare delle sorte di link mentali per aprire nuove pagine, facendo affiorare in chi osserva tutta un’ulteriore serie di concatenazioni che navigano seguendo i flussi del pensiero. Ecco allora che si rivelano forme e suggestioni anche molto lontane tra loro, pur essendo accomunate da un’estetica simile: dalle profondità dei fondali smossi dai movimenti lenti delle correnti marine ai siti archeologici di antiche civiltà viste dall’alto, dalle concrezioni fossili presenti nelle cavità più profonde della crosta terrestre fino alle superfici inesplorate di pianeti lontani, spersi da qualche parte nell’universo, sopra di noi…
A colpire è soprattutto il dialogo serrato e quasi sfidante che l’artista ingaggia con il blocco di marmo, concepito come materiale antico donato dalla natura, frutto di una millenaria formazione geologica e dunque ricco di potenzialità espressive, capace com’è di farsi portavoce di storie, simbologie, riflessioni concettuali.
In particolare, nei bassorilievi la solidità monolitica e vigorosa della pietra marmorea cede il passo a un’estetica ricercatamente fluida, quasi a voler liberare la materia dal suo stesso peso, per evocare la mutabilità dei liquidi o addirittura l’evanescenza degli elementi gassosi. Al punto che, soprattutto le opere di formato circolare, ci appaiono come affascinanti nebulose cosmiche in miniatura, buchi neri senza tempo che attraggono la materia in un movimento vorticoso, lasciandola librare sospesa e leggera, insieme ai nostri pensieri.
A conversare con questi “territori” sono una serie di sculture tridimensionali intitolate Meteore, quasi tutte (fa eccezione una, in marmo bianco) caratterizzate dal cromatismo scuro e assoluto del marmo nero del Belgio, perfettamente levigato e lucidato. Sono forme stilizzate, pure e seducenti che – con le loro linee aerodinamiche radicali e le stringhe ondeggianti che lasciano intuire il ricordo fossilizzato di un movimento veloce – paiono precipitate sulla terra da mondi lontanissimi, quasi fossero pezzi di un’archeologia del futuro in grado di racchiudere al proprio interno testimonianze inaccessibili, risposte non rivelate, misteri ancora da decodificare.
Una mostra dunque in cui le diversità, talvolta persino gli opposti, (materia/concetto, realtà/astrazione, bianco/nero, solidità/fluidità, opacità/lucentezza, pesantezza/leggerezza, microcosmo/macrocosmo, personale/universale, concavo/convesso…) emergono e coesistono in un ordine armonioso, diventando strumento privilegiato per creare corrispondenze e svelare legami.
Come un poeta, Massari guarda a elementi essenziali, naturali, arcaici: l’acqua, la pietra, la terra, le stelle, il tempo. Crea un suo alfabeto segnico, nuovo e insieme primordiale, privato e al medesimo tempo universale. Fonde in un unico concetto estetica e filosofia. E, attraverso l’arte, non smette di interrogarsi e farci interrogare sul significato più misterioso e profondo dell’esistenza.
ABOVE + BEYOND. Luciano Massari
a cura di Fabio Cavallucci
Fino al 18 giugno 2024
Galleria Giovanni Bonelli
Piazza Duomo 1, Pietrasanta
Orario: da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 15.00 e dalle 18.00 alle 20.00
Info: +39 02 87246945
pietrasanta@galleriagiovannibonelli.it
www.galleriagiovannibonelli.com