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TERNI | Cenacolo San Marco | 23 novembre – 15 dicembre 2013

Intervista a NICCOLÒ BONECHI di Matteo Galbiati 

In occasione dell’XI edizione del Festival Popoli e Religioni a Terni, la mostra Crisi d’identità, in cui sono protagonisti gli artisti Cristiano Carotti (1981) e Massimiliano Pelletti (1975), propone un’analisi introspettiva sull’arte contemporanea che, attraverso opere realizzate appositamente per questa esposizione, apre un dialogo di reciprocità sulle ricerche di due giovani artisti su temi complessi e profondi che muovono dall’identità a riflessioni esistenziali, da considerazioni sul proprio passato ad una concezione di un presente e un futuro incerti. Poniamo al curatore, Niccolò Bonechi, alcune domande: 

Come è nato questo progetto? Quali sono le tematiche importanti che affronta?
L’idea di sviluppare un progetto espositivo che fosse in sinergia con le tematiche affrontate dall’XI edizione del Festival Popoli e Religioni nasce da Virginia Colonna, presidente dell’Associazione 4Start, la quale mi ha invitato a pensare una mostra per gli spazi del Cenacolo San Marco, una piccola chiesa sconsacrata nel centro di Terni. Crisi d’identità vuole interrogare lo spettatore su alcuni aspetti fondamentali della propria esistenza a partire da una riflessione sulla figura del Padre, intesa come simbolo di certezza, emblema di verità e punto di riferimento in un’ottica di accrescimento interiore.

Massimiliano Pelletti, Untitled, 2013, tela stampata, ossidi tecniche miste e resina epossidica, 90x70 cmPerché hai scelto di mettere in dialogo questi due giovani artisti?
Cristiano Carotti e Massimiliano Pelletti riescono nella difficile operazione di esprimere un concetto attraverso una profonda sintesi espressiva, affrontando ogni nuovo stimolo con fare ironico ma mai dissacratorio. La mostra, che ruota attorno al tema centrale del Festival – la ricerca del Padre -, comporta una necessaria riflessione sulla propria identità prima che sulla proiezione di essa verso una figura di riferimento; pertanto ho ritenuto necessario coinvolgere due artisti che avessero la capacità di imbattersi in un progetto così introspettivo in maniera diretta ed allo stesso tempo tagliente.

Cosa hai scelto di mettere in evidenza di ciascuno? Quali sono le loro singole specificità e, invece, i temi condivisi?
Ho chiesto a Carotti di realizzare alcune nuove opere sul tema della mostra, il che lo ha portato a lavorare direttamente sullo spazio, scegliendo di “invadere” due grandi cornici in stucco con altrettante tele che, dialogando strettamente tra loro, vanno a formare un perfetto fondale scenico per il crocifisso che sta ai loro piedi. Diversamente per Pelletti ho selezionato una serie di opere recenti che mettono in evidenza una ricerca eterogenea nella scelta dei medium utilizzati (sculture in marmo e bronzo, tele etc) ma omogenea nelle intenzioni. Così facendo ho voluto sottolineare una predisposizione progettuale nei due artisti, dove in Carotti si esprime con opere site-specific, mentre in Pelletti nella scelta di costruire un determinato percorso espositivo.

Tu hai parlato di contiguità tra le due esperienze artistiche, quasi una fosse logica e naturale conseguenza dell’altra. In che cosa si percepisce questo aspetto?
Innanzitutto nella necessità di entrambi di affrontare il proprio lavoro con una estrema libertà espressiva che li conduce ad operare senza alcuna limitazione, sia essa concettuale o materiale. Certamente ognuno ha le sue peculiarità e si rende distinguibile dall’altro, ma è sempre percepibile un filo conduttore che lega la ricerca di uno all’altro, come se si compensassero a vicenda: entrambi amano testare le potenzialità dei materiali per capirne le infinite possibilità di manipolazione; si concentrano sulla destrutturazione dell’identità umana attraverso interventi di stratificazione o corrosione; vanno oltre una concezione univoca dei propri lavori, alimentando pertanto innumerevoli possibilità di interpretazione.

Cristiano Carotti, Son, 2013, teca + tecnica mista su tavola, 130x100x35 cmQuesta mostra è evento collaterale al Festival Popoli e Religioni, che significato ulteriore acquisisce il loro lavoro e come si relazione a questa manifestazione?
La mostra si allaccia direttamente al Festival, è parte integrante della programmazione ma soprattutto da esso attinge quegli spunti concettuali su cui ho costruito il concept del progetto. Certamente questa occasione è un valore aggiunto al calendario del Festival, che così amplia i propri interessi anche all’arte contemporanea, ma nello stesso momento sia io che gli artisti abbiamo dovuto necessariamente tenerne di conto. Per questo motivo abbiamo pensato di rafforzare questo ponte con il Festival – soprattutto con i suoi risvolti sociali – attraverso la performance dei MONTSALVAT (di cui lo stesso Carotti fa parte, oltre all’attore e regista Riccardo Festa ed il compositore Alessandro De Florio) che riflettono sul concetto di colpa prendendo le mosse da Lettera al Padre di F. Kafka e da testimonianze anonime raccolte tramite Facebook dell’azione manipolatrice che spesso i genitori operano sui figli durante il processo educativo.

Quali sono i tratti forti che rendono le loro ricerche contemporanee e attuali?
In un’epoca come quella che stiamo attraversando, dove la maggioranza dei giovani artisti si imbatte in sperimentazioni ripetitive ed obsolete, credo che la soluzione più attuale a questo punto sia quella di tornare alle origini. Cristiano Carotti e Massimiliano Pelletti si confrontano indifferentemente con la pittura e la scultura, riuscendo nel tentativo di rendere contemporanee queste soluzione “classiche”. 

Crisi d’Identità
a cura di Niccolò Bonechi
evento collaterale al Festival Popoli e Religioni 2013
organizzato dall’Associazione 4Start e realizzato in collaborazione con Galleria Canovaccio, Terni 

Artisti: Cristiano Carotti, Massimiliano Pelletti 

23 novembre – 15 dicembre 2013 

Cenacolo San Marco via Del Leone 12, Terni 

Orari: tutti i giorni 10.00-12.00 e 17.00-19.00

Info: +39 0744 424786

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