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NAPOLI | Fondazione Morra Greco | 11 aprile – 24 maggio 2014

Cuore del Progetto XXI è l’esplorazione delle ricerche artistiche recenti, le cui espressioni non sono ancora sufficientemente discusse e analizzate e di cui si cercano gli aspetti più sperimentali e innovativi che affermano proprio quelle tendenze e quelle istanze dell’arte contemporanea nelle sue voci più dinamiche e particolari.
Dopo il successo dell’edizione dello scorso anno, si rinnova la collaborazione tra la Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee e la Fondazione Morra Greco che, per quest’anno, propone la realizzazione di quattro mostre che coinvolgeranno artisti di generazioni differenti e provenienti da diversi ambiti geografici: gli emergenti Laure Prouvost, Henrik Hakansson e Kirsten Pieroth, gli italiani Betty Bee e Franco Vaccari, oltre ad alcuni tra i più interessanti interpreti dell’avanguardia dell’Est Europa, come Stano Filko e Jirí Kovanda.
La prima fase sarà tutta al femminile e vede protagoniste dei due percorsi espositivi la francese Laure Prouvost (1978) – vincitrice del Turner Prize 2013 – e la napoletana Betty Bee (1963), artista dotata di un’istintiva capacità narrativa in cui combina fantasie e desideri con immagini di innocenza e sensualità.
Laure Prouvost, Polpomotorino, 2014, video Courtesy MOT InternationalPolpomotorino di Laure Prouvost nasce da una riflessione e una produzione avviata alla fine del 2011, in occasione di una residenza d’artista a Napoli, e completata poi durante visite successive: motivo centrale il carattere tentacolare e irriducibile della città partenopea. Prouvost ha osservato a lungo la città registrandone la corporeità: le strade, di giorno e di notte, le dinamiche sociali, i rituali, il ritmo incessante e concitato della vita, i rumori assordanti, l’aria salmastra del mare e quella malsana dei vicoli. Ha interpretato con profondità il complesso intreccio di bellezza e decadenza, nobiltà e violenza che caratterizzano la città vesuviana con una mostra frammentaria, dalla forte tensione espressiva e dalla densità sinestetica al pari di un testo poetico.
Centrale è Polpomotorino, grande scultura ottenuta con l’assemblaggio di diverse parti di vecchi motorini, ambiguamente mossa tra il monumentale e il giocoso; troviamo poi una grande video installazione che porta la strada nei sotterranei della Fondazione Morra Greco, e, accanto a questi, anche una serie di lavori più piccoli e una video proiezione.
La ricerca di Laure Prouvost tenta di superare i limiti e le specificità dei linguaggi per articolare, non linearmente, i complessi intrecci di sensazioni immateriali e fisiche. Il suo lavoro indaga gli slittamenti tra realtà e finzione, i limiti della comunicazione, dell’interpretazione e del significato, le potenzialità del fraintendimento e dell’errore, nel tentativo di cogliere la fisicità del reale e trascriverla in un’esperienza artistica ugualmente complessa.
Betty Bee, Life /Vita, 2013, tecnica mista su tela Courtesy l’artista e Collezione Maurizio Morra Greco, NapoliDall’altra parte, tutta la ricerca di Betty Bee (1963) può essere letta come un’autoterapia mossa attraverso l’arte. Tra travestimento di sé e messa a nudo della sua anima, il suo cammino esistenziale e le dinamiche sociali ed affettive che lo hanno contraddistinto  coincidono con il suo percorso artistico. Performance, video, pittura, fotografia caratterizzano l’eterogeneità e la versatilità della sua prorompente esuberanza pop-kitsch. Second life riassume la trasformazione fissata sulla tela dall’artista che, attraverso cinque lavori pittorici, riscopre se stessa mostrando le evoluzioni emozionali che hanno caratterizzato la fase recente della sua vita.
La necessità di tutelare l’interiorità dell’artista trova eco in due i motivi ricorrenti in tutte le opere: gli elementi di protezione e la pittura fluorescente. La catena, il filo spinato, la rete, il nido d’ape, tentano di segnare un limite tra lo sguardo dello spettatore e la rivelazione del suo animo. Questa barriera è necessaria alla salvaguardia di un’innocenza tenacemente preservata perché mai vissuta.
La pittura fluorescente rende,poi, meno visibile all’occhio nudo l’esistenza di un altro essere costantemente celato, mai mostrato nel gesto fisico ma solo nell’opera. Nei lavori precedenti ci si proteggeva dall’aggressività e dalla prepotenza estetica dell’artista con la sua dirompente e provocatoria femminilità, ora Bee dichiara la parte più pericolosa del suo animo:  l’aspetto interiore, da difendere strenuamente e da far illuminare solo di notte.

Progetto XXI
progetto di Fondazione Morra Greco
in collaborazione con Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, Napoli

Laure Prouvost. Polpomotorino
a cura di Francesca Boenzi 

Betty Bee. Second Life 

11 aprile – 24 maggio 2014

Fondazione Morra Greco
Largo Avellino 17, Napoli

Orari: da lunedì a venerdì 10.00-14.00 e 15.00-19.00; martedì 10.00-14.00 

Info: +39 081 210690
info@fondazionemorragreco.com
www.fondazionemorragreco.com

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