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PARMA | Palazzo Pigorini |25 settembre – 31 ottobre 2015

di ILENIA MOSCHINI

Mercanteinfiera OFF, iniziativa culturale ideata da Fiere di Parma e dal Comune di Parma torna, per il secondo anno consecutivo, con la mostra More Spaces. Percorsi nell’archivio del non realizzato, allestita nelle sale di Palazzo Pigorini.
L’esposizione (a cura di Elisabetta Modena, Marco Scotti, Valentina Rossi e Anna Zinelli) raccoglie oltre trenta progetti irrealizzati di artisti italiani e internazionali, patrimonio del museo digitale MoRE, acronimo di Museum of REfused and unrealised art projects. Quest’ultimo, nato nell’aprile 2012 per volontà dell’Associazione Culturale Others, colleziona, conserva e presenta on-line progetti artistici del XX e XXI secolo che non si sono mai concretizzati per ragioni tecniche, logistiche, economiche e ideologiche oppure perché utopici e impossibili da portare a termine. In questo luogo virtuale quindi, le opere incompiute diventano comunque fruibili e vengono valorizzate attraverso interventi critici e approfondimenti, stimolando così nuove riflessioni e dibattiti sul sistema dell’arte.

More Spaces. Percorsi nell'archivio del non realizzato. Veduta dell'allestimento

Finora, l’esposizione di questi progetti irrealizzati è stata articolata solo nella dimensione digitale; mediante questa mostra invece, alcune delle opere vengono restituite all’interno di un percorso espositivo fisico – suddiviso in tre sezioni – che illustra l’insieme delle problematiche teoriche e pratiche legate alla progettualità di un’opera d’arte.
La prima sala è destinata al libro d’artista, un mezzo utilizzato sempre più spesso da molti artisti per descrivere la propria poetica. Troviamo qui il progetto di Luca Trevisani, Il pop up che non si apre, mai portato a compimento a causa degli alti costi e della difficoltà nel reperire la copertura economica necessaria, accanto alle pubblicazioni realizzate, ma pensate come esercizi teorici nelle quali gli autori avanzano idee e proposte volutamente utopiche, ironiche e talvolta satiriche come nel caso di Small Proposal Book (1990) di Jonathan Monk e del progetto editoriale di Scott King e Matthew Worley, A better Britain (2010).

Goldschmied e Chiari, Looking for the Island (2007)

La selezione di opere presentate nelle stanze successive, induce a riflettere sul potenziale racchiuso in ogni progetto non realizzato. A partire dai lavori di Davide Bertocchi (Meteorite al contrario, 2010), di Lorenzo Scotto di Luzio (Scala mobile con deserto, 2012) e di Goldschmied e Chiari (Looking for the Island, 2007), la cui fattibilità viene messa in discussione da motivi pratici, logistici e finanziari, passando ai taccuini sui quali Cesare Pietroiusti appunta le sue considerazioni sul ruolo sociale dell’artista e sui concetti di autenticità, unicità e proprietà dell’opera d’arte e arrivando al progetto fotografico di Franco Guerzoni e Luigi Ghirri Stelle e lucciole (1969-70), che non ha trovato il compimento ipotizzato per fattori meramente tecnici, si indaga inoltre, in questa sezione, l’eterogeneità dei materiali e delle metodologie progettuali adottate, che vanno dal disegno alla scrittura, dall’acquerello alla fotografia.

Massimo Uberti, ESSER SPAZIO (2008)

Infine, a testimoniare l’attenzione che MoRE rivolge al processo di ideazione e produzione dell’opera nell’attuale sistema dell’arte, la stanza dedicata al ruolo della committenza, dove sono raccolti i progetti rifiutati dalle istituzioni e dagli operatori sia pubblici, sia privati. Come è noto, il bando di concorso è una delle formule consuete di committenza pubblica; ecco dunque il lavoro non selezionato di Luca Vitone (Una tigre per Torino, progetto presentato nel 2002 al concorso Premio Artegiovane/Torino Incontra), l’opera luminosa di Massimo Uberti, Esser spazio (2008), che doveva essere collocata all’esterno del museo MAXXI e il progetto Ritz di Eva Marisaldi che, sebbene vincitore di un concorso indetto da un’associazione culturale, non viene portato a termine a causa di problemi logistici e fattuali. Diverso ancora il caso della performance pensata nel 2010 da Regina José Galindo, Coraza, che non viene comprata dal museo MADRE di Napoli poiché ritenuta troppo pericolosa. Invece, le opere ambientali di Paolo Scheggi (Cannocchiale ottico percorribile, 1968), Liliana Moro (Tiramolla 92, 1992), di David Casini (Non piango mai, 2010) e di Giovanni Ozzola (Un solo orizzonte, 2003) sono state progettate per delle mostre, ma non vengono realizzate per ragioni di ordine economico e tecnico. Anche la mancata corrispondenza con le richieste della committenza di tipo privato può determinare il rifiuto di un’opera; dalle semplici valutazioni di carattere estetico come, probabilmente, nel caso di Scala di Valerio Berruti (2009), alle implicazioni di carattere etico e morale che hanno portato a scartare il progetto di ErwinWurm e Coop Himmelb(l)au, Forum Vogelsang Banana (2008) in quanto l’edificio su cui dovevano intervenire era originariamente un istituto per la formazione dei giovani lavoratori membri del partito nazionalsocialista tedesco.

Erwin Wurm & Coop Himmelb(l)au, Forum Vogelsang Banana (2008)

Chiude idealmente la mostra Oriente Moderno di Flavio Favelli, un lavoro ottenuto mediante l’assemblaggio ferri battuti trovati, appositamente realizzato per questa occasione espositiva e collegata al progetto di arte pubblica La porta di Milano, pensato nel 2009 per un concorso internazionale e che avrebbe dovuto essere realizzato presso l’aeroporto di Malpensa. La rielaborazione offerta dall’artista stesso e la ricostruzione del progetto medesimo, dona valore aggiunto all’esaustività e alla complessità dei documenti archiviati nel sito di MoRE che riguardano proprio le fasi progettuali dell’opera e le relazioni che si sono instaurate tra artista e committente.

More Spaces. Percorsi nell’archivio del non realizzato
a cura di Elisabetta Modena, Marco Scotti, Valentina Rossi, Anna Zinelli

25 settembre – 31 ottobre 2015

Palazzo Pigorini
Parma

Orari: da mercoledì a venerdì 10.00 – 13.00 | 15.00 – 19.00
sabato e domenica 10.00 – 19.00

Info: info@moremuseum.org
www.moremuseum.org

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