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VENEZIA | Ca’ Giustinian

Lo scorso sabato sono stati svelati tutti i premiati e le menzioni speciali dell’ultima edizione della Biennale Arte, Leone d’Oro alla Carriera a parte già comunicato e assegnato a Jimmie Durham (leggi qui). La Giuria della 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, composta da Stephanie Rosenthal (Presidente di Giuria, Germania), Defne Ayas (Turchia/Olanda), Cristiana Collu (Italia), Sunjung Kim (Corea) e Hamza Walker (USA), ha deciso di attribuire i premi ufficiali come a seguire. Abbiamo pensato per ognuno di pubblicare qualche curiosità in più da aggiungere alle note biografiche e alle ragioni della giuria…

Rugile Barzdziukaite, Vaiva Grainyte, Lina Lapelyte, Sun  & Sea (Marina), opera-performance, Biennale Arte 2019, Venice © Andrej Vasilenko

PADIGLIONE LITUANIA – Leone d’Oro per la miglior Partecipazione Nazionale
L’immagine e i video del Padiglione Lituania sono rimbalzati su web e social, già prima della proclamazione ufficiale c’è chi, sfidando i pronostici, assegnava di default il Leone a Sun & Sea (Marina) un’opera-performance firmata da Rugilė Barzdžiukaitė (cineasta e regista), Vaiva Grainytė (scrittrice), artista e compositrice Lina Lapelytė. Tre artiste, tre donne, nate negli Anni ’80. Dati affatto marginali per comprendere la tematica principale attorno cui ruota il Padiglione lituano. La generazione che sta entrando negli “anta” è quella che vive con maggiore coscienza e preoccupazione la questione ambientale di cui tratta il Padiglione, tematica che, ce lo aspettavamo, torna in molti dei progetti veneziani.
Per la prima volta gli spazi della Marina Militare vicini all’Arsenale sono aperti per mettere in scena lo spettacolo di un padiglione nazionale che se sulle prime fa sorridere per la carrellata di tipi umani in scena, quelli che tra poco riempiranno le spiagge libere dei nostri litorali, rivela ben presto l’inquietudine di ciò che stiamo osservando dal ballatoio con vista sulla spiaggia (il mare così come la luce naturale del sole sono assenti illustri, citati solo nel titolo). La musica che accompagna le frivole gesta dei bagnanti si fa via via sempre più catastrofica e cupa tanto da accompagnare i nostri pensieri nella direzione di quella emergenza a cui ci fanta paura pensare. La “terra trema” e noi stiamo a guardare, dimenticandoci del tempo che passa. Sun & Sea (Marina) è la seconda opera-performance del trio pluripremiato, dopo l’acclamata opera di tournée internazionale, Have a Good Day! – opera per 10 cassiere, suoni di supermercati e pianoforte che ha toccato anche Roma all’interno di FLUX, Festival Lituano delle Arti, presso il Teatro Argentina. Ancora storie come matriosche che dal micro portano al macro e viceversa.

SUN & SEA (Marina) – Lithuanian Pavilion at the Venice Biennale 2019 from NEON REALISM on Vimeo.

La motivazione della giura:

Leone d’Oro per la miglior Partecipazione Nazionale alla Lituania per l’approccio sperimentale del Padiglione e il suo modo inatteso di affrontare la rappresentazione nazionale. La giuria è rimasta colpita dall’originalità nell’uso dello spazio espositivo, che inscena un’opera brechtiana, e per l’impegno attivo del Padiglione nei confronti della città di Venezia e dei suoi abitanti. Sun & Sea (Marina) è una critica del tempo libero e della contemporaneità, cantata dalle voci di un gruppo di performer e volontari che impersonano la gente comune.

LITUANIA
Sun & Sea (Marina)
Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite
Commissario: Rasa Antanaviciute. Curatore: Lucia Pietroiusti.
Sede: Magazzino No. 42, Marina Militare, Arsenale di Venezia, Fondamenta Case Nuove 2738c
Info: www.sunandsea.lt

Menzione speciale alla Partecipazione Nazionale:

BELGIO
Mondo Cane
Jos de Gruyter & Harald Thys
Commissario: Fédération Wallonie-Bruxelles. Curatore: Anne-Claire Schmitz.
Sede: Giardini
Info: www.belgianpavilion.be

La motivazione della giuria:

Menzione speciale come Partecipazione Nazionale al Belgio. Con il suo humor spietato, il Padiglione del Belgio offre una visione alternativa degli aspetti, spesso trascurati, dei rapporti sociali in Europa. L’inquietante rappresentazione di una serie di personaggi che hanno l’aspetto di fantocci meccanici ispirati a stereotipi di folklore fanno sì che il Padiglione agisca su vari registri creando due, se non più, realtà parallele.

PUNTO DI VISTA: Se la mostra nel Padiglione Centrale di Rugolff non ci ha convinti la maggior parte dei padiglioni ai Giardini si attesta per noi sul medesimo mood. Dei nostri tre giorni di preview il Padiglione belga non resta tra i preferiti. Non sappiamo se leggere come beffa il chiaro riferimento al MONDO CANE, espressione italiana, che leggiamo dal comunicato “si tinge di un particolare colore nel 1962 in seguito al successo dell’omonima serie (vinse al 15° Festival di Cannes) che documentava varie scioccanti pratiche culturali in tutto il mondo e ha dato vita a film internazionali, un genere di cinema caratterizzato da un approccio pseudo-documentario che privilegia l’effetto sul contenuto”. In effetti sembra di entrare in uno degli ecomusei sparsi nella nostra Penisola ma ecco, per noi resta solo l’effetto e non il contenuto. “Venti bambole, molte delle quali automatizzate; una serie di grandi disegni di scene pastorali; e barre d’acciaio che recintano i recessi laterali del padiglione. Al centro dell’edificio ci sono artigiani – come un ciabattino, scalpellino e un filatore, che si mantengono fedeli a se stessi facendo i loro rispettivi mestieri. Un mondo parallelo emerge nelle stanze laterali del padiglione, popolato da zoticoni, zombi, poeti, psicotici, pazzi e emarginati. Questi due mondi esistono nello stesso spazio, ma sembrano del tutto inconsapevoli l’uno dell’altro. I gesti delle bambole sono meccanici e goffi. Attivati ​​dalla presenza dei visitatori, i suoni e i movimenti si alternano, attivati ​​da un rilevatore di movimento all’ingresso. Lo spazio è intriso di canzoni, grida lamentose e fatica”. Ci lasciamo attrarre dalla promessa di vedere cose meravigliose in una mostra: “Uno spettacolo che vale davvero la pena di essere visto?”

Pavilion of BELGIUM. Mondo Cane. 58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, MayYou Live In Interesting Times. © Foto: Francesco Galli. Courtesy La Biennale di Venezia

Leone d’Oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale May You Live In Interesting Times a:

Arthur Jafa (1960 Stati Uniti, vive e lavora a Los Angeles)

La motivazione della giuria:

Leone d’Oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale May You Live In Interesting Times a Arthur Jafa per il suo film del 2019 The White Album (sede: Padiglione Centrale, Giardini), che è in egual misura un saggio, una poesia e un ritratto. Jafa utilizza materiale originale e d’appropriazione per riflettere sul tema razziale. Oltre ad affrontare in modo critico un momento carico di violenza, nel ritrarre con tenerezza gli amici e i familiari dell’artista il film fa anche appello alla nostra capacità di amare.

APPUNTI: Arthur Jafa, originario del Mississippi, è un regista, cineasta e artista visivo che ha lavorato con musicisti e registi, tra cui Stanley Kubrick, Spike Lee, Solange Knowles e Jay-Z. Jafa racconta: “Ho un mantra molto semplice ed è questo: voglio fare cinema nero con la potenza, la bellezza e l’alienazione della musica nera. Questo è il mio grande obiettivo. La preoccupazione più grande è come forzare il cinema a rispondere alla dimensione esistenziale, politica e spirituale di chi siamo come persone. La musica per me è un utile indicatore di ciò. La musica è l’unico spazio in cui noi [come persone di colore] sappiamo di esserci completamente realizzati; non dovremo mai scrivere un’altra canzone per contribuire magnificamente come abbiamo già fatto. Quindi un cinema come la musica…”

Arthur Jafa, The White Album, 2019, Single channel video projection, colour, sound
58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, May You Live In Interesting Times. © Foto: Francesco Galli. Courtesy La Biennale di Venezia

Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra Internazionale May You Live In Interesting Times a:

Haris Epaminonda (1980 Repubblica di Cipro, vive e lavora a Berlino)

La motivazione della giuria:

Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra Internazionale Haris Epaminonda per le sue costellazioni che uniscono in un’attenta costruzione immagini, oggetti, testo, forme e colori, fatte di memorie frammentate, storie e connessioni frutto dell’immaginazione; per mostrarci che la dimensione storica e quella personale possono essere compresse in un intreccio di molteplici significati, potente e duttile al tempo stesso.

APPUNTI: Haris Epaminonda ha rappresentato Cipro alla Biennale di Venezia del 2007 ed esposto alla Biennale di Berlino del 2008, alla Malmö Konsthall nel 2009 e partecipato alla penultima edizione di Documenta. La costellazione degli elementi presenti nell’opera di Epaminonda e messi in evidenza dalla giuria costituiscono di fatto la poetica dell’artista cipriota che costruisce connessioni astratte tra le cose e osserva il passare del tempo. I suoi lavori vanno considerati in maniera semantica, come se si formassero di volta in volta delle frasi, andando sempre oltre al concetto di documento.

Info: www.harisepaminonda.com

Haris Epaminonda, VOL. XXVII. 2019, Mixed media installation, Padiglione Centrale, Arsenale © Foto: Andrea Avezzù, Courtesy La Biennale di Venezia

Due menzioni speciali ai partecipanti:

Teresa Margolles (1963 Messico, vive e lavora a Città del Messico e Madrid)

La motivazione della giuria:

Teresa Margolles, per le sue opere acute e commoventi che trattano il dramma delle donne gravemente coinvolte dal narcotraffico nel suo Messico, creando potenti testimonianze che spostano strutture esistenti nel mondo reale alle sale espositive.

APPUNTI: Teresa Margolles nel 2009, rappresenta il Messico alla Biennale di Venezia con la mostra Di che altro potremmo parlare?, sulle morti del narcotraffico, nel 2011, a Bolzano, denuncia le morti sulla frontiera, nel 2017, nella Tenuta dello Scompiglio, in Toscana, i femminicidi comuni alle “società machiste” come quella messicana o quella italiana. Esattamente un anno fa era in mostra al PAC di Milano con Ya basta hijos de puta dove ha esposto anche le Busqueda Margolles le pensiline di Juárez su cui sono stati affissi volantini di donne e bambine scomparse, le “desaparecidas” sparese in tutte le città del Messico.

Teresa Margolles, La Búsqueda (2), 2014
Intervention with sound frequency on three glass panels. 58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, May You Live In Interesting Times. © Foto: Andrea Avezzù. Courtesy La Biennale di Venezia

Otobong Nkanga (1974 Nigeria, vive e lavora ad Anversa)

Otobong Nkanga, per la sua ricerca continua e carica di ispirazione attraverso i media nella politica della terra, del corpo e del tempo.

APPUNTI: Otobong Nkanga vive e lavora ad Anversa. All’inizio del 2019, ha ricevuto il premio per le arti visive presso l’Ultima’s, i premi con cui la comunità fiamminga riconosce l’importanza culturale del lavoro dei vincitori.

Otobong Nkanga, Various works, 2018, Mixed media. 58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, May You Live In Interesting Times. Foto: Andrea Avezzù. Courtesy La Biennale di Venezia

Info: www.labiennale.org

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