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VENEZIA | Chiesa di Santa Maria della Pietà | Fino al 30 settembre 2024

Intervista a WALLACE CHAN di ELISA BARBERO

Wallace Chan non si definisce artista, scultore o filosofo: si presenta semplicemente come “qualcuno che ama creare”. La sua mostra personale Transcendence, inaugurata il 19 aprile a Venezia in occasione dell’apertura della 60. Biennale Arte, tocca temi impalpabili e al tempo stesso concreti, trasmettendo la sensazione di poter toccare con mano le sensazioni evocate dall’insieme di opere, ambiente e suono.

“L’essere umano ha una tensione evolutiva che lo porta di volta in volta verso l’alto o verso il basso: la spinta verso l’alto ci porta gioia, contentezza e apre le porte per raggiungere un altro livello spirituale, trascendendo la materia.
Il titolo della mostra è anche il titolo di ogni opera: tutte le sculture si chiamano Transcendence e ciascuna riflette sul tema in un modo diverso, creando un dialogo di coesistenza tra la materia e l’essere umano, che desidera contemplare i limiti della fisicità per raggiungere uno stato di illuminazione.
L’ispirazione deriva dalla meditazione sul ciclo della vita, in cui tutto ciò che nasce è destinato a morire e a rinascere di nuovo. Ne è un esempio l’opera Transcendence ispirata al tulipano: questo fiore deperisce e muore molto velocemente mentre io desideravo catturarne la bellezza; ho dovuto trovare modi per riportarlo in vita, riuscendoci attraverso l’esposizione a temperature molto basse. Non mi rassegnavo a lasciar andare quel fiore e ho immortalato nel gambo della scultura le espressioni facciali del conflitto interiore che provavo in quel momento: la consapevolezza di questi stati d’animo e il loro superamento è trascendenza”. Racconta Wallace Chan.

Transcendence IV, 2023

Wallace Chan, Transcendence IV, 2023, Titanium, 1223 x 1157 x 3375mm

Da cosa deriva la scelta della musica de I Dormienti di Brian Eno?
La musica di Brian Eno evoca suoni provenienti da lontano che trascendono le limitazioni fisiche. La musica accompagna le sculture, si possono sentire suoni che provengono da tempi antichi e portano in uno stato meditativo. Le sculture interagiscono col suono, modificandone l’eco e la percezione che ne abbiamo. Il suono interagisce a sua volta con il materiale, il titanio: le onde sonore hanno un impatto sulla materia, che può arrivare a cambiarne la struttura. Si crea così un ambiente interagente con le opere d’arte a più livelli, fatto da polarità che fondono la percezione sensoriale in un’esperienza sinestetica.
Cerco sempre di raggiungere un alto stato dell’arte, di andare oltre ciò che esiste, oltre ciò che è già percepibile dai sensi, ricercando una connessione con la meditazione e la contemplazione. Nelle due statue di piccole dimensioni in mostra rappresentanti il Buddha e il Cristo, ho invertito i simboli presenti sul cuore delle due sculture per simboleggiare il grande amore che accomuna tutte le religioni. Non sono religioso, ma ho un grande rispetto per l’interconnessione tra le religioni: sono portali filosofici che raccontano di un grande amore e unità nel mondo.

Wallace Chan, Transcendence, Installation View. Ph. ©Federico Sutera

Che ruolo ha la divinità nella tua ricerca, se ne ha uno? C’è un dio che cerchiamo di raggiungere attraverso la trascendenza?
Provengo da una famiglia umile e da giovane ci recavamo alla chiesa cristiana perché lì davano pane e latte; la cosa divertente era che, al ritorno a casa, bruciavamo gli incensi per i nostri antenati secondo il buddismo. Ho vissuto quindi entrambe le religioni in modo conflittuale, finché da adulto non ho abbracciato un periodo di vita monacale che mi ha portato a rifiutare tutte le religioni in favore di quell’amore universale che le accomuna tutte: proprio l’amore per le altre persone ci permette di raggiungere e mantenere un alto livello di gioia. Nelle mie opere non parlo quindi di religioni o di divinità, quanto più dei concetti su cui le religioni si basano, ossia alti livelli di amore e gioia: concetti che bisogna praticare con costanza per trascendere realmente.

Pensi che la società attuale si stia muovendo in una direzione rivolta alla trascendenza?
La mia creazione trascende l’idea del tempo. I temi che tratto hanno origini antichissime e trovano un punto d’unione col titanio, un materiale durevole e futuristico, né liquido né solido, che trascende per sua natura la nozione del tempo. Inoltre, nel mondo di oggi ci sono impegni prefissati e compiti quotidiani da portare a termine; io invece creo ciò che comporrà i compiti per le generazioni future, trasmettendo il mio lavoro sia in termini dei materiali che utilizzo, sia dell’amore che racconto. La nozione di tempo è molto insidiosa, per trascenderla devo creare qualcosa di più grande di me rivolta a coloro che verranno in futuro.

Transcendence III, 2023

Wallace Chan, Transcendence III, 2023, Titanium, 1165 x 790 x 1950mm

Infiniti dettagli in grandi dimensioni: come cambia l’approccio ad un’opera in base alla sua scala?
Nel mio lavoro non c’è inizio o fine o altre distinzioni, poiché tutto il ciclo si svolge su un piano filosofico. Le tecniche di lavorazione che utilizzo per la gioielleria sono le stesse che impiego per le sculture di grande formato, per cui micro e macro coesistono insieme e c’è un continuo passaggio dall’uno all’altro. Ad esempio, anche per realizzare le sculture di ampie dimensioni devo prestare molta attenzione a tutti i dettagli, per quanto infinitesimali: il processo è molto complesso e non è solo scolpire o modellare, ma anche fondere, intagliare, riscaldare. Anche il peso delle opere gioca un ruolo importante: per i gioielli, la creazione deve avere il peso giusto per essere indossata e allo stesso modo le sculture, che nel caso di questa mostra site-specific sono appese al soffitto della chiesa. Ogni opera, indipendentemente dalle dimensioni, raccoglie, impersona, incapsula messaggi massivi e grandi significati.

Wallace Chan, Transcendence, Installation View, Ph. ©Federico Sutera

Wallace Chan. Transcendence
a cura di James Putnam

19 aprile – 30 settembre 2024

Chiesa di Santa Maria della Pietà
Riva degli Schiavoni, Venezia

Orari: martedì – venerdì 10.15- 12.00 e 15.00-17.00
Sabato – domenica 10.15- 13.00 e 14.00- 17.00

Info: +39 041 5222171 – +39 041 5237395
info.admin@pietavenezia.org
cultura@pietavenezia.org

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