Non sei registrato? Registrati.
LODI | Platea | Palazzo Galeano | Fino all’1 ottobre 2023

di NICOLETTA BIGLIETTI

Un moto d’impeto, un sussulto. Un Io che avanza e si ritrae. E lo sguardo che cade su una massa informe. Riflessi cangianti di luce nascondono le membra di uno o più corpi. Di una o più anime. Di uno, o più sogni.
Ed è così che nella vetrina di Platea prende vita la “Dream Factory” di Vittorio Zeppillo, un’installazione site-specific – a cura di Benedetta Monti e Niccolò Giacomazzi – in cui erotismo e purezza, intimità e “accessibilità” si compenetrano armonicamente.

“Dream Factory” di Vittorio Zeppillo, Platea | Palazzo Galeano, Lodi © Alberto Messina, 2023

Sono, infatti, i contrasti di forme, materiali e concetti ad animare la vetrina di Platea: il sovrapporsi di materassi – quali Objet trouvè – riporta ad un’estetica legata al mondo degli homeless e della marginalità; aspetti profondamente “terreni” che, ad un primo sguardo, parrebbero contrastare con la scelta delle delicate cromie degli stessi. Una delicatezza che è ravvisabile nel materiale di cui è costituita la coperta che – muovendosi in modo sinuoso – li sovrasta; un “ondeggiare” delicato in cui la lycra, tessuto per eccellenza riconducibile all’ambito della danza, rappresenta ciò che di più diafano, etereo a onirico vi sia nella vita. Il sogno.
È proprio dal binomio sogno-realtà che si origina l’opera, la cui genesi si radica nella “reale” visione di un homeless che – tra la frenesia della vita quotidiana dei passanti – “esiste” solo sotto il proprio giaciglio di fortuna; un’addizione di materassi coperti da un telo diviene, quindi, luogo in cui sogni, speranza e talvolta disillusioni convivono. Ed ecco allora che lo sguardo dell’artista su di lui si posa, immaginando quali infiniti mondi possano celarsi al di sotto di quel drappo; un drappo che se sollevato potrebbe sì rivelare un atto erotico che si sta consumando, ma non solo…

“Dream Factory” di Vittorio Zeppillo, Platea | Palazzo Galeano, Lodi © Alberto Messina, 2023

L’interesse dell’artista è, infatti, creare delle forme che non si radichino in un’unica chiave di lettura, ma che riescano – sempre più – ad evocare pensieri ed associazioni “libere” nell’osservatore: se da un lato la grande “sacralità” dell’installazione parrebbe rimandare ad un Cristo velato che sta ridestandosi in modo spasmodico, dall’altra vi si potrebbe ravvisare un homeless con la Sindrome di Tourette coperto dal suo telo della notte.
La vicinanza-lontananza del fruitore dalla scena rappresentata delinea l’opera come un vero e proprio innesto visivo che risveglia – di fatto – alcune delle paure più recondite dell’uomo, come quella di diventare i prossimi “protagonisti della strada”, uomini senza dimora, senza affetti, isolati ed emarginati dalla società intera, che però desiderano ancora farne parte.
Un desiderio, quello di connessione fruitore-opera – e specularmente uomo-“società” – che l’artista ha reso “parte integrante” dell’installazione: grazie al supporto ingegneristico di Matteo De Santis è stato, infatti, possibile dotare l’opera di sensori che si attivano al transitare dei passanti nelle prossimità della vetrina; si origina così un moto sinuoso, delicato e “vivo”, che dà impulso a un perfetto meccanismo d’ammaliamento per lo sguardo.

“Dream Factory” di Vittorio Zeppillo, Platea | Palazzo Galeano, Lodi © Alberto Messina, 2023

Il fruitore e l’installazione si appartengono perché “accadono” nello stesso momento; un momento in cui l’interno e l’esterno di Platea dialogano in modo manifesto, puro, senza necessità di parole, ma solo di presenze e sguardi perché ad essere messa “in vetrina” non è solo l’opera “in quanto tale”, ma è la forma “concreta” di una parte profondamente personale dell’artista.
L’utilizzo delle luci scenografiche a coronamento dell’installazione, infatti, se da un lato rimanda al palcoscenico, inteso come un “luogo pubblico” in cui l’artista mostra le proprie opere quali estrinsecazioni di una parte intima e recondite di sé, dall’altro – irradiando riflessi cangianti – riporta al mondo del sogno, del desiderio e dunque a una dimensione altra.
Una dimensione in cui lo sguardo va oltre quel flebile muro di ovvietà che potrebbe celarsi dietro l’interpretazione dell’opera. Una dimensione in cui l’uomo non si volta di fronte ad un’anima “senza fissa dimora”, ma gli presta attenzione.
Una dimensione in cui l’umanità prevale.

“Dream Factory” di Vittorio Zeppillo
con il supporto curatoriale di Benedetta Monti e Niccolò Giacomazzi
Claudia Ferrari, presidente
Laura Ferrari, vicepresidente
Carlo Orsini, direttore artistico
Luca Bucci, progettista
Lorenzo Bucci, social media manager
Gianluigi Corsi, tesoriere
con la preziosa assistenza delle volontarie Rebecca Chiusa, Silvia Sanpellegrini
main partner Ferrari Giovanni Industria Casearia s.p.a.; Consorzio Tutela Grana Padano
in-kind partner Solux Led Lighting Technology; Verspieren Broker di Assicurazione

7 settembre – 1 ottobre 2023

Platea | Palazzo Galeano
Corso Umberto I 50, Lodi

Info: info@platea.gallery
www.platea.gallery

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •