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ROMA | GALLERIA EUGENIA DELFINI | Fino al 21 febbraio 2024

di ANTONELLO TOLVE

Concordo con Nicolas Martino nel definire il lavoro di Narcisa Monni (Alghero, 1981), almeno quel lavoro realizzato dall’artista tra il 2020 e il 2023, «realismo esistenziale del XXI secolo». Martino pare infatti aver colto pienamente quella venatura di erotica tristezza che permea tutte le carte recenti di Monni («Narcisa è maturata artisticamente in un clima particolarmente vivace che negli anni Novanta ricordava, incredibile ma vero, la scena “acida” e post-punk della working class scozzese raccontata in quegli anni, tra gli altri, da Irvine Welsh e Alan Warner»), cariche di connotazioni critiche, di tracce intime e diaristiche, di lucide umbratilità, di riflessi e riflessioni al cui interno troviamo l’immagine di un’immagine di un’immagine presa per la coda e restituita con quella che José Jimenez ha elegantemente chiamato una nueva densidad.

Narcisa Monni, Rosa Carne, 2023. Installation view della mostra alla Galleria Eugenia Delfini, Roma, 6 dicembre 2023 – 21 febbraio 2024. Foto di Sebastiano Luciano. Courtesy dell’artista e della galleria.

In Rosa Carne, la personale disegnata dall’artista negli spazi della Galleria Eugenia Delfini di Roma e aperta al pubblico fino al prossimo 21 febbraio, questo realismo esistenziale e anche alquanto melancolico – se non pure ordinatamente magico (secondo i dettati di Bontempelli e Roh) o maravilloso (con Alejo Carpentier) – traccia una linea che dal passato sale le scale del tempo per farsi pulsante presente: Monni infatti recupera pagine di giornali e riviste risalenti agli anni Ottanta dello scorso secolo (in questo è molto vicina ad alcuni programmi messi in campo da Ryan Mendoza) per intervenire con acrilici o tempere su immagini che diventano controimmagini, spazi in cui brillano l’altro e l’esterno, scene in cui i gesti e le pose acquisiscono un nuovo significato, con una valenza più nostalgica e passionale.

Narcisa Monni, Rosa Carne, 2023. Installation view della mostra alla Galleria Eugenia Delfini, Roma, 6 dicembre 2023 – 21 febbraio 2024. Foto di Sebastiano Luciano. Courtesy dell’artista e della galleria.

Quasi a creare un brusio iconico determinato dalla manipolazione di immagini confezionate e dall’acidità cromatica o cinica che ne accompagna la rielaborazione interna, l’artista propone scene in cui è possibile avvertire il silenzio e le parole di tutti quegli atteggiamenti umani, di quelle circostanze che alimentano (e che a volte inaridiscono) la vita, con le sue innocenze, i suoi inganni e disinganni, la sua fragilità.

Narcisa Monni, Rosa Carne, 2023. Installation view della mostra alla Galleria Eugenia Delfini, Roma, 6 dicembre 2023 – 21 febbraio 2024. Foto di Sebastiano Luciano. Courtesy dell’artista e della galleria.

Da un più metafisico lavoro quale Il giorno in cui il circo prese fuoco (2020) a un dolore sottile e tagliente che si presenta con La pagliacciata (2021), per giungere via via a Quel sottile profumo di perdita (2023), all’erotico 40 anni (2023), all’ammiccante e ironico Ciao Marie, Madri di Dio (2023), a quell’attimo che precede il suicidio percepibile in Eva voleva volare (2023), a Ho imparato ad amare in un pomeriggio (2023), e vale la pena ricordare anche La casa senza orologio (2023) e La Ragazza che si baciava da sola (2021), il mondo magico proposto da Monni con questa sua personale non solo ci porta in un vellutato cremoso glassato lubrificato croccante crujiente – talvolta liscio, talvolta spigoloso e pericoloso – cosmo di sentimenti umani, ma anche in un territorio dove la riproducibilità lascia il posto all’unicità, grazie a giochi linguistici in cui si dà nuovo valore plastico all’immagine.

Narcisa Monni, Quel sottile profumo di perdita, 2023, acrilico su carta, 28×20 cm, 45×35 cm con cornice. Courtesy Galleria Eugenia Delfini

Accanto a un nucleo di carte che sembrano quasi invitare a seguire, per intervalli intermittenti, le avventure – a volte anche condensate – di personaggi che cercano prepotentemente (disperatamente) un nome o una voce, di tanti io aggrappati alle pareti e incastrati nel loro levigato silenzio, ci sono, in mostra (da non dimenticare l’unico acrilico su carta fotografica, La comunicazione gentile del 2023), anche una serie di acrilici su polaroid (dei Senza titolo del 2022 che misurano 8,4×5,4 centimetri) realizzati assieme a Paolo Marchi e Veronica Muntoni, in cui Monni ci fa intendere che la libertà della pittura è la mano, e che dietro la pittura, ad insegnarcelo è stato Roland Barthes, «c’è altro: i movimenti del graffio, della glottide, delle viscere, una proiezione del corpo, e non solo una padronanza dell’occhio».

Narcisa Monni, Rosa Carne, 2023. Installation view della mostra alla Galleria
Eugenia Delfini, Roma, 6 dicembre 2023 – 21 febbraio 2024. Foto di Sebastiano Luciano. Courtesy dell’artista e della galleria.

Narcisa Monni. Rosa Carne
Testo critico di Nicolas Martino

6 dicembre 2023 – 21 febbraio 2024

Galleria Eugenia Delfini
Via Giulia 96, Roma

Orari: martedì – venerdì 15:00 – 19:00 o su appuntamento

Info: info@galleriaeugeniadelfini.it
06 976 039 46
galleriaeugeniadelfini.it

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