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LUGANO | MASI Lugano | 27 febbraio – 8 maggio 2016

di MATTEO GALBIATI

La mostra, che il Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano – che già dalle prime esposizioni si merita di essere considerato tra i più attivi e significativi poli culturale a livello europeo per la qualità e il valore delle sue iniziative – dedica ad Aleksandr Rodčenko (1891-1956), si configura come un’esposizione di notevole ricchezza e di importante lettura scientifica dell’opera del fotografo russo e conferma la vocazione “transalpina” dell’istituzione elvetica, grazie alla collaborazione con i maggiori enti e studiosi del vecchio contenente – in questo caso il Moscow House of Photography Museum e la direttrice Ol’ga Sviblova – e alla lungimirante e propositiva forza dei contenuti che mostre come questa sottintendono.

Aleksandr Rodčenko, Scale, 1930, stampa d’artista, Collezione del Moscow House of Photography Museum © A. Rodchenko – V. Stepanova Archive © Moscow House of Photography Museum

Aleksandr Rodčenko, Scale, 1930, stampa d’artista, Collezione del Moscow House of Photography Museum © A. Rodchenko – V. Stepanova Archive © Moscow House of Photography Museum

Senza perdersi in celebrazioni eccessive, chi ha avuto modo di visitare questa mostra avrà percepito che, contrariamente al vezzo, divenuto vizio, di molti spazi espositivi italiani, privati e (ahimé!) pubblici, il MASI intende sostenere un vero programma culturale, partendo dai principi di storicità, conoscenza, educazione e sensibilizzazione del sapere che muovono nel suo pubblico – la cui mente viene nutrita da idee e contenuti – riflessioni che non soccombono, o le inseguono, alle mode, alle tendenze o alle grandi (scontate e vuote) attese, che non devono portare a successi di botteghino preconfezionati, ma si indirizzano nell’ottica di ottenere qualcosa su cui pensare e sono destinate a lasciare un segno importante nelle cronache, vera eredità del successo di una mostra museale.
In questo caso Aleksandr Rodčenko, nell’allestimento proposto, lo si incontra attraverso un numero consistente di scatti, ma anche con la testimonianza dei celeberrimi fotomontaggi, dei collage e delle grafiche e, persino, di alcune costruzioni spaziali: una lettura davvero a tutto tondo della sua figura e della sua personalità artistica, che avvolge il visitatore, proiettandolo, immagine dopo immagine, nella lettura quasi filmica dell’iconografia poetica dell’artista russo.

Aleksandr Rodčenko, Guardia vicino allaTorre Shukhov, 1929, stampa d’artista, Collezione del Moscow House of Photography Museum © A. Rodchenko – V. Stepanova Archive © Moscow House of Photography Museum

Aleksandr Rodčenko, Guardia vicino allaTorre Shukhov, 1929, stampa d’artista, Collezione del Moscow House of Photography Museum © A. Rodchenko – V. Stepanova Archive © Moscow House of Photography Museum

Le immagini si susseguono incessanti e, stimolando la curiosità e l’immedesimazione, danno conto di un tempo vicino-lontano della storia russa (ma non solo) del primo Novecento: le oltre trecento opere attestano quanto propulsiva fosse stata la visione e il pensiero di questa grande maestro che, rinnovando un codice linguistico ed estetico, ha saputo infondere un’energia straordinaria non solo ai suoi contemporanei, ma è stato capace di trasmettere un insegnamento che perdura nel tempo e ha toccato– e tocca– anche le generazioni successive.
Da grande rivoluzionario, Rodčenko ha agito, infatti, in svariati campi che, dalla pittura al design, dal teatro al cinema, dalla tipografia alla fotografia, grazie al suo esempio hanno potuto indirizzarsi verso nuovi sviluppi e nuove traiettorie. L’ammirazione che si nutre osservando i materiali raccolti nelle nuove sale del museo ticinese, affermano il carattere deciso dei suoi scatti che non sono mai freddamente distaccati dalla realtà, ma, al contrario, le sue visioni – spesso proprio perché manipolate e costruite – non restano mai immuni da prese di posizioni emotive e ideologiche.

Aleksandr Rodčenko, Ragazze con fazzoletti, 1935, stampa vintage, Collezione del Moscow House of Photography Museum © A. Rodchenko – V. Stepanova Archive © Moscow House of Photography Museum

Aleksandr Rodčenko, Ragazze con fazzoletti, 1935, stampa vintage, Collezione del Moscow House of Photography Museum © A. Rodchenko – V. Stepanova Archive © Moscow House of Photography Museum

Ecco allora che il nostro animo, ammirato e affascinato, viene catapultato nel tempo, caricandosi di quello sguardo emotivo, dinamico e vitale che la “nuova visione fotografica” di Rodčenko ha voluto promuovere con tale piglio innovativo e dirompente per la sua epoca.
Tra Rivoluzione d’Ottobre, Costruttivismo, Realismo socialista, Dada, incanto utopico e fiducia speranzosa nella modernità contemporanea, la mostra coglie l’essenza dell’autore che ci viene proposto, raccontandocelo tanto nella sua anima “istituzionale”, quanto rivelandocene i più celati e nascosti sentoriromantici e utopici, di un’anima che, attraverso inquadrature oblique e punti di vista inconsueti. Aveva dato all’arte, ma anche alla vita, un’interpretazione e una prospettiva nuova.

Aleksandr Rodčenko
a cura di Ol’ga Sviblova direttrice del Multimedia Art Museum di Mosca
con il sostegno di Credit Suisse
catalogo Skira con testi di Ol’ga Sviblova, Varvara Rodčenko e Alexander Lavrentiev e uno scritto di Aleksandr Rodčenko 

27 febbraio – 8 maggio 2016

LAC Lugano Arte e Cultura
MASI Lugano
Piazza Bernardino Luini 6, Lugano (Svizzera) 

Orari: martedì, mercoledì e domenica 10.30-18.00; giovedì, venerdì e sabato 10.30-20.00; chiuso lunedì; apertura straordinaria lunedì 28 marzo 2016 10.30-18.00
Ingresso intero CHFr15.00; ridotto AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17-25 anni CHFr.10.00; ingresso gratuito under 16 anni, la prima domenica del mese; biglietto combinato con Palazzo Reali intero CHFr18.00; ridotto AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17-25 anni CHFr12.00 

Info: +41 (0)58 866 4230
info@masilugano.ch
www.masilugano.ch

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