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MILANO | Glenda Cinquegrana Art Consulting | 13 gennaio – 25 marzo 2023

di MATTEO GALBIATI

Con This Must Be The Place, mostra curata da Glenda Cinquegrana, accompagnata da un puntuale saggio critico di Rebecca Delmenico, si può osservare come l’immediatezza imposta dalla Polaroid, nella ricerca di Andrea Tonellotto, diventi metodo analitico e sistematico per accogliere, attraverso la tecnica e i suoi mezzi, una modalità espressiva unica, autonoma, riconoscibile ed esclusiva. La lettura e l’interpretazione della fotografia da lui attuate, infatti, non si limitano, proprio per la sensibilità, coerente e metodica con cui lo sguardo si impegna nella ricerca definita del racconto espressivo, a farsi bastare la semplicità dello scatto, ma determinano un’elaborazione istintiva e meditata, innata e pensata, emotiva e ragionata, della visione finale che si acquisisce con l’opera compiuta.

Andrea Tonellotto, Casa Della Cultura #1, 2018, Composizione di 9 Polaroid, cm 31,5 x 27, Pezzo unico, ©Andrea Tonellotto / Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

Una quarantina di lavori, a testimoniare alcune diverse serie dell’artista prevalentemente dedicate a paesaggi urbani, si susseguono alle pareti della galleria milanese in una visione che detta quasi un ritmo “cinematografico”: questo ci riporta entro l’alveo di un flusso continuo di osservazioni che, anche se circoscritte e calate in tipologie differenti, ritrovano una matrice di sentire comune. Tonellotto riesce, in questo, a stento a trattenersi entro i confini di una fotografia “usuale”, perché sa imprimere il valore dell’identità con cui arriva al risultato ultimo e, passando per riscontri diversi, il peso del suo sguardo, del suo attentissimo osservare, qui si ritrova sempre. Si legge tra le righe di ogni immagine, di ogni singolo scatto il senso profondo che, esito di una ricerca assidua, imprescindibile, ha il pregio di sfuggire ogni omologazione, ogni convenienza, per esprimere la bellezza dilatata e moltiplicata dei suoi racconti, che danno valore alla completezza di sé.

Veduta dell’installazione della mostra “This Must Be The Place” di Andrea Tonellotto, a cura di G. Cinquegrana con testi di R. Delmenico presso Glenda Cinquegrana Art Consulting. Foto © Michele de Filippis/Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

La purezza del gesto di Tonellotto è di accettare (forse anche di inseguire al limite delle stesse possibilità) le qualità specifiche del suo strumento e di interpretarle con uno sguardo attento, intuitivo, carico di esperienza e di abitudine ad osservare con cura, a registrare e a documentare senza fretta. Sembra un paradosso ma le opere finite rimandano a un tempo notevolmente diverso rispetto a quello “istantaneo” con cui l’immagine si manifesta nella Polaroid dopo lo scatto. La Polaroid è, per l’artista, un mezzo particolare perché, pur recependo un metodo che ha sfidato i decenni, nella rapidità nel fornire messaggi sembrerebbe avvicinabile a un certo linguaggio attuale dell’era digitale, eppure quello che ritroviamo dentro le cornici è il decorrere di una memoria che non ha mai fretta. Ogni visione si compone di elementi di reminiscenze che oltrepassano la circostanza di luoghi conosciuti o riconosciuti, da ricordare o da conoscere.

Andrea Tonellotto, London Pride, 2019, Composizione di 12 Polaroid, cm 31,5 x 36, Pezzo unico, ©Andrea Tonellotto / Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

Le fotografie, sia negli scatti singoli che nella composizioni di mosaici, sono riconoscibili per una connotata e connotante caratteristica definizione spazio-temporale: hanno in sé una peculiare qualità pittorica che sa combinare sia la condizione di luce del luogo e del momento in cui si compie la velocità propria della registrazione fotografica della realtà, sia la resa data dallo sviluppo immediato della Polaroid che, pur in tempi diversi, armonizza tutto nell’insieme ultimo. In questo equilibrio di elementi Tonellotto risolve l’immagine finale non solo dal punto di vista della composizione, in cui linee strutturanti, di forza, prospettive e intrecci di geometrie modulano la verità del mondo in senso astrattivo, ma anche da un’impostazione che, in questo senso, si potrebbe definire pittorica, dove un preciso cromatismo identitario avvalora l’esclusività della sorgente narrativa dell’immagine stessa che trasfigura in altre possibilità il racconto e l’interpretazione avviate dal/nel reale.
La trasfigurazione del paesaggio è minuziosa, viene quasi dissezionata chirurgicamente in sequenze di istanti interconnessi, magari separati e distanti, che si riallacciano sempre attraverso l’esperienza dei sensi, del pathos, di quel che l’occhio del fotografo coglie sul campo e che traduce in punti di continuità fissi in questa dimensione di pittoricità interpretata. Una fissità che non è mai bloccata, ma sempre è rivisitatile attraverso la variabile delle contingenze con cui si guarda. E questo Tonellotto lo concede anche a noi osservatori spinti nel palcoscenico delle sue immagini i cui colori e le cui luci sembrano collocarsi nello spetto di una metafisica onirica, assoluta e silenziosamente calma da apparire sempre accogliente.

Andrea Tonellotto, Image Composition, 2011 – 2016, Composizione di 9 Polaroid, cm 31 x 31, Pezzo unico, ©Andrea Tonellotto / Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

L’esito, come l’artista ci dimostra, è destinato a durare e a permanere, a non consumarsi nella velocità dei meccanismi attuali, per questo la sua raccolta fotografica diventa ogni volta quadro. Sono confini che ci proiettano nella profondità dell’io, benché entro una cornice li sentiamo già carichi di una poesia sempre libera. Sono ricordi ed evocazioni, sono pensieri di certo non immuni da citazioni dirette che riportano ai maestri della fotografia (Ghirri o Basilico per citare i più noti), ma soprattutto ci avvicinano indirettamente al clima di grandi pittori come De Chirico, Hopper, Carrà, Calderara…
Non importa allora il Tempo o il Luogo, a prevalere è quel senso di perfetta armonia con cui le luminosità, i colori, le atmosfere e le geometrie, i segni, le architetture descritte si stemperano in un codice espressivo che avvalora quelle immagini già presenti nell’esperienza di ciascuno. Qui Tonellotto è maestro: è abile nella messa in scena di una visione così distillata e cristallina nell’apparire che è, però, capace di ritrovare un nuovo spunto, una nuova suggestione, in quel dettaglio che sfugge e sconfina nella prossimità dell’imperfezione dell’emozione. Questa sempre pronta a farsi altra testimonianza, altro narrare, altro divenire.

Andrea Tonellotto. This Must Be The Place
a cura di Glenda Cinquegrana
con un testo di Rebecca Delmenico

13 gennaio – 25 marzo 2023

Glenda Cinquegrana Art Consulting
via Luigi Settembrini 17, Milano

Info: +39 02 49429104
info@glendacinquegrana.com
www.glendacinquegrana.com

Nato vicino a Padova nel 1974, Andrea Tonellotto attualmente vive a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova. Le sue fotografie sono state pubblicate a livello internazionale ed esposte in Italia e all’estero in vari festival europei, come Roma Film Festival, Fotoleggendo, Roma, Leica Gallery, Praga, MIA Photo Fair, Milano, Polaroid Fine Art, Milano, Espace (s) a Parigi, Photo London, Londra (UK), Photographie Italienne Contemporaine, Marsiglia, Fotofever, Pargi, Places, Los Angeles (USA). Nel 2015, durante la settimana della moda milanese, la stilista Giulia Marani ha presentato una collezione ispirata alle sue polaroid. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro dal titolo Just a Perfect Day (ed. Artphilein / Heillandi Gallery). La seconda edizione del libro è stata presentata nel 2020. Al MIA Photo Fair 2019 il suo lavoro Rationalism-Tresigallo è stato premiato con una Menzione d’Onore al Premio Fotografia di Architettura. Alcune sue opere fanno parte di prestigiose collezioni private, come SpallArt collection, Salzburg (Austria), Artphilein Foundation, Lugano (Svizzera). Mostre personali: Let’s meet on a cloud of freedom, Focus, Lugano, CH, 2021; Just a Perfect Day, Artphilein Foundation, Lugano, CH; Le Polaroid di Andrea Tonellotto, Solution Area, Torino; London Eye, Heillandi Gallery, Lugano, CH; 2020; …Is there anybody out there?, Label 201, Roma, 2012; Nobody…Is there anybody out there?, Galleria Lambda, Padova, 2011. Mostre collettive selezionate: Opening at…, Heillandi Gallery, Lugano, CH; Arte Italiana, Cappellini Berverly Hills, LA; 2016; Places, Building Bridges Art Exchange Gallery, LA, 2015; Urban Landscapes Exhibition, P46 Gallery, Camogli; Espace(s), La(b) Galerie Artyfact, Paris, 2014; Discussion About Polaroid, Leica Gallery, Prague, 2012.

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