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di Mattia Zappile

2009. Giuseppe Mastromatteo presenta la sua nuova serie, Indepensense, una collezione di rielaborazioni fotografiche sospese tra eleganza e contaminazione.
Inverno 2013
. Swatch lancia Trompe l’oeil, campagna pubblicitaria su scala mondiale. L’immagine chiave, un orologio avvolto dalle bellezze vivaci di visi femminili.

Il risultato, una campagna pubblicitaria piacevole, ma con un piccolo neo: la somiglianza tra i manifesti e le opere di Mastromatteo. Quando un amico designer di Tokyo lo contatta dicendo di aver visto i suoi lavori utilizzati dal colosso dell’orologeria, l’artista accoglie la notizia con stupore ed incredulità giudicando la somiglianza impressionante. Contrariamente a quanto creda l’amico, non è stato avvisato da Swatch prima del lancio della campagna né riconosciuto come riferimento. Giuseppe Matromatteo, dalla serie Indepensense 1bNasce un contenzioso legale che riapre la questione, morale, giuridica e, ancor prima, artistica: coincidenza, plagio o citazione? Allorché si riconosca la forte similitudine tra le immagini e la vasta portata della diffusione delle opere di Indepensense, l’ipotesi della coincidenza, che assolverebbe da un punto di vista etico i creativi di Swatch, sembra poco plausibile. ll campo si restringe allora alla specifica questione dell’utilizzo intenzionale di immagini altrui e di quando possa considerarsi lecito o al contrario lesivo dei diritti dell’artista sulle proprie creazioni.

In risposta alla crescente necessità di una regolamentazione semplice e discriminabile, la giurisprudenza americana in materia di copyright ha elaborato quattro criteri guida verso cui sembra convergere anche la regolamentazione europea. L’uso di parti di opere altrui, o loro parti, è considerato fair use, cioè lecito, in relazione a:

1) La finalità e il carattere dell’uso, compreso se tale utilizzo è di natura commerciale o senza scopo di lucro.

2) La natura del lavoro.

3) La quantità e la sostanzialità della porzione utilizzata.

4) L’effetto sul mercato potenziale o sul valore del lavoro protetto da copyright.

Questi semplici canoni discriminativi, nati in un quadro legislativo, possono fungere da strumento teorico valutativo per il critico e ancora prima all’artista che, spinto da una propria e sentita poetica, voglia fagocitare l’opera altrui per restituirla al mondo con un proprio messaggio. Alla luce di tali criteri è possibile un raffronto più sistematico tra Indepensense e le immagini di Trompe l’oeil.

immagine della campagna pubblicitaria SWATCH, Trompe l'oeil

Il primo e più importante criterio riguarda appunto la finalità e il carattere dell’uso e impone all’opera seconda una trasformazione nel messaggio, nel significato o nella natura rispetto all’originale. In sostanza, l’uso di opere altrui non può definirsi plagio, ed è quindi diritto imprescindibile dell’artista, quando viene inscritto in una nuova forma produttrice di significati inediti non presenti nell’originale. Esemplificando, L.H.O.O.Q., volgarmente La Gioconda coi baffi di Duchamp, non può considerarsi una forma di uso improprio o plagio in quanto il riferimento all’opera di Leonardo, oltre al pur evidente intento satirico, diventa forma linguistica per una meta-semantica che vuole ridefinire gli obiettivi della ricerca artistica e i suoi canoni formali di riferimento. Risulta evidente che nel caso specifico dell’affaire Mastromatteo vs Swatch il parametro della rielaborazione critica dei significati trova difficile applicazione. Anche cercando nel lavoro dei creativi Swatch dei sinceri intenti comunicativi, quantomeno nel leit-motiv della temporalità come cardine attorno cui si spiega l’esistere umano, rimane la scelta arbitraria nell’uso delle creazioni di Mastromatteo che non sono, come nel caso di Duchamp, referente critico diretto ed esplicitato.

Inapplicabile risulta anche il criterio della natura dell’opera riprodotta. Se la trasposizione di un’idea in differenti ambiti mediatici attraverso nuovi strumenti linguistici introduce a priori elementi inediti, il caso in esame riguarda un prelievo dalla fotografia sulla fotografia.

Il terzo punto, la quantità e sostanzialità della porzione utilizzata, risulta spesso decisivo, in sede legale come nell’accoglienza critica e di pubblico. Se, come sembra, tre delle quattro figure femminili di uno dei manifesti Swatch hanno un grado di somiglianza che sfiora la coincidenza con due opere di Indepensense, la porzione prelevata sarebbe identificabile con la totalità dell’originale.

Il quarto punto è stato spesso frainteso da quei critici, portando i critici a giustificare l’uso improprio qualora esso avesse come conseguenza una sorta di “pubblicità gratuita” per l’autore dell’originale. Tale posizione dimentica che il trapianto di opere altrui all’interno di lavori inediti viola, al tempo stesso, il diritto alla paternità dell’opera e, non meno importante, quello alla sua integrità, generando facilmente distorsioni semantiche e ingustificate interferenze sulle strategie commerciali di cui l’autore ha e deve avere il totale controllo.

Nella variabilità delle opinioni, amplificata dalla indecifrabilità e poca chiarezza della legislazione, si è tentato comunque di estrapolare alcuni canoni interpretativi semplici e applicabili nei diversi settori della creatività. Nella speranza che, prima del tribunale, sia il buonsenso, o ancor meglio la sincera e viscerale ispirazione, a guidare il gioco, sempre sospeso tra suggestioni e lampi di genio, della creazione artistica.

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