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MILANO | Museo del Novecento | 22 marzo – 25 agosto 2019

di MATTEO GALBIATI

Il dovere di un’istituzione museale, oltre a quello di acquisire, studiare e conservare capolavori e testimonianze storiche, certamente è, soprattutto se si occupa di arte moderna e contemporanea, anche quello di rileggere e promuovere criticamente il valore di ricerche che, pur poco note al grande pubblico, risultano essere di determinante importanza per il dibattito artistico-culturale nel loro e nostro tempo.

Marinella Pirelli, Sequenza di rotazione di sfera luce da 360°,
stampa fotografica, 1971 circa Courtesy Fabio Donato © Fotografia di Fabio Donato

Secondo quest’ottica di recupero e di studio del carattere sperimentale e di innovazione linguistica attuato dall’opera di maestri la cui visionarietà non è stata celebrata secondo una giusta prospettiva, la mostra Luce Movimento. Il cinema sperimentale di Marinella Pirelli è un esempio di notevole impegno storico-critico che aiuta, in modo davvero impegnato, a evidenziare l’originalità e l’indipendenza dell’indagine condotta da Marinella Pirelli (1925-2009).
Questa monografica – che abbiamo avuto modo di visitare, apprezzandone i contenuti, accompagnati dal figlio Pietro – percorre tutta la parabola artistica di Pirelli che, già dalla fine degli anni Quaranta, ha mosso i primi passi nel rutilante contesto artistico italiano del secondo dopoguerra dimostrando subito il proprio carattere, marcato da una forte e notevole autonomia e indipendenza. La qualità e l’importanza delle intuizioni dell’artista emergono, infatti, in tutta la loro prorompente forza interdisciplinare fin dalle prime esperienze teatrali, per poi trasferirsi alla ricerca sul video, al valore del colore e allo studio intensissimo delle possibilità offerte dalla luce e dalla tecnologia.

Marinella Pirelli, Bruciare, 1971, film, 16 mm (trasferito in digitale), still da video, film Courtesy Archivio Marinella Pirelli

Il percorso espositivo attraversa, seguendo un andamento sia tematico che cronologico, la visionarietà dell’artista che, pur slegata da logiche di mercato o dall’affermazione nel mondo delle gallerie, non ha mai mancato di confrontarsi con le maggiori figure di intellettuali e di artisti del suo tempo, sia italiani che internazionali.
I materiali presenti in mostra, magistralmente raccolti e allestiti, tra opere, documenti d’archivio, scritti, appunti, disegni, fotografie, video, ricostruzioni e inediti, permettono di far immergere lo sguardo e l’immaginazione nell‘acuta sensibilità di Marinella Pirelli che, con la sua libertà di visione, si è sempre mossa in modo sperimentale e autonomo pur avendo interagito e avuto intensi scambi anche con alcune delle figure più significative di quegli anni. Luce e video sono i pilastri fondanti della sua pratica artistica e questi sono i termini di una poetica che risulta anticipatrice – anche di decenni – delle linee e delle tendenze di molta arte che ha connotato gli anni Sessanta e Settanta.

Marinella Pirelli, 1969

Nelle dieci sale del museo milanese prende corpo soprattutto quel suo interesse per le possibilità offerte dalla ripresa “cinematografica”, messa al servizio di interpretazioni artistiche sempre diverse e suggestive – importante sarà il suo contributo nell’ambito del Cinema Espanso – quanto del potenziale infinito determinato dall’impalpabilità del fenomeno luminoso.
Luce, natura, gesto, azione, colore, corpo sono i mezzi agenti che concorrono alla definizione di un pionieristico e interdisciplinare atteggiamento lirico e poetico che porta Pirelli a definire un pensiero artistico senza compromessi e senza mediazioni: le sue opere vivono una schiettezza diretta, una lucida corrispondenza tra immaginazione e realtà, tra esperienza e intuizione, tra idea e progetto ed esito finale.

Marinella Pirelli, Meteora trasparente (Doppio arcobaleno), 1970-71, lastre di acciaio, lastre di metacrilato, motorino elettrico, lampadina, 96x96x24 cm, Courtesy Archivio Marinella Pirelli © Sergio Tenderini Fotografia

Pittura, ambienti e filmografia sperimentale delimitano la territorialità visionaria di un’artista il cui orizzonte visivo ha sempre oltrepassato il limite temporale e culturale della propria epoca, avanzando così lo sguardo oltre ogni contingenza limitante. Immergersi nel flusso delle sue opere significa cogliere le tensioni e gli interessi non solo di Pirelli, la cui intuizione risulta essere complessa e polisemantica, ma anche di recepire le suggestioni che animavano lo spirito di un’epoca. L’eccentrica singolarità del suo apporto e dei suoi contributi, rimasti ingiustamente in disparte rispetto al clamore di altri maestri della sua generazione, sono di chiara leggibilità in questo progetto espositivo: azione e documentazione, coinvolgimento e ammirazione colgono lo spettatore spingendolo nel profondo sentire dell’artista di cui si percepisce e legge la decisiva attestazione della sua chiara e sicura deduzione estetica.

Marinella Pirelli, Appropriazione, a propria azione, azione propria – Sole in mano, 1973, film, 16 mm (trasferito in digitale),
still da video Courtesy Archivio Marinella Pirelli

Al Museo del Novecento è messa in scena una mostra che – integrata anche da un’importante monografia scientifica edita per l’occasione – non coglie mai impreparato il pubblico: pur non conoscendola, sala dopo sala il suo lavoro agisce sull’immaginazione, veste lo sguardo, accoglie la sensibilità. Lo spettatore, in qualche modo, viene, inconsapevolmente, “istruito” sulla misura e sulla portata significante dell’opera di Pirelli. Non importa saperne o meno il vissuto e l’esperienza, le opere esposte concatenano una sequenza di stimoli che attivano un interesse inevitabile e quella scoperta silenziosa matua presto in una individuale coinvolgente esperienza diretta e partecipata che introduce i termini per un nuovo statuto di conoscenza che dall’artista si trasferisce alla storia e, quindi, al nostro tempo.

Luce Movimento. Il cinema sperimentale di Marinella Pirelli
a cura di Lucia Aspesi e Iolanda Ratti
promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, Museo del Novecento, Electa
progetto allestimento Massimo Curzi
progetto grafico Leonardo Sonnoli, Irene Bacchi (Studio Sonnoli)
catalogo Elcta con saggi di Anna Maria Montaldo, Iolanda Ratti, Lucia Aspesi, Vittoria Broggini, Andrea Lissoni, Tommaso Trini, Fernanda Pivano, Gillo Dorfles, Achille Bonito Oliva, Érik Bullot, Rossana Stellato

22 marzo – 25 agosto 2019

Museo del Novecento
Piazza Duomo 8, Milano

Orari: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30; il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Ingresso intero €10.00; ridotto €8.00; visite guidate e didattica percorsi didattici per scuole, visite guidate per adulti e famiglie, attività dedicate ai bambini e servizio di audioguide info su l sito del museo

Info: +39 02 884 440 61
c.museo900@comune.milano.it
www.museodelnovecento.org
www.electa.it
www.marinellapirelli.org

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