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NAPOLI | Intragallery | 7 marzo – 10 maggio 2018

di FRANCESCA DI GIORGIO

Il “grado di conoscenza” della città, prima di iniziare a lavorare al progetto dedicato a Napoli, negli spazi di Intragallery, per Lapo Simeoni ha influito nel costruire un Diorama, per citare parte del titolo della personale in corso, attingendo, come dichiara l’artista «Da una risorsa caleidoscopica da scoprire nel tempo». Simeoni artista italiano, da anni residente a Berlino, ha frequentato la città più volte restando catturato «Dalla sua potenza creativa e distruttiva di questa città che in realtà considero come un complesso macro-cosmo del mondo».

Lapo Simeoni, Cielo stellato, particolare veduta allestimento, Intragallery, Napoli

Lapo Simeoni, Cielo stellato,2018, tempera e monete su plexiglass, 30,5×21,5 cm, particolare veduta allestimento, Intragallery, Napoli

I primi elementi ad entrare nella riflessione di Simeoni sulla città gli sono stati forniti dal soggiorno a Napoli, in occasione della mostra The Rebirth Triad, a cura di Chiara Canali, lo scorso anno alla Reggia di Caserta, una mostra organizzata, appunto, da Intragallery che oggi gli dedica una personale. La visione dall’immenso Interland fino ad arrivare al Vesuvio è stato l’input per iniziare a pensare ad un progetto sitespecific a partire dalla conformazione della seconda sala della galleria, che ricorda la forma di una grotta, come il nucleo al centro della Terra. «La mia idea è stata quella di creare una correlazione multi-temporale e archeologica con l’immenso immaginario che si evolve intorno al Vesuvio». Quest’immagine, da cui parte anche la riflessione di Annalisa Ferraro consegnata nel testo critico in mostra, entra da subito in stretta connessione «con il libro “Viaggio al centro della terra” di Jules Vernes per molte affinità con la mia ricerca» come ci racconta l’artista. Il processo creativo come viaggio e scoperta, l’utilizzo di materiali di recupero come reperti contemporanei.

«Ogni frammento trovato a Napoli, micro o macro è una forma di studio sull’archeologia dell’abbandono. Alcune opere sono state realizzate completamente con materiali dimenticati nelle strade di Napoli, quindi opere non calcolate ma costruite nei giorni di allestimento come un mosaico vivo della città, affrontando il tema del consumismo e dello sfrenato utilizzo di materie ancora a mio parere nobili. Il viaggio inteso come “viaggio interiore” si è trasformato in una catalogazione tra l’affetto per l’oggetto ritrovato e la scoperta nella sua ricostruzione, reinterpretando quell’immaginario collettivo vissuto giorno per giorno nella città. Si possono ricostruire scenari incredibili con i materiali trovati nelle strade di Napoli».

Un viaggio andata e ritorno al centro della terra che lascia un’impronta “mitologica” se pensiamo alla catabasi (discesa) e all’anabasi (salita) dei miti greci (Ulisse, Eracle, Orfeo…) o di Dante nella “Commedia” citati anche nel testo critico di Annalisa Ferraro. La grotta stessa è un “mito”, un topos, “luogo” di scoperta della realtà e verità delle cose del mondo.

Lapo Simeoni, fragment Vesuvius, veduta della mostra, Intragallery, Napoli

Lapo Simeoni, fragment Vesuvius, veduta della mostra, Intragallery, Napoli

Come sia stato suddiviso lo spazio e concepito il progetto espositivo ce ne parla l’artista: «La prima sala si presenta in due ambientazioni sceniche fotografiche (Diorama). La gigantografia (sul lato sinistro) presenta un incendio doloso sul Vesuvio nel 2017, sovrapporta l’opera museale fragment Vesuvius realizzata interamente con pannelli di mobili, ante, cassetti trovati in città e frammenti lavici sul Vesuvio. Alla parete opposta una litografia del 700 con l’eruzione del Vesuvio in contrapposizione con opere che dialogano con tematiche contemporanee sul rapporto tra arte, economia ed immigrazione come 25.000, Mare Nostrum, creando un conflitto/dialogo tra passato presente.

Lapo Simeoni, "25.000", "Mare Nostrum", veduta della mostra, Intragallery, Napoli

Lapo Simeoni, “25.000”, “Mare Nostrum”, veduta della mostra, Intragallery, Napoli

L’ultima sala, invece, nasce dal libro “Viaggio al centro della terra” di Jules Vernes. Ho ricostruito una sorta di Grotta/Diorama parallela al libro, ricoperta completamente con teli termici di primo soccorso, sul pavimento sono appoggiati materiali trovati in strada in centro città e in periferia. Le 7 opere realizzate appositamente per Diorama hanno come base le incisioni riprese dalla prima edizione del libro di Vernes, per essere poi reinterpretate utilizzando vari media.

Lapo Simeoni, Grotta, veduta della mostra, Intragallery, Napoli

Lapo Simeoni, Grotta, veduta della mostra, Intragallery, Napoli

In #Where did the truth end and error begin sembra più forte il riferimento tra sacro e profano – binomio spesso usato per restituire la natura complessa e contraddittoria di Napoli – dove ad una forma/sezione di pala di altare sono accostati elementi come le monete che ricorrono spesso in lavori precedenti e ritornano anche in #What darkness to you is light to me in cui Simeoni ha posto una moneta al vertice del pentagono, una forma affatto neutra per la sua carica simbolica. Cinque sono le punte della stella: cinque sono gli elementi costitutivi del Cosmo, all’apice lo Spirito dove, appunto Lapo Simeoni ha posto una moneta…
I titoli delle opere nella sala DIORAMA provengono tutte delle “quotes” del film omomino al romanzo di Vernes del 1959, un film che è rimasto impresso nell’immaginario dell’artista.

Lapo Simeoni, Grotta, veduta della mostra, Intragallery, Napoli

Lapo Simeoni, Grotta, in primo piano #What darkness to you is light to me, veduta della mostra, Intragallery, Napoli

«#Where did the truth end and error begin è stata per me una sorta di catalogazione “Pathosformel” (Aby Warburg), dove ho riunito alcune immagini archetipiche riunite in contesti differenti. Tra queste, uno schermo di un cellulare, un frammento del vulcano Vesuvio, delle monete (euro) lavorate come fossero reperti archeologici contemporanei. #What darkness to you is light to me è una sorta di mondo parallelo contemporaneo dove i ricercatori siamo noi, uomini del presente diventati esploratori di un mondo virtuale. La grotta nell’opera diventa un microcosmo nel cosmo economico perso negli inferi della terra, qui ognuno di noi cerca di trovare la propria luce o libertà di vivere il proprio destino».

 

Lapo Simeoni. DIORAMA / NAPOLI

7 marzo – 10 maggio 2018

Intragallery
Via Cavallerizza a Chiaia 57, Napoli

Info: +39 081 415702
www.intragallery.it

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