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VENEZIA | sedi varie | 20 aprile – 24 novembre 2024

Presentata ieri a Venezia l’edizione numero 60 de La Biennale di Venezia. Il titolo è noto da tempo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere e non particolarmente illuminante ma ai titoli generici negli ultimi anni ci hanno già abituati. La nuova edizione sarà aperta al pubblico da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024, ai Giardini e all’Arsenale, a cura di Adriano Pedrosa e prodotta dalla Biennale di Venezia. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 17, 18 e 19 aprile, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà il 20 aprile 2024.
Post conferenza stampa vi sintetizziamo in 10 punti la prossima biennale veneziana.

1_Chi è in breve il curatore della Mostra Internazionale.
Adriano Pedrosa (Brasile) è il primo curatore della Biennale Arte proveniente dall’America Latina e si è laureato in legge alla Universidade Estadual di Rio de Janeiro e ha conseguito un master in Arte e scrittura critica al California Institute of the Arts. I suoi scritti sono stati pubblicati, tra gli altri, in Arte y Parte (Santander), Artforum (New York), Art Nexus (Bogotá), Bomb (New York), Exit (Madrid), Flash Art (Milano), Frieze (Londra), Lapiz (Madrid), Manifesta Journal (Amsterdam), Mousse (Milano), Parkett (Zurigo), The Exhibitionist (Berlino).
Dal 2014 Pedrosa è il Direttore Artistico de Museu de arte de São Paulo – MASP in Brasile.
È stato curatore aggiunto della 24. Bienal de São Paulo (1998), curatore responsabile delle mostre e delle collezioni al Museu de Arte da Pampulha, Belo Horizonte (2000-2003), co-curatore della 27. Bienal de São Paulo (2006), curatore di InSite_05 (San Diego Museum of Art, Centro Cultural Tijuana, 2005), direttore artistico della 2. Trienal de San Juan (2009), curatore del 31. Panorama da Arte Brasileira-Mamõyaguara opá mamõ pupé (Museu de Arte Moderna, San Paulo, 2009), co-curatore della 12. Biennale di Istanbul, curatore del Padiglione di San Paolo alla 9. Biennale di Shanghai (2012).
Al MASP Pedrosa ha curato numerose mostre, tra cui le personali dedicate ai lavori di Tarsila do Amaral, Anna Bella Geiger, Ione Saldanha, Maria Auxiliadora, Gertrudes Altschul, Beatriz Milhazes, Wanda Pimentel e Hélio Oiticia, così come il ciclo di mostre dedicate a Storie diverse: Histories of Childhood (2016), Histories of Sexuality (2017), Afro Atlantic Histories (2018), Women’s Histories, Feminist Histories (2019), Histories of Dance (2020), Brazilian Histories (2022).
È stato premiato con il 2023 Audrey Irmas Award for Curatorial Excellence conferitogli dal Central for Curatorial Studies del Bard College di New York.

Adriano Pedrosa and Roberto Cicutto, Photo by Andrea Avezzù, Courtesy of La Biennale di Venezia

2_Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere. Il “tema” della Mostra Centrale de la Biennale Arte 2024
La Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale in due nuclei distinti: Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico.
Come principio guida, la Biennale Arte 2024 ha privilegiato artisti che non hanno mai partecipato all’Esposizione Internazionale, anche se alcuni di loro hanno già esposto in un Padiglione Nazionale, in un Evento Collaterale o in una passata edizione della Esposizione Internazionale. Un’attenzione particolare sarà riservata ai progetti all’aperto, sia all’Arsenale sia ai Giardini, e a un programma di performance durante i giorni di pre-apertura e nell’ultimo fine settimana della 60. Esposizione.
Il titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.
«L’espressione Stranieri Ovunque – spiega Adriano Pedrosa – ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri».

MAHKU – Movimento dos artistas Huni Kuin (Founded in Kaxinawá Indigenous Land, Brazil, 2013 – Based in Kaxinawá Indigenous Land), Kapenawe pukenibu (2022), Acrylic on canvas, 140 x 115 cm, Acelino Huni Kuin (Terra Indígena do Alto Rio Jordão, Jordão, Acre, Brasil, 1975) / Movimento dos Artistas Huni Kuin (MAHKU) / Ibã Huni Kuin (Terra Indígena do Alto Rio Jordão, Jordão, Acre, Brasil, 1964) / Photo: Daniel Cabrel / Courtesy of Museu de Arte de São Paulo – MASP

Nucleo Contemporaneo
«Il termine italiano “straniero”, il portoghese “estrangeiro”, il francese “étranger” e lo spagnolo “extranjero” sono tutti collegati sul piano etimologico rispettivamente alle parole “strano”, “estranho”, “étrange” ed “extraño”, ovvero all’estraneo. Viene in mente Das Unheimliche di Sigmund Freud, Il perturbante nell’edizione italiana, che in portoghese è stato tradotto con “o estranho”, lo strano che, nel profondo, è anche familiare. Secondo l’American Heritage e l’Oxford English Dictionary, il primo significato della parola “queer” è proprio “strange” (“strano”), pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulla produzione di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk o popular; l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. La produzione di questi quattro soggetti  sarà il fulcro di questa edizione e andrà a costituire il Nucleo Contemporaneo».

3_Nucleo Storico «Il Nucleo Storico è composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Si è scritto molto sui modernismi globali e su quelli del Sud del mondo, motivo per cui in alcune sale saranno esposti lavori provenienti da tali territori, come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo. Conosciamo fin troppo bene la storia del Modernismo in Euroamerica, ma i modernismi del Sud globale rimangono in gran parte sconosciuti. […]. Lo stesso Modernismo europeo ha viaggiato ben oltre l’Europa nel corso del Novecento, spesso intrecciandosi con il colonialismo, così come molti artisti del Sud globale si sono recati in Europa per esporre il proprio lavoro. […]».
Il Nucleo Storico prevede tre sale nel Padiglione Centrale: la sala intitolata Ritratti, la sala dedicata alle Astrazioni e una terza sala dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo lungo il corso del XX secolo.

Nenne Sanguineti Poggi (Savona, Italy, 1909 – 2012, Finale Ligure, Italy. Lived in Ethiopia and Eritrea) Tekkà (1948), Oil on canvas, 49 x 44 cm, Courtesy Estate of Nenne Sanguineti Poggi / ©Estate of Nenne Sanguineti Poggi

4_I leitmotiv della Mostra
Il primo è il tessile
, esplorato da molti artisti coinvolti, a partire da figure chiave nel Nucleo Storico, fino a molti autori presenti nel Nucleo Contemporaneo. […] Tali opere rivelano un interesse per l’artigianato, la tradizione e il fatto a mano, così come per le tecniche che, nel più ampio campo delle belle arti, sono state a volte considerate altre o straniere, estranee o strane. […] Un secondo elemento è rappresentato dagli artisti – molti dei quali indigeni – legati da vincoli di sangue. […] Anche in questo caso la tradizione gioca un ruolo importante: la trasmissione di conoscenze e pratiche da padre o madre a figlio o figlia oppure tra fratelli e parenti». (Adriano Pedrosa)

5_ Disobedience Archive (The Zoetrope) di Marco Scotini dentro al Nucleo Contemporaneo di Pedrosa
Una sezione speciale dedicata a Disobedience Archive, un progetto di Marco Scotini che dal 2005 sviluppa un archivio video incentrato sulle relazioni tra pratiche artistiche e attivismo. La presentazione di Disobedience Archive nella Mostra è progettata da Juliana Ziebell, che ha lavorato anche all’architettura espositiva dell’intera Esposizione Internazionale. Questa sezione, suddivisa in due parti principali appositamente concepite per la Mostra, dal titolo Attivismo della diaspora e Disobbedienza di genere. Disobedience Archive, includerà opere di 39 artisti e collettivi realizzate tra il 1975 e il 2023».
Gli artisti di Disobedience Archive: Ursula Biemann, Black Audio-Film Collective, Seba Calfuqueo, Simone Cangelosi, Cinéastes pour les sans-papiers, Critical Art Ensemble, Snow Hnin Ei Hlaing, Marcelo Expósito, Maria Galindo & Mujeres Creando, Barbara Hammer, mixrice, Khaled Jarrar, Sara Jordenö, Bani Khoshnoudi, Maria Kourkouta & Niki Giannari, Pedro Lemebel, LIMINAL & Border Forensics, Angela Melitopoulos, Jota Mombaça, Carlos Motta, Zanele Muholi, Pınar Öğrenci, Daniela Ortiz, Thunska Pansittivorakul, Anand Patwardhan, Pilot TV Collective, Queerocracy, Oliver Ressler and Zanny Begg, Carole Roussopoulos, Güliz Sağlam, Irwan Ahmett & Tita Salina, Tejal Shah, Chi Yin Sim, Hito Steyerl, Sweatmother, Raphaël Grisey and Bouba Touré, Nguyễn Trinh Thi, James Wentzy, Želimir Žilnik.

6_ Paesi e Padiglioni
La Mostra sarà affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i Paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Leste e Repubblica Unita della Tanzania. Nicaragua, Repubblica di Panama e Senegal partecipano per la prima volta con un proprio padiglione.
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è a cura di Luca Cerizza, con il progetto Due qui / To hear dell’artista Massimo Bartolini, che include contributi appositamente ideati da musiciste/i e da scrittrici/scrittori.
Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, Cardinale José Tolentino de Mendonça, avrà luogo quest’anno nella Casa di reclusione femminile di Venezia alla Giudecca. La mostra ha come titolo Con i miei occhi ed è a cura di Chiara Parisi e Bruno Racine. Il Comune di Venezia partecipa con un proprio Padiglione, il Padiglione Venezia, ai Giardini di Sant’Elena.

7_ I Leoni d’Oro
Con una cerimonia di premiazione prevista sabato 20 aprile 2024 a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia si assegneranno ufficialmente i Leoni d’Oro alla carriera all’artista brasiliana (italiana di nascita), Anna Maria Maiolino (1942) e all’artista turca (risiedente a Parigi) Nil Yalter (1938).
Entrambe le artiste parteciperanno per la prima volta alla Biennale Arte, Maiolino con una nuova opera di grandi dimensioni che prosegue e sviluppa la serie delle sue sculture e installazioni in argilla; Yalter con una riconfigurazione della sua innovativa installazione Exile is a hard job, insieme alla sua opera iconica Topak Ev, collocate nella prima sala del Padiglione Centrale.

Dean Sameshima (Torrance, California, 1971 – Lives in Berlin) Anonymous Homosexual (2020), Acrylic on canvas, 30 x 40 cm, Courtesy of the Artist, Kristina Kite Gallery, Los Angeles and Soft Opening, London / © Dean Sameshima

8_Eventi Collaterali
Sono 30 Eventi Collaterali approvati dal Curatore e promossi da enti e istituzioni pubbliche e private senza fini di lucro, sono organizzati in numerose sedi della città di Venezia e propongono un’ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra.

9_Un progetto speciale per Nedda Guidi
Dieci opere dell’artista italiana Nedda Guidi (Gubbio, 1927 – Roma, 2015), presente in concorso nell’Esposizione Internazionale, saranno esposte a Forte Marghera all’interno dell’edificio chiamato Polveriera Austriaca a Mestre. «Invitata per le tecniche innovative adoperate nella scultura in ceramica – ha spiegato Adriano Pedrosa – Guidi unisce la figura dell’esperto artigiano col genio dell’arte, non una “semplice” ceramista ma una scultrice fondamentale per l’evoluzione della ceramica contemporanea».

10_Biennale College Arte
Agnes Questionmark, Joyce Joumaa, Sandra Poulson, Nazira Karimi sono gli autori dei progetti finalisti della 2a edizione di Biennale College Arte 2023/24, che accederanno a un contributo di 25.000 euro per la realizzazione del lavoro finale. Le loro opere saranno presentate, fuori concorso, come parte della 60. Esposizione. Al bando di partecipazione hanno aderito oltre 150 giovani artisti/e emergenti under 30 provenienti da 37 paesi in tutto il mondo.

La Biennale di Venezia
60. Esposizione Internazionale d’Arte

Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere

Venezia (Giardini e Arsenale)

20 aprile – 24 novembre 2024
Pre-apertura 17, 18 e 19 aprile

Info: www.labiennale.org
Facebook: La Biennale di Venezia | X: @la_Biennale
Instagram: labiennale | YouTube: BiennaleChannel

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