Non sei registrato? Registrati.
INTERVISTA DI CHIARA CANALI

Negli spazi del complesso post-industriale della ExMarmi, ha preso avvio un nuovo appuntamento dedicato all’arte contemporanea con le opere degli artisti J&Peg, in una mostra a cura di Lorenzo Bruni. Dopo il successo del progetto di Thomas Gillespie è la volta del duo Antonio Managò e Simone Zecubi, in arte J&Peg che richiama il formato delle immagini digitali utilizzate nel loro originale processo creativo, che combina scenografia, fotografia, pittura e computer grafica.
Le opere dei J&Peg sono il risultato di un processo lungo e complesso che nasce dall’assemblaggio di differenti materiali e tecniche che li porta a realizzare costruzioni di modellini, set cinematografici, scatti fotografici stampati su PVC e su cui intervengono successivamente con la pittura. La mostra, dal titolo Caso Zero, presenta una serie di oltre 15 grandi lavori fotografici, realizzati appositamente per questo progetto, che si discosta fortemente dalla produzione precedente, molto contrastata, un gioco tonale e chiaroscurale di figure grigie e nere che emergono dal nero dello sfondo per mezzo di un sapiente gioco di luci.
Come scrive nel testo in catalogo il curatore Lorenzo Bruni: «Appare evidente che Caso zero più che essere un titolo di un ciclo fotografico è una dichiarazione da parte degli artisti di azzeramento della profusione attuale delle immagini di massa». Sentiamo cosa ne pensano gli artisti…

Chiara Canali: I personaggi messi in scena in questa vostra mostra personale sono tutti avvolti all’interno di una guaina nero o grigio scuro che ingabbia le figure e le rende tutte omogenee. Come mai questa particolare vestizione? Che significato assume all’interno dell’intera composizione?
J&Peg:
Il telo nero che avvolge i personaggi serve per conservare e racchiudere un avvenimento realmente accaduto che ha colpito particolarmente la nostra attenzione.

Le pose dei gruppi richiamano iconografie dell’arte classica, dalla fotografia familiare dell’Ottocento alla posa monumentale delle sculture etrusche e pre-romaniche. In che modo avviene la scelta dei soggetti e a quale categoria intendete uniformare la vostra rappresentazione?
La scelta dei soggetti avviene attraverso una ricerca di immagini che in parte sono già delle icone della nostra cultura. In altri casi prendiamo spunto dalla posa plastica dei protagonisti di immagini meno conosciute, per dar vita a nuove icone.

Quanto incide la componente giocosa e ironica nell’ideazione delle vostre scenografie?
La componente giocosa è parte del nostro carattere di conseguenza entra direttamente nel nostro lavoro, anche se in questa nuova serie presentata in Caso Zero l’ironia è messa da parte.

Qual è il punto di partenza di ogni opera e il punto di arrivo che vi consente di affermare che il lavoro è “finito e compiuto”?
Il punto di partenza è sicuramente un pensiero non ancora trasformato in immagine.
In realtà non sappiamo darti una risposta sul “finito e compiuto”. Spesso capita che anche se un lavoro è formalmente terminato il suo contenuto diventi un input per una sua stessa evoluzione. Il contenuto delle opere è in continuo divenire, si rinnova, muta come il pensiero che lo ha ideato.

La mostra in breve:
J&Peg. Caso Zero

a cura di Lorenzo Bruni
ExMarmi
Via Nazario Sauro 52, Pietrasanta (LU)
Info: +39 333 8073318 | info@exmarmi.com
3 luglio- 12 agosto 2011

Dall’alto:
Veduta interna della mostra “Caso Zero”, ExMarmi, Pietrasanta
“Caso 010”, 2011
Veduta interna della mostra “Caso Zero”, ExMarmi, Pietrasanta

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •