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TORINO | Musei Reali

Intervista ad ENRICA PAGELLA di Matteo Galbiati*

Enrica Pagella. Foto: Bruna Biamino

Enrica Pagella. Foto: Bruna Biamino

Torino ha saputo trasformare, negli anni, la sua identità di città eminentemente industriale anche in ricco distretto culturale per la sua ampia offerta di proposte che coprono tutte le arti, da quelle visive al cinema, dal teatro alla danza. I grandi investimenti, pubblici e privati, hanno rilanciato il ruolo di promozione della cultura del capoluogo piemontese che vanta numerosi musei, spazi espositivi, teatri, luoghi di incontro e aggregazione, istituzioni prestigiose e, soprattutto, con una programmazione da grande capitale internazionale. Fiore all’occhiello della città, i Musei Reali che, di recente riassetto istituzionale, sono una realtà ricca di storia ma protesa al cambiamento e all’innovazione, che accoglie un pubblico variegato nel cuore antico di Torino.
Abbiamo intervistato la direttrice Enrica Pagella che ci accompagna alla scoperta di questa istituzione torinese.

I Musei Reali di Torino sono una struttura complessa che somma sedi differenti, di quali istituzioni si compone? Quali sono le caratteristiche e le specificità di ciascuna di esse?
I Musei Reali sono una struttura affascinante e per certi versi unica in Italia, composta dai fastosi ambienti arredati di una grande residenza, in cui sono incastonate raccolte che hanno, come nucleo originario comune, il collezionismo dei Savoia. Con la riforma del Ministro Franceschini questo insieme, prima gestito da tre diverse Soprintendenze, acquista un’unica gestione che riporta in qualche modo alle origini: il Palazzo Reale con le sue ricchezze d’arte e di storia.
Dall’antico centro di comando degli appartamenti reali, che includono il gioiello architettonico della Cappella della Sindone del Guarini, il percorso di visita si snoda nell’Armeria Reale e nella Biblioteca, che racchiude, oltre a libri, documenti e manoscritti, anche una celebre collezione di disegni di grandi maestri come Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Rembrandt. L’ala nord del Palazzo ospita invece la Galleria Sabauda, una delle principali pinacoteche d’Italia, e il Museo di Antichità, affacciato sull’area del teatro romano, che accoglie le raccolte archeologiche radunate nel corso dei secoli dai Savoia, oltre a quelle che provengono dagli scavi condotti sul territorio piemontese. Di recente anche i Giardini Reali sono stati riaperti al pubblico: un vero e proprio polmone verde che, una volta conclusi i lavori, collegherà le varie parti del sistema. Gli spazi dei Musei Reali includono la sala mostre di Palazzo Chiablese, destinata alle mostre temporanee.

Palazzo Reale Torino, Giardini Reali, Giardino Arti in restauro

Palazzo Reale Torino, Giardini Reali, Giardino Arti in restauro

In cosa si diversificano le attività di ogni sede?
Non parlerei di “sedi”: la sede è unica, ed è l’antica residenza dei Savoia, un gigantesco complesso architettonico a valenza urbana che oggi chiamiamo “Musei Reali”, con le sue differenti fasi costruttive e le sue collezioni. Ognuna di queste ha una propria specificità, ma il progetto dei Musei Reali è un progetto di dialogo e di integrazione, fisica, concettuale e disciplinare. Al pubblico proponiamo un’esperienza multipla, fatta di tracce e di segni diversi che rappresentano una sorta di immersione nella storia con molteplici vie d’accesso: gli stili di vita del passato; i mille racconti che vanno dal mito, alla religione, alla storia; la sapienza e la bellezza create da artisti e artigiani che hanno trasformato le materie più disparate, dalla pietra al legno, dal tessuto al metallo, dal colore su muro, a quello su tavola, pergamena, carta o tela… Un grande libro aperto sulla capacità dell’uomo di interpretare se stesso e il mondo che lo circonda. Lo facciamo con i mezzi classici di un museo: visite guidate, laboratori, mostre piccole e grandi, eventi, letture, conferenze, attività performative quali danza, teatro, rievocazioni storiche. Il lavoro che si sta facendo riapre porte chiuse da tempo, ricostruisce relazioni, fa lavorare insieme gruppi finora divisi, tanto all’interno dello staff quanto all’interno del pubblico. Ma, sinceramente, non è ancora tempo di bilanci e sotto il profilo organizzativo c’è ancora molto da fare.

Palazzo Reale Torino, secondo piano, sala rossa

Palazzo Reale Torino, secondo piano, sala rossa

Quali sono le specificità delle collezioni permanenti e quali sono i progetti delle mostre temporanee? Come si legano in un contesto di programmazione e proposta più ampio e correlato?
La nostra missione è legata alla valorizzazione dell’arte antica, e questo comporta rendere chiara l’attualità del suo messaggio. Ogni processo di conoscenza, ogni acquisizione di strumento utile a interpretare la realtà che ci circonda è un arricchimento in termini di umanità, creatività, sviluppo e di futuro. Perciò, anche attraverso il confronto all’interno del Comitato Scientifico, ci siamo dati due linee guida. La prima riguarda mostre temporanee di impianto patrimoniale, che saranno allestite in uno spazio al piano terra della Galleria Sabauda; inizieremo a dicembre con Tutte le meraviglie del mondo. Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia (1562-1630) e proseguiremo con una mostra dedicata ai vetri del Museo di Antichità. La seconda linea guida è il confronto antico-moderno-contemporaneo, e le sedi saranno le Sale di Palazzo Chiablese. Il primo appuntamento è previsto per aprile 2017, con una mostra di grande interesse; nel frattempo, a Chiablese, aprirà una bella mostra dedicata a Henri Toulouse-Lautrec, con temi che avranno approfondimenti alla Galleria Sabauda dedicati alla pittura francese e alla tecnica dell’incisione.

Come risponde il pubblico, torinese e non, ai vostri progetti e ai cambiamenti che state attuando?
Direi bene, anche se il percorso è lungo e bisogna far passare un concetto nuovo di Museo, a partire dal nome, che è stato il primo segno di cambiamento. Abbiamo ampliato l’offerta con aperture serali a prezzo scontato, eventi nel cortile e nei giardini, visite guidate a parti dei Musei meno conosciute. Sicuramente due dei momenti più apprezzati sono stati la riapertura dei Giardini Reali, chiusi per lungo tempo e di cui i torinesi volevano riappropriarsi, che ha registrato oltre 20.000 ingressi nel ponte di Pasqua, e la mostra dedicata alle due Veneri di Botticelli, una appartenente alle collezioni dei Musei Reali e l’altra proveniente dalla Gemäldegalerie di Berlino. Qui molti visitatori sono letteralmente rimasti a bocca aperta.

Galleria Sabauda, Sala Albani

Galleria Sabauda, Sala Albani

Quali sono i “numeri” dell’istituzione che dirige?
Accogliamo circa 350.000 visitatori all’anno, ma credo che ci siano le potenzialità per arrivare, nei prossimi anni, ad almeno 800.000. Purtroppo lo staff è ridottissimo (oggi una trentina di persone, oltre a 90 addetti all’accoglienza e alla vigilanza) e soprattutto mancano i servizi: abbiamo un caffè, ma siamo senza biglietteria evoluta, bookshop, guardaroba… C’è molto sviluppo e molto lavoro da fare.
Torino è certamente una capitale culturale a livello europeo, sede di istituzioni prestigiose, manifestazioni internazionali, musei di forte richiamo, fiere (Artissima ad esempio)… Quali integrazioni e collaborazioni sono possibili, o lei vorrebbe che fossero tali?
Il dialogo con il territorio è costante. Nel mese di settembre abbiamo ospitato una parte del Salone del Gusto-Terra Madre che da quest’anno è all’aperto occupando tutto il centro cittadino. Abbiamo appena concluso un bel lavoro per le famiglie con la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, che ha realizzato un programma estivo per le famiglie, ma abbiamo anche lavorato con il Politecnico di Torino per il Reale Lab e terminato un bellissimo progetto di alternanza scuola-lavoro. Siamo solo all’inizio…

Quali cambiamenti state mettendo in atto?
Per rispondere a questa domanda dovrei impiegare del tempo che oggi non ho. Occorrerebbe parlare di organizzazione di turni di vigilanza e dei servizi, di modernizzazione delle strutture impiantistiche, di adeguamenti strutturali per l’accessibilità fisica, di nuove narrazioni votate all’accessibilità culturale, di fondazione dei servizi di documentazione e di registrazione e di quelli di accoglienza e di mediazione, che ora non esistono; di comunicazione, di marketing, di lavoro di squadra, di lavoro creativo… Come faccio a descrivere tutto questo in breve?

Quali sono i suoi prossimi progetti, quali i suoi desideri per l’istituzione che dirige? Sogni che vorrebbe realizzare?
Tantissimi e non vorrei svelarli tutti, un po’ per scaramanzia, un po’ perché ci stiamo lavorando. Sicuramente vorrei dare ai Musei Reali la centralità che meritano, e non per il bene dei Musei Reali, ma per quello della città, della nazione, dei cittadini e in particolare dei cittadini giovani. Per farne un fattore di sviluppo, per contribuire al benessere sociale, per offrire opportunità di crescita, di conoscenza, di relazione, e anche occasioni per sognare, immaginare, prefigurare mondi e rapporti umani sempre migliori.

*Intervista tratta dallo speciale “BENI CULTURALI: i nuovi direttori della riforma Franceschini” su Espoarte #94.

Musei Reali di Torino
Sede Palazzo Chiablese
Piazza San Giovanni 2, Torino

www.poloreale.beniculturali.it

Eventi in corso:

Storie di bambini. Giovanni Boldini incontra Antoon van Dyck
Spazio Confronti, Galleria Sabauda dei Musei Reali
29 settembre 2016 – 8 gennaio 2017

Toulouse-Lautrec
Palazzo Chiablese, Musei Reali
30 settembre 2016 – 26 febbraio 2017

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