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# IL REPORT

Intervista a MATTEO FATO e ALBERTO ZANCHETTA di Francesca Di Giorgio

Affermare negando. Nonostante il titolo della mostra sia Personale, quello andato in scena non è stato un solo show, una classica bi-personale e nemmeno un’esposizione canonica nelle due gallerie coinvolte: Cart a Monza e ARTcore a Bari (si parla, infatti, anche dei depositi di entrambe le gallerie). Di cosa stiamo parlando quindi? Di arte, di critica e… di pittura.
Come nasce un progetto a quattro mani e due teste quando si tratta di un artista Matteo Fato e di un curatore Alberto Zanchetta ce lo raccontano loro in questa intervista che arriva durante un percorso fatto di esperienze nate per essere verificate…

Negare significa anche appartenere? L’arte e la critica procedono per tentativi?
Ci sono cose che si riescono a spiegare soltanto per contraddizione. Probabilmente il disconoscimento di un unico ruolo e di un’unica mostra ha fomentato la condivisione dei nostri intenti. Anziché definirlo un tentativo, potremmo dire che è stata un’impellenza che volevamo assolutamente verificare. Non è stato facile spiegare alle gallerie quello che avevamo in mente, assieme a loro ci siamo assunti il rischio d’impresa (l’eventuale fallimento sarebbe stato comunque un esito importante per noi, ma alla fine abbiamo perseguito in positivo gli obiettivi che ci eravamo prefissati… in pratica abbiamo “fallito nel fallire”, il ché rientra nell’ottica della doppia negazione che ha dato origine a questo progetto).

Alberto Zanchetta esercizi equestri 2013

Se nel «discorso in margine e sui margini della pittura» per Matteo Fato e Alberto Zanchetta la pittura è innanzitutto una “tensione verso un concetto”, cosa ci dite del tangibile quartetto Cassa-Cornice-Colore-Collezione? Come sono stati “affrontati” questi elementi base? Esiste una consequenzialità e che tipo di rapporto instaurano all’interno e all’esterno del lavoro?
Avendo reso permeabili i nostri ruoli, ci è sembrato altrettanto logico non dare limitazioni, né di genere, né di grado, alle opere. Tutto è diventato colore, perché il colore esiste (quasi) dappertutto. Abbiamo impastato i colori ma li abbiamo anche “accartocciati”; sono stati trovati, altrove creati, e qualcuno è stato pure inventato. Più strigente il rapporto tra cassa e cornice, che tra loro hanno intrattenuto un rapporto di scambio vicendevole, a tal punto che l’esostruttura e l’endostruttura coincidevano. Ci interessava analizzare – per poi abolire – il limine che distingue l’una dall’altra; accomunate dall’uso del legno, la cassa e la cornice sono state mostrate (occultate?) per quello che sono in realtà: strumenti stessi del fare arte. Per Matteo la cassa del dipinto è sua stessa cornice e diviene spazio/supporto, per Alberto la cornice ribaltata si in-cassa per ospitare le immagini. Entrambi collezioniamo molte cose, le più disparate, ed è quindi naturale che il senso del possesso/desiderio si dovesse riversare anche sulle opere altrui. La collezione non è altro che una collusione, un’estensione dei nostri interventi, un’appropriazione effimera/indebita in cui le pratiche curatoriali diventano prassi artistica.

Come avete costruito, da un punto di vista pratico, l’allestimento?
Per dare ordine e omogeneità alle tante opere che avevamo realizzato, gli allestimenti erano stati pensati a tavolino, ma com’era ovvio aspettarsi sono stati poi stravolti durante il montaggio. Così come le opere, in cui la concettualità ad un certo punto veniva soppiantata dalla pratica, gli allestimenti hanno imposto continui ripensamenti e modifiche. Alcuni interventi sono stati creati in estemporanea, direttamente all’interno degli spazi espositivi, proprio perché non volevamo smettere di sperimentare e confrontarci. Sia a Monza che a Bari è evidente il fatto che gli allestimenti sono stati concepiti come dei Giano bifronte, ossia per metà mostra e per l’altra metà atelier.

Matteo Fato & Alberto Zanchetta, veduta della mostra, PERSONALE (2/2)  La pittura è cosa naturale, Artcore, Bari

La mostra nasce da un dialogo tra di voi ma ciò che ne risulta è qualcosa che vi aspettavate? Questo per voi è il risultato o il punto di partenza del vostro collaborare?
Abbiamo continuato ad affermare negando, quindi sarebbe paradossale dichiarare se ci troviamo nel prologo oppure nell’epilogo del nostro sodalizio. Ci limiteremo a dire soltanto che avevamo già lavorato assieme, ma mai “in coppia”. Tutto è nato in modo spontaneo, sicuramente imprevisto, a volte incerto, costellato di euforie e disforie, fin quasi alla simbiosi (la riprova ci è stata fornita da una bambina, che rivolgendosi ad Alberto l’ha chiamato “Matteo Zanchetta”, come se non fosse stato più possibile stabilire chi fosse chi). Lo dimostra anche un’opera in mostra; un dittico fotografico dove chi decide di acquistarne una copia non può sapere prima da chi sia firmata l’opera, se da Fato o Zanchetta.

Dato il gusto nel “raddoppiare” avete in mente altri progetti a quattro mani e due teste?
Stiamo ragionando a un libro in cui convogliare l’esperienza delle due mostre, non sarà però meramente documentativo, dovrà anzi essere l’ennesima opera della nostra esperienza “Personale”. Non escludiamo la possibilità di replicare il progetto in futuro, ma sicuramente avrà premesse completamente diverse, e chissà che non subentri una polidattilia nel momento in cui le teste decidano di triplicarsi o di quadruplicarsi.

Le mostre:

Matteo Fato & Alberto Zanchetta
PERSONALE (2/2)
La pittura è cosa naturale

26 ottobre – 23 novembre 2013

ARTcore
Via De Giosa 48, Bari

Info: info@artcore.it
www.artcore.it

Angina Pictoris – Personale
Matteo Fato e Alberto Zanchetta

12 ottobre – 16 novembre 2013

Galleria Cart
Via Sirtori 7, Monza (MB)

Info: +39 039 329101
info@galleriacart.com
www.galleriacart.it

 

 

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