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PADOVA | Fondazione Peruzzo | Fino al 13 ottobre 2024

di ILARIA BIGNOTTI 

Fabrizio Plessi è tornato a Padova, e lo fa con una mostra sensazionale: basta entrare nella prima sala della bellissima sede di Nuova Sant’Agnese della Fondazione Alberto Peruzzo per essere coinvolti dal grande mosaico di oltre sei metri di estensione che fluttua diagonalmente nello spazio, tagliando con i suoi migliaia di piccoli tasselli splendenti lo spazio espositivo e chiedendo al visitatore, accompagnato dalla musica grave e intensa di sottofondo, di seguire il fluire delle forme antiche, riemerse dal gorgo nero della storia, in continua mutazione.

Plessi. NeroOro, Fondazione Peruzzo, ph. ©Ugo Carmeni, 2024

Poi ci si trova davanti a un’opera scultorea: non è di Fabrizio Plessi, ma di Jannis Kounellis: è degli anni Novanta, un grande pilastro ferrigno, sospeso a mezz’aria, al centro porta un corpo di sacco di juta, un codice stampigliato, un coltello crocifigge questo cuore povero e ingombrante. Di fronte, ecco Plessi con la grande opera che raffigura una sua ossessione, una delle tante: il tronco di legno cavo, la natura che accoglie la tecnologia, l’impossibile conciliazione delle cose. Il tronco che diventa barca, tubo, veicolo e vettore di un fluire delle acque del tempo, per Plessi sempre in incandescente mutamento.

Plessi. NeroOro, Fondazione Peruzzo, ph. ©Ugo Carmeni, 2024

E infatti, al di là di questo dialogo incrociato, nella grande sala dove gli occhi sono quasi aggrediti da centinaia di disegni progettuali nero e oro, disposti a gruppi alle pareti in eleganti vetrine nere, oblique, in questa grande sala ecco una Foresta di fuoco di Plessi: tronchi con ideali radici conficcate in uno schermo, o potremmo anche dire uno schermo che genera tronchi.
Vita e morte, apparenza e realtà, possibili immaginari di una estetica composita e digitale che continua ad amare anche i materiali caldi, caldissimi, quali il legno e la pietra.

Plessi. NeroOro, Fondazione Peruzzo, ph. ©Ugo Carmeni, 2024

Fabrizio Plessi del resto ci ha insegnato, in oltre sessant’anni di ricerca instancabile, coerente, poetica e affamata di innovazione, che l’opera d’arte è un Giano bifronte, ha due volti contrapposti che guardano al passato e al futuro, tenuti assieme dalle sinapsi di un presente inquieto, vitale, dove progettare significa sognare.

Ci sono i disegni: oltre duecento, straordinari progetti, già immaginati nel loro essere installazioni ambientali possenti e metamorfiche, che sfilano come in una danza alle pareti, i progetti di quella Età dell’Oro cui Plessi lavora sin dal 2020, quando in piena pandemia si interrogava sul senso dell’arte, sulla finitezza delle cose, e disegnava trasformando i suoi materiali d’elezione – l’acqua e l’aria, il fuoco e la terra – in un alchemico duetto di oro e nero.

Fabrizio Plessi, L’Età dell’Oro, 2020-2023, grafite e markers su carta

Quell’oro, oggi, continua a scorrere, investe il selciato calcato dai nostri piedi, si impossessa dei nostri passi, ma non per trascinarci altrove: ci inonda di calore, di energia, di gioia e di bellezza.
L’ultima installazione in mostra è infatti esposta lì, nell’ambiente ipogeo dove sono i mosaici e i reperti archeologici. È lì sotto ma con forza sembra salire qui sopra, è in quell’in-between che da sempre  Plessi solca e semina, con la sua fertile vis creativa.

Fabrizio Plessi, L'Età dell'Oro, 2020-2023, grafite e markers su carta

Fabrizio Plessi, L’Età dell’Oro, 2020-2023, grafite e markers su carta

Importante allora è visitare questa grande mostra monografica che celebra, anche, il lungo legame tra l’artista e la Fondazione Peruzzo, iniziato nel 2011 con la mostra Mari Verticali (al Padiglione Venezia dei Giardini della Biennale) e durante la Biennale Arte del 2015 proseguito con Liquid Life e Liquid Light.


Plessi. Nero Oro

a cura di Riccardo Caldura

Fino al 13 ottobre 2024

Fondazione Alberto Peruzzo
Nuova Sant’Agnese
via Dante 63, Padova

Info: fondazionealbertoperuzzo.it

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