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PIEVE DI SOLIGO (TV) | FONDAZIONE FRANCESCO FABBRI | #REPORT

di LISANGELA PERIGOZZO

Si è recentemente conclusa l’undicesima edizione del Festival di fotografia contemporanea F4 / UN’IDEA DI FOTOGRAFIA presso la Fondazione Francesco Fabbri a Villa Brandolini, Pieve di Soligo. La rassegna di quest’anno parte dalle riflessioni sul paesaggio di Luigi Ghirri e Mario Cresci per estendersi alla fotografia di ricerca, con due mostre in programma. La prima, Fosfeni, a cura di Carlo Sala, che nel titolo vuole essere un omaggio ad Andrea Zanzotto, poeta originario di Pieve di Soligo, comprende un nucleo di lavori che attraverso il mezzo fotografico indagano la percezione del paesaggio, coniugato in modi diversi e originali.

Mario Cresci, Tracce, Arsenale di Venezia, 2007 | Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (TV)
Ph Credits Matteo Mazzarol

In apertura dell’esposizione, un corpus di opere di Luigi Ghirri tratte dalla serie Paesaggio italiano racconta la “geografia sentimentale” dell’autore negli scorci cittadini di Pisa e di Padova e nei parchi di Reggio Emilia, mentre gli scatti dal Ciclo pittorico di Piazza Betlemme aprono delle finestre fittizie su mondi bidimensionali di gusto popolare, conducendo il ragionamento su un piano metafotografico.

Nelle stampe di grande formato di Mario Cresci (Tracce, Arsenale di Venezia, 2007) i segni dell’attività antropica sui luoghi, nella loro decontestualizzazione e conseguente astrazione assumono la valenza di un linguaggio simbolico.

Mario Cresci, Tracce, Arsenale di Venezia, 2007 | Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (TV)

Le fotografie di Paola De Pietri (Questa Pianura, 2004, 2014-2017) delineano la sintassi ormai frammentata del paesaggio rurale, costituito da elementi quali alberi e case coloniche che, una volta protagonisti della vita produttiva, economica e sociale della pianura del Po nel dopoguerra, ora ricoprono un ruolo marginale, alla stregua di reperti archeologici.

 

La riflessione sulle modificazioni della morfologia ambientale dovute all’azione dell’uomo ritorna nel trittico di Jacopo Valentini Ciao.Vado..Ettore. Triptych of Artificial Poplars (2018) e si estende al dittico A reflective diptych on Giovanni Comisso (2021), dove componenti paesaggistici artificiali si fondono a contenuti naturali in composizioni fotografiche che si interrogano sull’identità tra ambiente di vita e vissuto personale. Similmente Allegra Martin in Luoghi Primi (2022) conduce un’indagine introspettiva sui luoghi della memoria, paesaggi interiori di profonda ri-connessione con il sé.

Jacopo Valentini, Ciao.Vado..Ettore. Triptych of Artificial Poplars, 2018 | Courtesy Galleria Antonio Verolino, Modena / Podbielski Contemporary, Milano

Sempre da un’intima meditazione sull’esperienza soggettiva origina il progetto di Lidia Bianchi Sono Tornate le lucciole, Paolo (2021-2022), in cui l’autrice riscopre la presenza di questi insetti – rivelatrice di arcaicità umane – in una serie di immagini volte al riconoscimento della loro esistenza come processo di acquisizione di piena consapevolezza del tempo presente.
L’approccio sperimentale contraddistingue i lavori di Silvia Mariotti, Drowning Light (2021), e di Valentina D’Accardi, ABISSI (2021), restituzioni fotografiche di panorami visionari prodotti dalla manipolazione visiva di elementi del quotidiano, artificiali e naturali, che si configurano come portali di accesso a nuove dimensioni.

Silvia Mariotti, Drowning light, 2021 | Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (TV)
Ph Credits Matteo Mazzarol

In linea con la ricerca sulla natura dell’immagine in considerazione del mutamento del paradigma visuale seguitamente al verificarsi di nuove circostanze di natura sociale e tecnologica, le immagini di Silvia Bigi (urtümliches Bild, 2020-2021) riproducono scenari onirici di incontro tra inconscio umano e tecnologico, generatori di un nuovo linguaggio simbolico post-umano.

Alberto Sinigaglia in Vanishing Sublime (2021) analizza il ruolo dei social media nella percezione e conseguente standardizzazione del paesaggio, che diventa l’immagine ideale di un non-spazio riprodotto innumerevoli volte negli scatti degli utenti. Il concetto della riproduzione illimitata – e incontrollata – di queste immagini si concreta nelle sculture in resina della serie Waterfalls & Volcanos (2021) che nella loro stratificazione materica e simbolica diventano delle matrici.

Silvia Bigi, urtumliches Bild, 2020 | Courtesy Galleria Indice, Milano
Ph Credits Matteo Mazzarol

Analogamente Marina Caneve (Entre chien et loup, 2019-2020) studia il processo di creazione della memoria culturale in riferimento all’ambiente della montagna, individuandone gli stereotipi presenti nel pensiero collettivo.

Marina Caneve, dalla serie: Entre chien et loup, 2019-2020 | Courtesy Galleria Indice, Milano
Ph Credits Matteo Mazzarol

La seconda mostra, The image as process, frutto della collaborazione curatoriale tra Carlo Sala e il collettivo The Cool Couple, vuole innescare un ragionamento sulla fluidità dell’immagine in relazione al suo significato, variabile in base al contesto spaziale e temporale di rappresentazione. Coerentemente al tema, i curatori hanno rielaborato e accostato liberamente i contenuti dei lavori degli autori – trascendendo la volontà originaria di questi ultimi espressa in fase di realizzazione – in un percorso di continui e reciproci rimandi e riflessioni in cui l’immagine è concepita come un elemento complesso e polimorfo. Gli artisti in mostra sono Francisco Alarcon, Claudio Beorchia, Filippo Berta, Francesca Catastini, Federico Clavarino, Gloria Dardari, Achille Filipponi, Alessandro Laita e Chiaralice Rizzi, Luca Marcelli, Filippo Minelli, Caterina Morigi, Novella Oliana, Nicolas Polli, Jessica Raimondi, Fabio Ranzolin, Giovanna Repetto, Michele Sibiloni, Rocco Venezia, Lorenzo Vitturi e Tilo&Toni.

 

F4 / UN’IDEA DI FOTOGRAFIA
Undicesima edizione

Villa Brandolini,
Piazza Libertà 7, Pieve di Soligo (TV)

4 – 10 luglio 2022

Info: +39 334 9677948
segreteria@fondazionefrancescofabbri.it
www.fondazionefrancescofabbri.it

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