Forlì | Fondazione Dino Zoli e Dino Zoli Textile | 25 febbraio – 4 giugno 2023
Nel 2022 Dino Zoli Group celebrava il 50° Anniversario dell’attività imprenditoriale di Dino Zoli, fondatore di un Gruppo solido, conosciuto e apprezzato a livello internazionale, in cui cultura d’impresa, ricerca ed innovazione, arte e cultura convivono in un’unica grande famiglia.
A partire dall’importante collezione d’arte di Dino Zoli Group, che comprende autori quali Emilio Scanavino, Agostino Bonalumi, Mario Schifano, Mimmo Paladino, Luigi Ontani, Piero Dorazio, Achille Perilli – la cui opera Viaggio in Italia è stata recentemente richiesta in prestito per la mostra The Grand Italian Vision. The Farnesina Collection, a cura di Achille Bonito Oliva, dal 7 febbraio a Singapore – l’attività della Fondazione Dino Zoli è andata via via crescendo grazie alle partnership con le aziende del gruppo, Dino Zoli Textile e DZ Engineering, attivando percorsi di ricerca legati al tessuto e alla luce, e alle importanti collaborazioni con realtà esterne come l’Accademia di Belle Arti di Bologna e l’Associazione Culturale Arteam di Albissola Marina (SV), promotrice del Premio Arteam Cup, diventando per due anni (il 2018 e il 2020) sede ospitante del concorso, ed assegnando ad ogni edizione il Premio Speciale Fondazione Dino Zoli e Dino Zoli Textile, abbinandolo alle diverse categorie del concorso (nell’edizione 2020 alla Sezione Fotografia, mentre in quella 2022 alla Sezione Scultura). In entrambe le ultime due edizioni, i vincitori delle categorie a cui si è rivolto il premio speciale hanno coinciso con il vincitore assoluto: Elena Bellantoni, vincitrice di Arteam Cup 2020, e il duo Gaggia-Dubbini, vincitore di Arteam Cup 2022.
«Grazie alla consolidata collaborazione con l’Associazione culturale Arteam di Albissola Marina (SV) – dichiara Monica Zoli, socia di Dino Zoli Textile – abbiamo ospitato in azienda le residenze di Elena Hamerski, Loredana Galante ed ora Elena Bellantoni. Tre artiste molto diverse fra loro, di grande valore umano e professionale, che hanno stretto rapporti importanti con i dipendenti, i collaboratori e la proprietà, consentendo a tutti di entrare nel vivo della loro ricerca. La condivisione di atti creativi, artistici o produttivi ha prodotto scambi preziosi. Crediamo fermamente che l’arte e la cultura, anche sul luogo di lavoro, in cui si trascorre tanta parte del proprio tempo, permettano a tutti di vivere esperienze arricchenti, contribuendo alla crescita personale e al miglioramento delle relazioni. Una buona pratica che ci sentiamo di consigliare anche ai colleghi, perché la cultura fa bene».
Nel corso del 2022 si è concretizzato il Premio Speciale Fondazione Dino Zoli e Dino Zoli Textile dell’edizione 2020, a partire dalla residenza di Elena Bellantoni che ha ideato per i dipendenti di Dino Zoli Textile alcuni laboratori d’arte partecipata per lavorare con l’artista sulla propria idea di immagine corporea in relazione ai colleghi e agli spazi aziendali, ma anche sul tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
«Il rapporto del Gruppo Zoli con Arteam è iniziato nel 2018 – racconta Nadia Stefanel, Direttore Fondazione Dino Zoli – sede ospitante della mostra dei finalisti (anche nel 2020) ed è proseguito con il percorso delle residenze d’artista e dei premi acquisto. Un viaggio che ha rafforzato il connubio Arte e Impresa riuscendo ad inserire la forza propulsiva e rigenerante della creatività artistica non solo a livello di sistema aziendale, ma entrando nelle vene che danno linfa al sistema stesso. Nello specifico il rapporto con la Fondazione e con Dino Zoli Textile è servito per tessere un fitto intreccio di relazioni ed opportunità sia per gli artisti coinvolti che per i dipendenti e i collaboratori. Il tutto ha fortificato la consapevolezza di essere anche motori divulgativi di pratiche artistiche (sia per Elena Bellantoni, di cui presto inaugureremo la personale, sia per il duo Gaggia-Dubbini, che presenteremo più avanti) che sostengono il pensiero che senza Arte/Cultura non si cresce».
Il percorso, avviato prima della pausa estiva, si è articolato in tre fasi distinte. In primo luogo il laboratorio “L’immagine che abito”, attraverso il quale i dipendenti hanno raccontato i loro confini personali grazie all’utilizzo di colori e parole, avvalendosi anche di quegli “oggetti affettivi” che ricorrono in ogni postazione. In secondo luogo, il lavoro sul movimento – singolo, a gruppi, nello spazio – per restituire quel senso di libertà e apertura acquisito durante il workshop. Infine la preparazione da parte dell’artista del video “Se ci fosse luce sarebbe bellissimo”, originato dal suo vivere l’azienda per mesi, cercando di far percepire agli utenti finali che una residenza artistica porta con sé una riflessione profonda sugli spazi e sui lavoratori; il video, girato nel mese di gennaio da una troupe di professionisti, è caratterizzato dal focus sui gesti singoli del lavoro quotidiano e da azioni collettive.
Come racconta Elena Bellantoni, «Lavorare per un anno intero con i dipendenti di Dino Zoli Textile, coordinati da Nadia Stefanel, è stata un’esperienza molto intensa di condivisione e un’opportunità di entrare dentro le dinamiche produttive cercando di scardinarle dall’interno attraverso la pratica artistica. L’azienda si è resa disponibile infatti nel far partecipare durante l’orario di lavoro i dipendenti ai miei laboratori, in cui sono emersi aspetti molto intimi e talvolta mai condivisi pubblicamente di un gruppi di lavorator* che da anni condividono lo spazio di lavoro. Questa condivisione è stata per me molto preziosa ed ha creato la fiducia e le premesse per arrivare a creare un lavoro collettivo.
Monica Zoli, che gestisce l’azienda paterna insieme al fratello Marco, ha subito accolto con entusiasmo ed attenzione la mia proposta di girare un video dove i lavoratori sono diventati i protagonisti di questo processo condiviso. È stata un’operazione molto complessa in cui tutti ci siamo messi in gioco: trovare uno spazio per un processo che non porti alla produzione di merce, al profitto, al capitale ma a un gesto artistico è stata la grande sfida da parte di tutti noi. Si è creata una piccola “comunità operosa” – seguendo la lezione di Adriano Olivetti – che ha contribuito a tessere nuove relazioni e a creare un “nuovo habitus” che letteralmente poi i lavorator* hanno indossato e performato.
Un sincero ringraziamento va all’Associazione Culturale Arteam, che attraverso il concorso Arteam Cup, costruisce ponti, offrendo a tutti preziose opportunità di crescita e di condivisione».
Gli abiti-scultura realizzati con i tessuti di Dino Zoli Textile e il video prodotti nel corso della residenza saranno parte della mostra personale di Elena Bellantoni, curata da Nadia Stefanel, che inaugurerà il 25 febbraio alla Fondazione Dino Zoli. Temi centrali del progetto saranno il corpo, “abitato” in relazione agli altri e agli spazi deputati al lavoro, e la luce, intesa come elemento di apertura e speranza, di gioia e di abbracci, dopo anni di buio e solitudine. Risultato finale della residenza e fulcro della mostra sarà il video “Se ci fosse luce sarebbe bellissimo” girato nel gennaio 2023: i gesti del lavoro quotidiano si uniscono ad azioni performative collettive, per tessere nuove relazioni e creare un nuovo habitus, un corpo nuovo, pieno di risorse per la fantasia, per le proiezioni e le “irrealizzazioni” immaginarie.
La mostra di Elena Bellantoni è promossa da Dino Zoli Textile e Fondazione Dino Zoli, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Forlì, la collaborazione dell’Associazione Culturale Arteam e dell’Istituto Tecnico Alberti Saffi ITAS di Forlì e la sponsorizzazione tecnica di DZ Engineering.
Elena Bellantoni. Se ci fosse luce sarebbe bellissimo
A cura di Nadia Stefanel
25 febbraio – 4 giugno 2023
Inaugurazione: sabato 25 febbraio, ore 18.00
Ingresso libero
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288, Forlì
Orari: da martedì a venerdì ore 9.30-12.30, sabato e domenica ore 9.30-12.30 e 16.00-19.30, chiuso lunedì e festivi
Info: +39 0543 755770
info@fondazionedinozoli.com
www.fondazionedinozoli.com
Elena Bellantoni è nata a Vibo Valentia nel 1975; vive e lavora a Roma. Si laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, studia a Parigi e Londra, nel 2007 ottiene un MA in Visual Art al WCA University of Arts London. La sua ricerca artistica riflette sui concetti d’identità e alterità attraverso dinamiche relazionali che utilizzano il linguaggio e il corpo come strumenti di interazione, spaziando tra il video, la fotografia, la performance, il disegno e le installazioni. Il suo processo artistico si nutre inoltre del dialogo tra discipline umanistiche quali la storia come dispositivo di memoria e narrazioni, l’antropologia come luogo dell’incontro, la psicoanalisi come giardino in cui germoglia la parola. L’elemento sociale e politico è il collante che contraddistingue la ricerca, la quale, tuttavia, conserva un forte sguardo poetico. Tra le residenze: Beo_Project, Belgrado, 2019; “The Subtle Urgencies”, Fondazione Pistoletto – ArtHouse, Biella-Scutari, 2017; “Soma Mexico Residency”, Mexico City, 2016; “As long as I’m walking”, residenza con Francis Alÿs e Cuauthémoc Medina, Beiruth, 2009. Nel 2018 con il progetto “On the Breadline” è tra gli artisti vincitori della IV edizione dell’Italian Council presentato con un Focus al MAXXI di Roma nel 2019. Il progetto “Ho annegato il Mare” è selezionato nella sezione Collateral Events di Manifesta12. Vincitrice assoluta di Arteam Cup 2020 (oltre che del Premio Speciale Fondazione Dino Zoli e Dino Zoli Textile), Elena Bellantoni ha allestito nel 2022 la mostra personale “Imperfetto mare”, a cura di Leonardo Regano, a CUBO Condividere Cultura, il museo d’impresa del Gruppo Unipol a Bologna. Collezioni pubbliche e private: Collezione del Ministero Affari Esteri La Farnesina, Fondazione Pietro ed Alberto Rossini; i suoi video sono presenti nell’Archivio Careof DOCVA e nell’Italian Area Contemporary Archive di Viafarini a Milano.