REGGIO EMILIA | VV8artecontemporanea | Fino al 15 dicembre 2023
MILANO | Lorenzelli Arte | Fino al 2 dicembre 2023
di ILARIA BIGNOTTI
Quello dedicato ad Arturo Bonfanti è un progetto in due sedi: da VV8artecontemporanea in dialogo con Enrico Della Torre, da Lorenzelli Arte con il ciclo di opere su pavatex.
Quando un artista è libero, la sua opera diventa una traccia aperta a numerose letture, a confronti e dialoghi che si diramano attraverso i segni e le stratificazioni dei materiali composti sulle tavole della sua scrittura pittorica.
È il caso di Arturo Bonfanti, la cui pittura Luca Massimo Barbero ha icasticamente definito “cristallo sottile”, esaltandone la “sospesa implosione, quel dinamismo sotteso che solo un’economia dei termini cromatici può creare”.
Questa accuratezza del dipingere, questa solerzia nel dosare ora le gamme coloristiche, ora i segni che si appuntano sul campo visuale, rendono il suo percorso artistico una tabula rasa, libera da qualsivoglia movimento definito, e la aprono a una continua interrogazione che ancor oggi ne rende il lascito vivo e poetico.
O meglio, mitopoietico, attivatore di nuove scritture critiche e di percorsi espositivi diversi, raffinati, fuori dal coro e dalle litanie.
Da Lorenzelli Arte, esposti secondo una partitura spaziale attenta e calibrata, come per contenere le possibili “fughe” di quei rossi pompeiani, o di quei bassi scuri e penetranti, sono in danza le opere di Bonfanti su pavatex, realizzate dall’artista tra la fine degli anni Sessanta e il decennio successivo.
Il pavatex, un materiale povero, dai toni caldi della sabbia e delle terre, rievoca da un lato la nostra cultura antica, quella etrusca e poi romana di costruttori sapienti e traghettatori del mito greco, dall’altro ci porta a osservare la durezza del lavoro del dipingere, nel quotidiano inseguirsi di una ricerca attenta e meticolosa, unica e persistente.
Le superfici in Bonfanti diventano così piccoli fondali sui quali il gesto pittorico, calibrato, dosatissimo, appena si accenna: un segno che divide et impera, sarebbe da dire; porta lo sguardo ai margini e lo spinge nuovamente al centro, conducendo il pensiero critico ad ammettere quanto sia contemporaneo il suo sguardo pittorico: contemporaneo perché già parla di immagine laterale, di rapporto tra figura e sfondo, di impermanenza.
Poi, da Milano scendendo a Reggio Emilia, la sua opera è posta in dialogo con quella di Enrico Della Torre. Il confronto, negli spazi della galleria VV8artecontemporanea, avviene per decadi di ricerca.
A Bonfanti sono affidati gli anni Settanta; a Della Torre gli anni Ottanta: in quest’ultimo spiccano i colori primari dei blu e dei turchesi-quasi verdi, dei gialli, dei rossi impastati ai marroni, il corpo della geometria diventa presenza vistosa, tentativo di costruzione di un’opera che permane, comunque, pagina lirica.
I due artisti, negli anni Cinquanta, avevano dato vita e anima all’astrattismo lirico, quella ricerca libera da ogni possibile dialettica con il reale: un tentativo di libertà, appunto, di autonomia, di identità artistica al di là e oltre tutte le possibili dottrine e i – forse non così necessari, nell’attuale panorama di storicizzazione dell’arte del Novecento – paradigmi critici.
I due decenni, Settanta e Ottanta, rappresentano una fase avanzata della ricerca dei due artisti: una fase in cui, forse, non avevano più bisogno di parametri e di paracolpi. E infatti tanto la mostra a Reggio Emilia, quanto quella milanese da Lorenzelli Arte, sono un inno alla pittura come libera espressione di una idea che è dell’uomo, e per questo affonda nel mito.
Una pittura libera di trasformarsi ogni volta, ma anche libera di incaponirsi su alcuni punti fermi e improrogabili, ossessiva e dinamica, capace di “volare alta, crescere in profondità, toccare nadir e zenith della sua significazione”, parafrasando i versi del poeta Mario Luzi, quando chiedeva alla poesia di “non separarti da me, non arrivare, / ti prego, a quel celestiale appuntamento / da sola, senza il caldo di me / o almeno il mio ricordo, sii / luce, non disabitata trasparenza…”.
Qualcosa di molto simile, lo chiediamo – e otteniamo risposta, come da una cassa di risonanza – alle libere oscillazioni pittoriche di Bonfanti e Della Torre.
Astrattismo Lirico. Arturo Bonfanti | Enrico Della Torre
In collaborazione con Lorenzelli Arte Milano
Fino al 15 dicembre 2023
VV8artecontemporanea
Via dell’Aquila, 6/c, Reggio Emilia
Orari: dal martedì al sabato, 10.00-13.00 e 16.00-19.30
Info: info@vv8artecontemporanea.it
https://www.vv8artecontemporanea.com/
Arturo Bonfanti. Contingenze e armonie
Fino al 2 dicembre 2023
Lorenzelli Arte
Corso Buenos Aires 2, Milano
Orari: dal martedì al sabato, 10.00-13.00 e 15.00-19.00