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BOLOGNA | SEDI VARIE

Tracciare un percorso ideale che nel ricco palinsesto di mostre ed eventi dell’Art Week bolognese di quest’anno vedesse protagonisti i progetti delle donne. Perché no?
Certo, l’input è arrivato anche dalla recente intervista che Tomaso Binga ha rilasciato a Roberto Lacarbonara proprio sull’ultimo numero di Espoarte, il #108. Una donna di cultura che da sempre mette al centro delle sue riflessioni questioni di genere e non solo.
Altra grande protagonista del numero in corso di Espoarte: SISSI con Vestimenti, la sua personale a Palazzo Bentivoglio (leggi qui).
Allora abbiamo dato uno sguardo ai tanti materiali arrivati in redazione e, dal femminile singolare siamo arrivati al plurale.
Una ricognizione parziale con 5 mostre da non perdere:

3 Body Configurations. Claude Cahun, VALIE EXPORT, Ottonella Mocellin
a cura di Fabiola Naldi e Maura Pozzati
Main Project di ART CITY Bologna 2020
promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera
18 gennaio – 18 aprile 2020

Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
via delle Donzelle, 2 Bologna
www.fondazionedelmonte.it
Partendo dal rapporto del corpo dell’artista che agisce nello spazio pubblico e privato, la mostra offre la possibilità di vedere per la prima volta in Italia un’attenta selezione di opere fotografiche di Claude Cahun (grazie alla collaborazione con Jersey Heritage Collection), un’altrettanta e significativa selezione delle opere fotografiche di VALIE EXPORT (grazie alla collaborazione con l’Atelier VALIE EXPORT e il Museion di Bolzano) e una riproposizione di un progetto fotografico della fine degli anni Novanta di Ottonella Mocellin (grazie alla collaborazione con la galleria Lia Rumma). L’esposizione si presenta come la possibilità di approfondire un ambito della storia dell’arte del ‘900 ampiamente caratterizzata dall’uso dei dispositivi extra artistici quali il corpo, la fotografia e la performance. 3 Body Configurations, infatti, prende spunto dal titolo di un progetto di VALIE EXPORT sviluppato dal 1972 al 1982. Le tre importanti presenze sottolineano la riflessione estetica e progettuale di un’occupazione tanto fisica quanto mentale della propria identità, della propria prassi progettuale come anche della necessità di indagare i rapporti fra il corpo dell’artista e lo spazio dell’architettura, della natura e dell’illusione.

Claude Cahun_Autoritratto ( imagine riflessa nello specchio, giacca a scacchi), 1928 _Courtesy Jersey Heritage Collection

Partiture illeggibili
a cura di Angela Madesani
Labs Gallery
Via Santo Stefano 38, Bologna

con Greta Schödl, Leila Mirzakhani, Nina Carini
Fino al 22 febbraio 2020

Arte Fiera, Bologna
con Marcia Hafif, Max Cole, Elena Modorati
(Hall 18 Stand D38)
dal 24 al 26 gennaio 2020

Partiture illegibili è un progetto tutto al femminile a cura di Angela Madesani che si compone di due mostre: la prima mette in dialogo Greta Schödl, Leila Mirzakhani e Nina Carini presso Labs Gallery (via Santo Stefano, 38) a Bologna fino al 22 febbraio 2020; la seconda vede coinvolte Marcia Hafif, Max Cole ed Elena Modorati presso Arte Fiera Bologna dal 24 al 26 gennaio 2020 (Hall 18 Stand D38). Le due mostre presentano un dialogo sul segno attraverso i lavori di tre artiste storiche e tre contemporanee. Si tratta di artiste con percorsi assai diversi, riunite dalla curatrice in occasione della mostra sia da un punto di vista della tematica affrontata, che da quello della procedura dell’operare, intesa come esercizio quotidiano che coinvolge mente e corpo.

Veduta della mostra Partiture illeggibili, Labs Art Gallery, Bologna

Collezione Palma Bucarelli | Segnali
a cura di Marco Scotti
mostra-evento in occasione di ART CITY WHITE NIGHT 2020
sabato 25 gennaio | ore 21.15 – 23.00  apertura e performance | ingresso gratuito
Fondazione Massimo e Sonia Cirulli factory (ingresso laterale)
domenica 26 gennaio | ore 11.00 – 19.00
Collezione Palma Bucarelli | Segnali + L’archivio animato. Lavori in corso | ingresso con biglietto
Fondazione Massimo e Sonia Cirulli (ingresso principale)
http://fondazionecirulli.org/
Palma Bucarelli, una delle critiche d’arte più affermate del ‘900 e per oltre trent’anni direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, aveva scrupolosamente raccolto per anni i manifesti che riceveva come invito alle mostre organizzate in gallerie, musei, rassegne e kunsthalle di tutto il mondo, mettendo insieme una storia visiva delle esposizioni tra gli anni Sessanta e Settanta, un’enciclopedia del progetto grafico per l’arte e al tempo stesso una straordinaria testimonianza della sua rete di rapporti. Oggi grazie alla Fondazione Massimo e Sonia Cirulli una selezione di questi manifesti è per la prima volta visibile al pubblico, segnali di una stagione di grandi mostre e artisti leggendari.
Ma chi era Palma Bucarelli? Solo colei che cavalcò la storia dell’arte italiana per decenni e lanciò nel nostro paese grandi artisti? È stata molto di più, vera monument woman italiana ha salvato in modo rocambolesco tante opere d’arte nascondendole ai nazisti.
Partendo proprio dalla storia di questa donna bellissima, coltissima, elegantissima e dalle sue parole, negli spazi di Fondazione Cirulli sabato 25 gennaio, alle ore 21.15, andrà in scena uno spettacolo che intreccia la storia di Palma Bucarelli con gli artisti incontrati (amati e odiati), con gli uomini di cultura e di cinema, con gli anni della Dolce Vita, con Picasso e Warhol.

Donatella Lombardo. Partiture mute. Note a margine
a cura di Uliana Zanetti con la consulenza scientifica di Anna Rosa Vannoni – Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini di BoIogna, Dario Lo Cicero – Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo, Fondazione Adkins Chiti – Donne in Musica.
Main Project Art City Bologna 2020
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo | Museo della Musica in collaborazione con Galleria Spazio Testoni.
22 gennaio – 23 febbraio 2020
Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34, Bologna
agenda.comune.bologna.it/cultura/artcity
Partiture mute. Note a margine rappresenta un’ulteriore tappa della lunga ricerca che Donatella Lombardo ha condotto su compositrici vissute in diverse epoche, dal XII al XX secolo, ancora poco note eppure di riconosciuto talento.
Su alcuni stralci delle loro partiture l’artista è intervenuta con una personale riscrittura fatta di leggere trame di fili colorati avvolti su spilli e fuselli, interpretandone in chiave spaziale ritmi, cromie, intensità. In questa esecuzione anomala, affidata agli strumenti artigianali del ricamo anziché a quelli musicali, emerge un’alterità sapiente quanto disconosciuta, capace di affermarsi con discrezione nelle stanze del Museo della Musica, di cui integra il percorso come un puntuale contrappunto storico, valorizzando i contributi di compositrici come, per citarne solo alcune, HiIdegard von Bingen, MaddaIena CasuIana, Francesca Caccini, Barbara Strozzi, IsabeIIa Leonarda, EIisabeth Jacquet de La Guerre, Fanny Hensel, Anna Bon.

“femminismi”
23 – 26 gennaio 2020
BOOMing Contemporary Art Show
Spazio DumBO – Via Casarini 19, Bologna
www.boomcontemporaryart.com
Il ruolo della donna, artefice e protagonista, sarà al centro della sezione Solo Show della nuova fiera di arte contemporanea BOOMing. “Femminismi” è declinato al plurale e non può essere altrimenti: la questione di genere attraversa una pluralità di approcci e ambiti spazio-temporali differenti. La sezione Solo Show invita a immergersi in una materia complessa, stratificata, ribollente di proiezioni e contraddizioni, trovando una sintesi possibile e uno spazio di riflessione comune.
In esposizione figure femminili di spicco del panorama artistico nazionale e internazionale, a partire da Letizia Battaglia (galleria Alberto Damian)Silvia Levenson (BI-BOx Art Space), insieme ad artiste che hanno fatto della tematica femminile il cardine della loro poetica come Mad Meg (Gasparelli Arte e D406), Elyse Galiano (Manuel Zoia Gallery), Alessandra Baldoni (Zeit Gallery), Mirijam Heiler (Vijion Art Gallery), Alketa Delisha (Divers Project)j, Giovanna Lacedra (Vibra spazio contemporaneo di idee), Giulia Lazzaron e Silvia Naddeo.

Alessandra Baldoni, Atlas 7, 2018

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