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Milano | Officine dell’Immagine | 15 ottobre 2020 – 6 gennaio 2021

Dal 15 ottobre 2020, la galleria Officine dell’Immagine di Milano riprende la propria programmazione espositiva proseguendo l’ormai consolidata riflessione sull’emergente scena contemporanea. Visitabile fino al 6 gennaio 2021, lo spazio milanese presenta la quarta personale di una delle protagoniste del panorama artistico attuale, Gohar Dashti (Ahvaz, Iran – 1980).

Curata da Silvia Cirelli, la mostra propone i recenti progetti di questa talentuosa interprete, presentati in esclusiva italiana. Distintasi negli ultimi anni con partecipazioni in prestigiosi Musei internazionali come il Smithsonian Museum di Washington D.C., il Mori Art Museum di Tokyo, il National Museum of Women in Arts di Washington D.C., il Museum of Fine Arts di Boston, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Museum of Contemporary Photography di Chicago e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Gohar Dashti si riconferma come uno dei punti di riferimento della fotografia contemporanea mediorientale.

Gohar Dashti, Land/s #8, 2019, archival digital pigment print, cm 105×140, edition of 10 – cm 51×68, edition of 15. Courtesy the artist and Officine dell’Immagine, Milan

Da sempre testimone del complesso tessuto socio-culturale iraniano, e non solo, Dashti si contraddistingue per una cifra stilistica di rara suggestione, capace di proiettare nella dimensione metaforica dell’arte la collisione di tratti distintivi apparentemente opposti: ironia e amarezza, incanto e sofferenza, severità ed evasione. Di chiara connotazione autobiografica, la sua estetica esplora il tema dell’appartenenza alla terra di origine, dell’identità, e del ruolo che la memoria collettiva riveste per ognuno di noi. Da una narrazione che traduce la precarietà di un momento storico segnato dal senso di sradicamento, l’artista racconta la vulnerabilità umana con una sensibilità immersiva audace, che rompe i confini della fotografia, sintetizzando un autentico paesaggio emozionale.

Nucleo centrale del percorso espositivo dal titolo Beyond Seas and Trees, sono le sue due ultime serie fotografiche, progetti artistici che si caratterizzano per un approccio poetico che ancora una volta esclude la presenza umana, per cedere il passo al sublime mondo naturale.

Gohar Dashti, Land/s #9, 2019, archival digital pigment print, cm 105×140, edition of 10 – cm 51×68, edition of 15. Courtesy the artist and Officine dell’Immagine, Milan

Gohar Dashti utilizza infatti la natura come terreno di esplorazione, contemplazione e raggiungimento ultimo del messaggio artistico. Seppur paradossalmente assente, la componente umana rimane in ogni caso protagonista. Nella viscerale corrispondenza fra il mondo naturale e quello antropico, l’artista conquista una dimensione percettiva inedita, capace di condurre a un repertorio di emozioni e ricordi. Soggetto della serie Land/s del 2019, sono alcuni scatti di remoti paesaggi negli Stati Uniti d’America che Dashti stampa sotto forma di grandi cartelloni mobili per poi posizionarli all’interno di bucoliche ambientazioni iraniane e a sua volta fotografarli. Nonostante sia chiaro il doppio scenario paesaggistico, lo scatto regala un’armonia suggestiva e di certo non fa intuire la convivenza di un panorama americano e di uno iraniano. Con la sua forza sublime e prepotente, la natura sembra voler rompere gli ostacoli del più comune concetto di confine, regalando un intervallo di condivisione e conciliazione.

La relazione dinamica fra mondo umano e mondo naturale, così come la narrazione della vulnerabilità della memoria storica attraverso rimandi vegetali, torna anche nella serie Uprooted, sempre del 2019, in cui è baricentrico – come suggerisce il titolo stesso – il sentimento di sradicamento. Dopo alcune passeggiate nella rigogliosa campagna rurale iraniana, l’artista torna in studio con un gruppo di radici di piante e fiori, per poi fotografarle su di uno sfondo neutro dal tocco romantico e malinconico al tempo stesso. Distinte, nella loro tacita compostezza, queste “anime” vegetali sono l’allegoria dei tanti profughi o esiliati che vivono il quotidiano dramma del distacco violento dalla propria terra.

Gohar Dashti, Uprooted #2, 2019, archival digital pigment print, cm 40×30, edition of 25. Courtesy the artist and Officine dell’Immagine, Milan

Gohar Dashti | Beyond Seas and Trees
a cura di Silvia Cirelli

15 ottobre 2020 – 6 gennaio 2021
inaugurazione: giovedì 15 ottobre, ore 19

Officine dell’Immagine
via Carlo Vittadini, 11 – Milano

Ingresso libero*

Orari: martedì – sabato 11 – 19; lunedì e giorni festivi su appuntamento.

Catalogo: Vanillaedizioni

Info:
tel. +39 02 91638758
www.officinedellimmagine.com
info@officinedellimmagine.com

* In relazione all’emergenza Covid-19 ricordiamo che è obbligatorio l’uso della mascherina protettiva e il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

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