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BORBIAGO, MIRA (VE) | TORRE PIEZOMETRICA | 29 NOVEMBRE 2023

Con l’intervento d’arte pubblica di Alessandro Ferri, in arte Dado, la Torre piezometrica di Borbiago (Mira, VE), che garantisce la distribuzione dell’acqua nella zona, è diventata un orologio solare, visibile a grande distanza.

Dado, Orologio solare senza gnomone, Borbiago, Mira (VE). Ph. © Rolando Paolo Guerzoni

Un progetto promosso dal Gruppo Veritas nell’ambito di una manutenzione programmata della struttura. Per realizzare la più grande meridiana a terminatore d’ombra (orologio solare senza gnomone) d’Europa, Dado si è avvalso delle competenze dello gnomonista Aurelio Pantanali.

L’aspetto del serbatoio d’acqua di forma cilindrica ha permesso all’artista di utilizzare la sommità della torre come quadrante solare. Le meridiane “comuni”, che troviamo dipinte sulle pareti delle abitazioni, o di edifici storici e religiosi, sono caratterizzate da un’asta, denominata gnomone, la cui proiezione d’ombra permette di effettuare la lettura dell’ora solare. La meridiana a cilindro progettata da Alessandro Ferri, invece, è priva dell’abituale gnomone: l’ombra è sostituita da un “terminatore”, rappresentato da una linea “fittizia”, non tracciata realmente ma data dalla separazione tra la parte in ombra e la parte illuminata.

Dado, Orologio solare senza gnomone, Borbiago, Mira (VE). Ph. © Rolando Paolo Guerzoni

L’esclusività dell’Orologio solare di Borbiago è frutto di una disamina tra l’artista e gli gnomonisti, che hanno contribuito allo studio attribuendo alle ore (da 1 a 12) disegnate da Alessandro Ferri sulla cisterna cilindrica il corretto posizionamento, in base all’incidenza sulla superficie della luce durante il giorno. Il design altrettanto esclusivo dell’opera è frutto della sperimentazione stilistica di Alessandro Ferri, artista a tutto tondo con esperienze di livello in alcune delle più importanti città italiane ed estere, tra cui New York, Parigi, Nanjing, Denver, Miami, Valencia, Roma, Milano, Bologna, Trento, Venezia, Palermo, Napoli.

Per realizzare l’orologio solare di Borbiago, Alessandro Ferri si è ispirato alle tendenze in voga al tempo in cui la torre piezometrica veniva costruita ovvero tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60.

Ferri specifica che: «Ogni epoca detta una sua tendenza, uno stile: gli orologi o segnatempo degli anni ‘50 e ‘60, specialmente i modelli classici, erano caratterizzati dagli indici delle ore segnati con numeri arabi dalle tipiche forme morbide. Gli orologi meccanici, così come le meridiane solari, sono ‘anacronistici’, poiché non sono soggetti a obsolescenza. Il trascorrere del tempo, la sua misurazione e gli strumenti a cui ci si è affidati nei millenni, sono anch’essi riferibili a concetti puri, oggetti senza tempo che affascinano l’uomo: motivo di profonda riflessione e fonte di impulso creativo, di argomentazioni e fantasie. Si pensi agli obelischi, alle candele orarie, all’osservazione della volta celeste, agli orologi e alle clessidre ad acqua, fino ad arrivare agli orologi astronomici, a pendolo e meccanici. Tutte queste speculazioni raccontano la necessità atavica dell’uomo di controllare lo scorrere del tempo. La meridiana di Borbiago è frutto dell’incontro e commistione di molteplici discipline: arte, matematica, astrofisica, architettura, storia, filosofia, un’opera trasversale e preziosa, unica per la sua concezione e singolarità».

Sullo stelo della torre, quindi nella sua parte inferiore, campeggia la scritta “Borbiago”, realizzata da Alessandro Ferri con un lettering caratteristico della sua recente ricerca artistica, mentre il cilindro della torre presenta cifre numeriche (da 1 a 12) alte quattro metri, realizzate con lo stesso stile grafico: la lettura dell’ora è quindi possibile anche a distanza. La meridiana solare risulta osservabile a chi percorre l’autostrada A57 provenendo da Padova o dalla Riviera del Brenta, ma anche a chi passeggia lungo gli argini dei canali provenendo da Oriago o dal centro di Mira. La sua posizione di “vedetta” la rende visibile e facilmente raggiungibile.

Dado, Orologio solare senza gnomone, Borbiago, Mira (VE). Ph. © Rolando Paolo Guerzoni

Lidia Furlan, coordinatrice dell’intervento artistico, aggiunge: «Un progetto di arte urbana è sempre il risultato della visione corale del luogo. La torre, per la sua peculiarità architettonica, è di per sé un riferimento: vedetta e meta. La torre è un simbolo emblematico: si protende verso il cielo, stagliandosi sull’orizzonte, ma è essa stessa orizzonte. I popoli antichi identificavano nella torre l’elevazione, l’ascesa spirituale. La vista di una torre segnala sempre la presenza dell’uomo, di un centro abitato. La torre serbatoio di Borbiago è un congegno che regola la distribuzione dell’’oro blu’, ma in questo caso regola anche lo scorrere del tempo. Quest’opera rappresenta un’occasione per riflettere sul valore dell’acqua e del tempo, e, contestualmente, è un’opportunità per rinnovare, impreziosire spazi comuni che fanno parte dei nostri orizzonti e del nostro vivere quotidiano».

La presentazione dell’intervento è prevista per il mercoledì 29 novembre 2023 alle ore 11 nei pressi della torre piezometrica in via Giovanni XXIII a Borbiago, alla presenza dell’artista.

Veritas è la società per azioni a capitale interamente pubblico che fornisce servizi ambientali ai 51 Comuni soci (i 44 dell’intera Città metropolitana di Venezia e 7 della provincia di Treviso), ed è tra le prime dieci in Italia per dimensioni e fatturato. Gestisce l’igiene urbana e il ciclo completo dei rifiuti, il servizio idrico integrato, energy management e produzione di energia da fonti rinnovabili e altri servizi pubblici territoriali.

Dado, Orologio solare senza gnomone, Borbiago, Mira (VE). Ph. © Rolando Paolo Guerzoni

Alessandro Ferri (Dado), Orologio solare senza gnomone

Mercoledì 29 novembre, ore 11.00

Torre piezometrica di Borbiago
Via Giovanni XXIII, Borbiago, Mira (VE)

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