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MILANO | Nashira Gallery

di MATTEO GALBIATI

Quante sono realmente 1023 persone se, al di là del mero e asettico dato numerico-matematico, si considera questo numero non come ad una quantità generica, astratta, che la sua stessa dimensione tende a disumanizzare? Abbiamo realmente idea di quante siano tutti questi individui messi uno accanto all’altro? Per noi una moltitudine di 1023 persone è certamente un insieme grande, ma non ne abbiamo il preciso “confine” reale. Filippo Riniolo ci restituisce questa entità riportandola al tempo dedicato al singolo e, con la performance Selezioni, restituisce memoria a tutti quegli uomini e donne, bambini e bambine, le cui esistenze sono state spezzate e distrutte dalla crudeltà di un odio cieco e abietto.
Sono state proprio 1023 le persone che – come si diceva, uomini e donne di ogni età, dai più piccoli ai più anziani, senza colpa alcuna – dopo essere state rastrellate nel Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943, sono state poi deportate nel campo di sterminio di Auschwitz, andando incontro a quel tragico destino che altri avevano scritto e deciso per loro.

Selezioni, Filippo Riniolo, 2023, performance, 30 minuti, Nashira Gallery, Milano

Riniolo ha celebrato la Giornata della Memoria riproponendo questa sua potentissima opera – già presentata al MAXXI di Roma nel 2021, sempre con la supervisione e il supporto di Francesco Cascino – alla Nashira Gallery di Milano dove, concede identità precisa a questi individui, enumerandoli uno per uno. Nome per cognome. Chiamare 1023 persone, in termini di tempo, richiede, per tornare alla domanda iniziale, poco più di 30 minuti. È un parametro diverso, soprattutto se, partecipando all’opera performativa di Riniolo e sentendo questa elencazione durante la “chiamata” proposta dall’artista, lo spettatore si confronta con questa prospettiva diversa con cui si può rivalutare quello stesso numero: il tempo dell’ascolto lo riconnette con quella gente che ora non è più un solo dato storico e statistico, ma torna ad essere il tempo per un a tu per tu tra individui. Nomi e cognomi sono indispensabili per recuperare esistenze e, nell’intelligente intensità con cui Riniolo ritma, quasi fosse una litania, una preghiera, questa lista, sa imporci drammaticamente la loro ideale fotografia. Cognomi uguali uniscono famiglie e scandiscono età; piccole esitazioni o minime variazioni della voce, pur nella disciplina solenne da lui adottata, fanno emergere sempre più prepotentemente quel dato umano che l’assurdità dell’odio di allora Ie che oggi non deve restare sopito, ma estirpato) aveva freddamente smaterializzato permettendo che un orrore simile potesse attuarsi con tanta terrificante semplicità.

Selezioni, Filippo Riniolo, 2023, performance, 30 minuti, Nashira Gallery, Milano

Non ci resta che calarci in una dimensione di silenzio e di profondo ascolto, di attesa sconcertante di questo appello che, nella sequenza alfabetica cadenzata e con il sottofondo ancor più inquietante dello scanzonato motivetto di Rosamunda (canzone suonata, per sberleffo, ad Auschwitz quando i prigionieri erano chiamati ad entrare e uscire dalle loro baracche), si fa necessariamente spazio per accogliere la memoria di quelle anime e di quelle esistenze sconvolte. Il tempo e i gesti, di solennità misurata e composta con cui Riniolo agisce, restituiscono con peculiare trasporto le identità di questi uomini, che non sentiamo più solo come numero, ma tornano ad essere per noi persone. Persone che abbiamo vicine perché i  loro nomi e i loro cognomi ancora oggi ci appartengono.
Inoltre, scorrendo da destra a sinistra le schede nominali di ciascuno per visualizzarle sullo schermo di uno smarthphone, Filippo Riniolo enfatizza il valore del suo agire applicandolo alla nostra gestualità quotidiana. Con un dito scorriamo, sugli schermi dei nostri dispositivi, la visualizzazione sui social delle storie, muovendoci e muovendole da destra a sinistra. Nuovamente, un gesto banale, assume un valore catartico, infatti, l’artista riporta quello – come scrive lo stesso Primo Levi nel suo Se questo è un uomo – compiuto dal gerarca nazista che, davanti ai nuovi prigionieri giunti al campo, arbitrariamente, ne decideva il destino spostando a destra o a sinistra la loro scheda. Una selezione tra vita o morte. Pochi minuti (il tempo) per enumerare (la lista) chi doveva sopravvivere e chi sarebbe stato destinato all’immediata esecuzione per far tornare l’economia del campo (il numero).

Selezioni, Filippo Riniolo, 2023, performance, 30 minuti, Nashira Gallery, Milano

Filippo Riniolo con la sua voce e i suoi gesti attualizza la memoria: ci sconcerta incollando nei nostri sentimenti non un numero, ma i nomi che sono stati parte di un orrore ancora più grande riportandoli nei modi e nel tempo del nostro presente. Ci fa capire come, se si scollega l’azione dal dato umano, se tutto è costretto a una fredda e distaccata lettura da lontano, la banalità del male, sia sempre in agguato.
Ieri come oggi quell’Olocausto avvenuto può essere ripetuto nelle centinaia di altri, piccoli e grandi, olocausti attuali. E allora non solo bisogna conservare la memoria, ma a questa si deve far sopraggiungere un’attenta consapevolezza nel quotidiano, altrimenti anche questa celebrazione commemorativa rischia di essere una data abbandonata nella ritualità del calendario.

Selezioni. Performance di Filippo Riniolo
introduzione di Filippo Riniolo, autore della performance; Francesco Cascino, art consultant
con il patrocinio della Comunità ebraica di Milano e la presenza del presidente Walker Meghnagi
in occasione della Giornata della Memoria

27 gennaio 2023

Nashira Gallery
via Vincenzo Monti 21, Milano

Info: +39 342 3316640
info@nashiragallery.com
www.nashiragallery.com

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