Intervista a CLELIA BELGRADO di Francesca Di Giorgio
Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Affrontare il lockdown e la relativa chiusura della galleria, è stato un momento abbastanza complicato e pieno di incertezze. Specialmente nelle prime settimane. Poi ho iniziato a pensare e ad immaginare possibili modi alternativi di lavorare, cercando di colmare il vuoto che si era creato. Come portare al pubblico, ai collezionisti, agli appassionati, ai curatori ecc…, il lavoro dei nostri artisti, senza perdere continuità ed interesse, evitando di “annoiare”? Impresa ardua anche osservando come gli altri si sono mossi attraverso i social.
Abbiamo iniziato con Random Memories dove, tornando indietro a mostre, eventi o/e fiere ne abbiamo postato, con scadenza giornaliera, le descrizioni. La progressione logica è stata poi la serie – tuttora in corso – Images & Voices dove la voce dell’artista racconta le immagini di un progetto. Devo dire che il pubblico ha interagito e continua ad interagire ed aspetta questo appuntamento settimanale.
Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Questo “sistema” fa parte di qualcosa che, al di là dell’emergenza Covid-19, era nell’aria. Bisognerà vedere come e con quale velocità riusciremo ad adattarci… Gli obiettivi a breve termine sono di andare avanti con la programmazione cercando di proteggere i nostri investimenti e di limitare i danni.
Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
La visione del “prima”, un “dopo” e un “poi”: vi mando un’immagine scattata durante Arte Fiera Bologna 2020, poco prima che scoppiasse la situazione di emergenza. È un’immagine di Pierluigi Fresia (nostro fotografo), la sottoscritta e Viana Conti (critica d’arte e amica). Un’immagine serena, di lavoro e condivisione che mi piacerebbe rivedere nel “dopo” e nel “poi”.