ALBA (CN) | Fondazione Ferrero | Fino al 4 luglio 2024
di ALESSANDRO MONDINI
New York, estate 1967. Patti Smith e Robert Mapplethorpe hanno appena compiuto vent’anni. Si sono conosciuti per caso. Da allora passano parecchio tempo insieme, si amano. Vivono con pochi dollari al giorno, non mangiano molto e a volte dormono per strada. Lei insegue la poesia, lui la fotografia. Si fidano dei loro sogni e ancora non sanno di preciso chi diventare. A vederli bene, specie agli occhi degli adulti, «sono soltanto ragazzini». Niente di più. Patti Smith se lo ricorda benissimo. Ha voluto raccontarlo a distanza di anni nella sua autobiografia, che ha intitolato – per l’appunto – Just Kids (Feltrinelli, 2015).
Insomma, anche gli adulti possono sbagliarsi. È facile cadere nel cinismo quando si è complici di una realtà cinica. Se ti ostini a credere ai tuoi sogni, allora sei inutile e innocuo. Sei soltanto un ragazzino. E che cos’hai, oltre ad avere un corpo giovane, pieno di vita, ma così inesperto? Praticamente nulla. Si tratta di un giudizio comune, che contagia chiunque a mano a mano che si cresce, quando si smette di sognare. Ed è anche l’equivoco che spesso accompagna i lavori di Valerio Berruti (1977), dove a primeggiare, tra i motivi, c’è innanzitutto quello dell’infanzia.

Valerio Berruti. More Than Kids, veduta parziale della mostra, Fondazione Ferrero, Alba (CN) Foto Andrea Guermani
Con le mostre More Than Kids e Not Just Kids – entrambe curate da Nicolas Ballario e Arturo Galansino –, quest’anno Berruti invita apertamente il pubblico a superare le apparenze. Lo capiamo già dai titoli. C’è dell’altro, sembrano suggerire. Provate a scavare più a fondo. Non troverete soltanto dipinti e sculture «graziose» di bambine e bambini che fissano il vuoto. I temi centrali sono sempre stati altri, le intenzioni pure. La graziosità, invece, è solamente un guscio fragile, un involucro temporaneo, una soglia. Certo, attira e compiace. Ma da sola non dice quasi nulla eccetto ripetere sé stessa. E perciò potrebbe sminuire, portare all’equivoco, confondere i motivi per i temi. Rendere tutto, in altre parole, «just kids».
A dire il vero, le opere di Valerio non hanno mai avuto niente a che vedere con l’infanzia, se non per via del loro aspetto. «Ho sempre pensato alle mie opere come a una metafora che va oltre l’immaginario fanciullesco», racconta, «Vorrei riuscire a far passare il messaggio che i miei bambini non siano in realtà tali». Metafore, dunque. Ecco chi sono. Figure retoriche che non devono essere prese alla lettera. Immagini disposte a tradire sé stesse, i propri confini materiali, per eccedere in altre immagini, temi, significati.
Berruti dipinge e scolpisce bambine e bambini perché adulti non si nasce, si diventa. Chiunque, in fondo, è stato bambino. Insieme ne abbiamo indossato i panni. Se l’infanzia fosse un linguaggio, probabilmente non avremmo difficoltà a capirlo. Sapremmo addirittura anticiparne le parole. «È il nostro comun denominatore», scrive Ballario, «è un momento che tutti abbiamo condiviso». Valerio ha intuito l’universalità di questo motivo. Ha creato immagini in cui ritrovarsi malgrado chi diventeremo crescendo. Ed è successo dappertutto nel mondo, ogni volta con naturale complicità. Dalla Cina agli Stati Uniti, dal Giappone al Sudafrica. Ovunque abbia esposto le sue opere, un pubblico ampissimo – dall’altra parte – non ha faticato a riconoscersi. Sono opere aperte, mai finite veramente. Mancano linee, colori, tratti. Qualsiasi elemento caratterizzante è assente. Potrei essere io come potresti essere tu. Raccontano storie che appartengono a entrambi, senza mai risolversi in nessuno di preciso. Questa è la sensazione che si prova. Ciascuna mostra diventa così un’occasione per parlare di chi siamo, di cosa ci rende simili, comprese le speranze e le ansie accese o sopite dai grandi temi del contemporaneo.

Valerio Berruti. More Than Kids, veduta parziale della mostra, Fondazione Ferrero, Alba (CN) Foto Andrea Guermani
Sono molto più che ragazzini. Si parte quindi ad Alba, in Piemonte, dove lo scorso 4 aprile la Fondazione Ferrero ha inaugurato More Than Kids. Per Berruti esporre ad Alba è come giocare in casa. Non solo perché dal 2022 la città accoglie una delle sue ultime opere monumentali. Una scultura in acciaio inox, alta dodici metri e mezzo, allestita nella centralissima piazza Michele Ferrero, raffigurante una bambina timida – «genàta», direbbero i piemontesi – un po’ come i suoi abitanti. Alba è la città in cui Valerio è nato, le Langhe sono il paesaggio dove ha scelto di vivere. Nonostante una carriera cosmopolita, qui è sempre tornato: «Credo tantissimo in questo territorio. È un territorio in continua evoluzione, che ha possibilità immense». È presente nella juta grezza adoperata come supporto per il ciclo di affreschi intitolato Vocazione. È nella terra scura sopra cui sono inginocchiate le cinque sculture bambine di Nel nome del padre. Fino ad arrivare a Langhe, diciotto tele verticali con dipinte le bellezze e le storture di un paesaggio che sta cambiando.
In More Than Kids incontriamo un Berruti misurato e sentimentale (ma non melenso), edito e inedito, già visto e mai visto. Sa muoversi nelle aspettative e sa come crearne di nuove. Non mancano le video-installazioni accompagnate dalle musiche di Paolo Conte (La figlia di Isacco), Ryuichi Sakamoto (Kizuna), Ludovico Einaudi (La giostra di Nina) e Samuel Romano (Cercare silenzio). L’accento, però, cade su altro. Le soluzioni bidimensionali – le più note e apprezzate dal pubblico – sfumano dalle pareti verso il centro delle sale. Fanno un passo avanti per farne uno indietro. Diventano bozze di sculture, modelli in scala, che anticipano le nuove opere monumentali a cui Valerio sta lavorando. Don’t Let Me Be Wrong n’è un esempio. «Sarà meravigliosa», anticipa Ballario. Potremo perfino entrarci quando sarà pronta. Alla Fondazione Ferrero, a pochi chilometri dalla sua casa-studio, Berruti invita perciò il pubblico a entrare nel suo processo creativo. Il punto di arrivo si intitola Not Just Kids: la personale milanese che Palazzo Reale gli dedicherà a partire dal prossimo luglio. La più grande mai organizzata.
More Than Kids ci chiede di condividere questa emozione.
Valerio Berruti. More Than Kids
a cura di Nicolas Ballario e Arturo Galansino
4 aprile – 4 luglio 2025
Fondazione Ferrero
Strada di mezzo 44, Alba (CN)
Orari: da mercoledì a venerdì ore 15.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-19.00; chiuso dal 18 al 27 aprile 2025