VENEZIA | Marignana Arte | 4 ottobre – 20 dicembre 2025
di FRANCESCO LIGGIERI
C’è un momento, poco prima che accada qualcosa, in cui tutto resta sospeso. Un istante che non è ancora storia, ma già vibra di possibilità. È qui che si colloca Préludes o della forma in-attesa, la collettiva che fino al 20 dicembre 2025 trasforma gli spazi di Marignana Arte, a Venezia, in una sorta di camera d’ascolto visiva.
Tre artiste Greta Ferretti, Olga Lepri e Sara Pacucci, si muovono dentro questa zona grigia dell’attesa, ognuna con la propria grammatica, come se la pittura fosse l’unico strumento capace di rendere tangibile l’invisibile. In musica, un preludio non è mai compimento. È apertura, promessa, un gioco iniziale che accenna, sfiora, provoca. La stessa cosa succede qui: davanti ai lavori di Ferretti, Pacucci e Lepri non si ottiene mai una narrazione chiara, una trama lineare da consumare e archiviare. Quello che arriva è il contrario: un invito ad abitare l’incertezza, a lasciarsi guidare dal perturbante, da immagini che sembrano apparire e sparire nello stesso istante, come se fossero sogni che non vogliono farsi decifrare.
Greta Ferretti, ad esempio, dispone i colori come fossero prismi. Dichiara di raccogliere elementi apparentemente privi di legame, e infatti nei suoi quadri la logica della concatenazione cede alla possibilità dell’incontro casuale, enigmatico. È come se dicesse: guardate, non tutto ha bisogno di una spiegazione, a volte basta un accostamento improvviso per aprire varchi nella percezione.

Con Sara Pacucci il discorso cambia, ma solo per somiglianza: i suoi dipinti, scrive lei stessa, desiderano richiamare ricordi, immagini che emergono dai sogni e si sciolgono subito dopo. The lost dream, Before the sun: titoli che già sembrano preludi, non storie finite. Sono lavori che ti visitano, quasi ti scelgono, apparizioni che hanno l’urgenza del lampo e l’incertezza del ricordo. Poi c’è Olga Lepri, che ragiona sulla pittura come stratificazione, come sistema che rivela e nasconde allo stesso tempo. Nei suoi lavori Battito (Slipaway), Applauso (Slipaway), il dittico Ascesa / Caduta l’immagine resta in bilico, non si concede mai del tutto. È un gesto cieco, come lo definirebbe Derrida, un avanzare della mano prima ancora che lo sguardo sappia dove posarsi. Ciò che resta è un’immagine instabile, fragile, che ci obbliga a immaginare ciò che ancora non è. Quello che lega queste tre giovani pittrici non è uno stile, ma una posizione comune: un rifiuto dell’opera come prodotto compiuto e finito.

Nei loro lavori si respira l’aria aurorale di un inizio che non si lascia mai catturare, che resiste all’omologazione della riproducibilità tecnica, che rifiuta la fissità dell’immagine digitale per abbracciare il rischio del gesto umano. Préludes non è dunque una mostra di pittura nel senso classico. È piuttosto un esercizio di resistenza, un manifesto silenzioso che rivendica la possibilità di sostare nell’attesa, nell’indefinito, nell’errore fertile. È un invito a credere che l’arte non sia ciò che ci viene consegnato pronto e chiuso, ma quello che resta sospeso, fragile, incompleto. Quello che, per citare Jonathan Molinari, “nessun algoritmo può simulare, perché ancora intriso di non-essere, di rischio, di imprevedibilità”.

E forse è proprio questo il messaggio più urgente che arriva da Venezia, da tre artiste che hanno appena superato i vent’anni e già si misurano con la vertigine dell’inizio: che non è il compimento a salvarci, ma il preludio.

Préludes o della forma in-attesa
Greta Ferretti, Olga Lepri e Sara Pacucci
4 ottobre – 20 dicembre 2025
Marignana Arte
Dorsoduro 141, Rio Terà dei Catecumeni, Venezia
Info: +39 041 2436356
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www.marignanaarte.it



