MATERA | Momart Gallery | 18 aprile – 15 giugno 2025
di TOMMASO EVANGELISTA
È in corso, fino al 15 giugno 2025, alla Momart Gallery di Matera, Superfici di Marea, mostra personale di Marco Tagliafico, a cura di Matteo Galbiati, evento che segna la conclusione della residenza artistica svolta dall’artista presso I Tre Portali, spazio dedicato alle residenze d’arte contemporanea in collaborazione con Momart Gallery e riservato al vincitore assoluto dell’Arteam Cup 2023.
Classe 1985, nato ad Alessandria, Marco Tagliafico si è aggiudicato nel 2023 il titolo di vincitore assoluto dell’Arteam Cup e della sezione Fotografia, grazie all’opera Il dorso del cielo (2023), riconosciuta dalla giuria per l’inedita capacità di trasfigurare il linguaggio fotografico in un’esperienza visiva sospesa tra apparizione e intuizione. La sua pratica artistica, che si sviluppa nella costante ibridazione tra fotografia e pittura, si distingue per l’uso sapiente del colore – in particolare del blu – e per una sensibilità percettiva che trasforma ogni immagine in un passaggio verso il non detto, il non visibile, il non afferrabile.
L’esposizione materana nasce dall’esperienza che Tagliafico ha compiuto durante la residenza, nel novembre 2024, segnata dall’esplorazione dell’antico paesaggio della Basilicata, dei sentieri rupestri che dalla città dei Sassi conducono alle grotte della Murgia e soprattutto dei calanchi di Pisticci, un territorio primordiale, quasi lunare, modellato dalle erosioni millenarie e disseminato di fossili, testimonianze tangibili della memoria geologica. Tale paesaggio, ancestrale ma allo stesso tempo profondamente umano, ha influenzato l’elaborazione delle opere in mostra, radicando ancora più saldamente il lavoro nella dialettica tra permanenza e cancellazione, tra sedimentazione di qualcosa di visibile e sparizione dell’immagine in un invisibile soglia di tensione.
Superfici di Marea si configura, pertanto, come un’indagine sulla forma – quella naturale e quella fotografica – che coniuga tecniche tradizionali come la cianotipia e la stampa ai sali d’argento con l’uso di supporti eterogenei quali tela, vetro e acciaio. Il risultato è un corpus di opere che non si limita a rappresentare il paesaggio, ma lo reinterpreta come organismo vivente, come spazio di stratificazione temporale e memoria sensibile. I blu intensi, cifra peculiare della sua poetica, si mescolano alle tonalità ocra della terra lucana, evocando il remoto mare cretaceo che un tempo sommerse la regione e che ancora oggi sembra riaffiorare nella trama minerale della materia, in un’esperienza di astrattismo analitico di forte suggestione. Suggestiva l’assonanza tra marea, materia e Matera, termini che si fondono in un unico respiro: il paesaggio si fa flusso, corpo e memoria e la città dei sassi diviene essa stessa un organismo di pietra e luce, luogo di emersioni profonde in cui la fotografia si misura con il tempo geologico e con l’invisibile che scorre sotto la superficie.
La nozione di orizzonte – tensione verso un altrove continuamente sfuggente – è un asse centrale della ricerca di Tagliafico. Come egli stesso afferma “la ricerca di orizzonte corrisponde alla ricerca di significato, il perché del nostro essere nel mondo e il nostro tentativo sempre fallimentare e approssimativo di rappresentarlo”. Le opere si collocano quindi su una soglia instabile, tra l’immagine che si manifesta e quella che sfuma, tra il gesto che costruisce e quello che dissolve, tra l’ostinazione della visione e la sua inevitabile caduta nell’indefinitezza. Matera diventa materia viva, una soglia geologica in cui il paesaggio non è sfondo ma corpo stesso dell’immagine mentre nella stratificazione della terra la profondità dei suoli determina consistenze cromatiche: il tempo riaffiora come memoria fossile e l’orizzonte non è mai linea certa ma continuo slittamento verso un’idea astratta di paesaggio, che si fa altrove.
Matteo Galbiati sottolinea come nella pratica dell’artista “l’immagine acclarata dagli scatti ammetta la sospensione del giudizio abitudinario”, ponendo lo spettatore di fronte a sollecitazioni inattese che destabilizzano l’occhio e attivano una percezione più profonda, più lenta, più riflessiva. Le vibrazioni cromatiche attraversano il piano fotografico come correnti sotterranee, facendo affiorare memorie latenti, riverberi emotivi, ricordi non ancora posseduti. In questo gioco sottile tra rivelazione e occultamento, ogni opera si offre come paesaggio mentale, come geografia interiore che rifrange in forme e colori il continuo oscillare dell’azione. Se l’atto percettivo non è solo una funzione lineare che da un soggetto si dirige verso un oggetto, ma è invece un rapporto più complesso tra oggetto visibile e soggetto vedente, come scrive anche Nancy «forse bisogna considerare la maniera in cui lo sguardo torna verso se stesso, non nel modo di un riflesso, ma in quello di una penetrazione in sé che rende visibile qualcosa al di là del suo aspetto». E questo sguardo dell’artista non percorrere mai linearmente lo stesso tragitto, bensì costituisce la possibilità di una presenza che si fa spazio.
La mostra alla Momart Gallery, pensata in dialogo con i suggestivi spazi espositivi, intende rendere visibile questo processo di stratificazione e immersione, configurandosi come un percorso esperienziale che invita il visitatore a farsi partecipe di una ricerca sul senso stesso del vedere, di una discesa nelle pieghe della terra e dell’immagine, alla ricerca di quell’orizzonte che è, forse, la forma più autentica della nostra presenza nel mondo. La nostra prima chiave di lettura.
Marco Tagliafico. Superfici di Marea
A cura di Matteo Galbiati
18 aprile – 15 giugno 2025
Momart Gallery
Via Madonna dell’Idris 5/7, Matera
Orari di apertura: 11 -13 e 16 – 18.30 tutti i giorni escluso il mercoledì e le festività pasquali
Ingresso gratuito
Partner: I Tre Portali Luxury e Associazione Arteam
Patrocinio: Comune di Matera / Regione Basilicata
Info: info@momartgallery.it