VENEZIA | Punta della Dogana | 12 aprile – 31 dicembre 2015
di MILENA BECCI
Non è la prima volta che l’artista vietnamita Danh Vo si presenta al pubblico come curatore, in questo caso chiamato a collaborare con Caroline Bourgeois per Slip of the Tongue a Punta della Dogana a Venezia. Un dialogo scaturisce e prende forma dall’incontro tra artisti contemporanei e non, lavori del curatore d’eccezione e frammenti di manoscritti miniati che provengono da istituzioni veneziane quali le Gallerie dell’Accademia e l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini. Questa conversazione tra epoche ed opere è ben rappresentata dalla fotografia di Robert Manson, emblema della mostra, che raffigura una mano in primo piano che sorregge una cavalletta immobile sul palmo, per sottolineare un’attenzione che è portata avanti con cura, reciprocità e delicatezza.
La sensibilità e la fragilità dell’arte di Danh Vo accompagnano tutto il progetto curatoriale, delineando un percorso che non è di certo lineare ma che appare come un gioco di specchi in cui non entra in ballo la chiarezza, quanto piuttosto il lapsus – slip of the tongue in inglese – letteralmente un uso non intenzionale di parole errate, quindi intoppi, incidenti e contraddizioni utili a svelare. È infatti un rebus il primo elemento dell’esposizione: il divano a forma di bocca appoggiato su un congelatore, di Bertrand Lavier, dialoga con una foto in bianco e nero di David Wojnarowicz che illustra i metodi di caccia degli indiani d’America, con tre bisonti che cadono dal dirupo.
La prima grande sala della mostra è sovrastata dal lampadario del XIX secolo, opera di Danh Vo, proveniente dalla sala da ballo dell’ex Hotel Majestic di Parigi, nelle cui stanze, nel 1973, venne firmata la pace in Vietnam; sotto le gocce di cristallo un trolley aperto contenente una delle sezioni di una scultura medievale tedesca che Vo ha diviso in sei porzioni e sistemato secondo le norme delle compagnie aeree low cost. Storie universali e storie personali dunque che si diramano in dettagli che è possibile lasciarsi sfuggire, come le parole e le date di Felix Gonzales-Torres dipinte sulle travi del soffitto sopra il Gold Field di Roni Horn, o piacevolmente incontrare, come Hildegard, il manichino seduto su una panchina, di Jos de Gruyter & Harald Thys; tutto questo senza dimenticare, per una pausa più contemplativa, la Testa del Redentore di Giovanni Bellini. È sicuramente utile diventare più flessibili, seguendo il concetto del trampolino di Elmgreen & Dragset che passa da una parte all’altra della vetrata di Punta della Dogana, per riuscire a godersi l’intero meraviglioso orizzonte racchiuso in questa mostra.
Slip of the Tongue
a cura di Danh Vo in collaborazione con Caroline Bourgeois
Artisti in mostra:
Leonor Antunes, Julie Ault, Nairy Baghramian, Giovanni Bellini, Constantin Brancusi, Marcel Broodthaers, Giovanni Buonconsiglio, detto il Marescalco, Jos De Gruyter & Harald Thys, Hubert Duprat, Elmgreen & Dragset, Luciano Fabro, Fischli & Weiss, Felix Gonzalez-Torres, Petrit Halilaj, David Hammons, Roni Horn, Peter Hujar, Tetsumi Kudo, Bertrand Lavier, Zoe Leonard, Francesco Lo Savio, Lee Lozano, Robert Manson, Piero Manzoni, Sadamasa Motonaga, Jean-Luc Moulène, Henrik Olesen, Pablo Picasso, Sigmar Polke, Carol Rama, Charles Ray, Auguste Rodin, Cameron Rowland, Carlo Scarpa, Andres Serrano, Nancy Spero, Sturtevant, Alina Szapocznikow, Paul Thek, Danh Vo, David Wojnarowicz, Martin Wong.
Anonimo. Abruzzo, XIII secolo, Anonimo. Italia centrale, XIII secolo, Maestro delle Decretali di Lucca, XIII secolo, Anonimo. Perugia, XIV secolo, Maestro del Seneca, XIV secolo, Nerio. Bologna, XIV secolo, Anonimo. Firenze, XV secolo, Maestro Olivetano, XV secolo, Maestro del Lattanzio riccardiano, XV secolo, Scuola di Tiziano
Punta della Dogana
Dorsoduro 2, Venezia
12 aprile – 31 dicembre 2015
Orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 tranne martedì
Info: www.palazzograssi.it