BRESCIA | The Address | 13 febbraio – 23 marzo 2020
di SERENA FILIPPINI
A Brescia nella galleria The Address la mostra S/S/P presenta opere inedite degli artisti Roberto Alfano (1981) e Oliviero Fiorenzi (1992).
Entrambi accomunati da un inizio come street artists, retroterra che, tra l’altro, emerge in molte delle opere esposte, i due artisti dialogano su immagini, o meglio visioni, che fanno parte di loro, del loro vissuto e dei luoghi nei quali sono cresciuti o dove hanno transitato, luoghi tipici della provincia, fatti di persone, tradizioni, paesaggi rurali e poco romantici, dai quali molti se ne sono andati, altri avrebbero voluto farlo ma non ne hanno ancora avuto il coraggio, ma sempre e comunque luoghi a cui chi ci nasce appartiene e nei quali prima o poi è chiamato a tornare.
Inizia così la riflessione dei due artisti, da un tema come quello delle visioni di provincia, con un approccio che non è malinconico né nostalgico ma giocoso, rendendo estremamente chiaro il messaggio veicolato dai rispettivi linguaggi artistici.
Da una parte Roberto Alfano reinterpreta il tema della provincia attraverso simboli, metafore e visioni strettamente personali racchiuse, tra le altre cose, all’interno di un libro d’artista esposto in mostra.
Lodi, la città da cui proviene, e più in generale la zona geografica e le sue caratteristiche paesaggistiche, fanno sì che l’artista abbia piena consapevolezza di che cosa significhi vivere nella sconfinata pianura padana, nei suoi campi piatti intervallati da grandi industrie e strade che si collegano ai centri urbani.
A partire da questa visione vissuta da dentro, Alfano, senza retorica né filtri per imbellettare i suoi soggetti, propone alcuni simboli che si ripetono nelle sue opere, uno tra tutti il carro armato (forse uno dei soggetti più disegnati dai bambini fino a qualche anno fa), tornando così alla sua infanzia e dandone ancora una reinterpretazione molto vicina, per stile e immediatezza, a quella tipica dei bambini: tratti veloci, stilizzati e spontanei, dove l’abilità dell’artista viene messa in luce grazie alla scelta del colore, che da scuro, osservando attentamente, si fa più luminoso e brillante.
Un soggetto, quello del carro armato, alternato a quello del cane presente in più situazioni, e tra queste anche nei panni di un “cane bastardo”, citando il titolo dell’opera, realizzato utilizzando spray e adesivi su un vetro di trattore, che diventa quindi per l’occasione materiale consacrato alla finalità artistica, dimostrando nuovamente come il sapore di pianura possa farsi vivo improvvisamente nell’osservatore anche soltanto mediante l’utilizzo di un materiale che rievochi in lui ricordi d’infanzia legati a quel determinato contesto rurale.
Da tale contesto si può anche decidere di allontanarsi perché le circostanze della vita spesso portano altrove ma, come Roberto Alfano suggerisce attraverso l’opera Stivali nel fango, l’importante è rimanere con i piedi ben piantati a terra, perché è sempre auspicabile spiccare il volo, ma senza dimenticare mai da dove si è decollati.
Differente, ma in linea con Alfano è la ricerca di Oliviero Fiorenzi, il quale si serve di materiali, supporti, colori, simboli e colori legati ad un’azione di tipo ambientale, dove le opere vanno ad acquisire la ragione del loro essere se inserite all’interno di un contesto ambientale precedentemente pensato dall’artista.
Un esempio di questo atteggiamento lo si può cogliere nei tappeti realizzati in cocco sintetico intarsiato rappresentanti i cosiddetti “bersagli”, figure che tramite un pallino rosso diventano veri e propri bersagli metaforici per chi cammina loro intorno.
I suoi soggetti sono silhouette senza un’identità, figure che vivono nello spazio di un’opera d’arte non per essere riconosciuti ma, al contrario, per far riconoscere in essi chi li osserva, una sorta di libro ad immagini che racconta una storia nella quale chiunque può immedesimarsi. La storia, però, non è avventurosa e non parla di supereroi, ma di soggetti comuni, spesso proposti con ironia, nei quali immedesimarsi diventa ancora più facile.
E poi ci sono le boe, un lavoro realizzato da Fiorenzi per il suo progetto di tesi di laurea, finalizzato ad essere un lavoro ambientale, tanto che in mostra sono presenti alcune testimonianze fotografiche del momento in cui le boe sono state fatte galleggiare nel Mare Adriatico. Nella galleria vengono allestite per permettere al visitatore di avvicinarsi ad esse osservando sia il progetto d’insieme sia i dettagli e i disegni realizzati riportanti simboli e immagini che tornano insistenti nella ricerca dell’artista.
Questa scelta di inserire all’interno della mostra un’opera nata come progetto di tesi dimostra l’efficacia e l’attualità che può avere un dialogo tra giovani artisti e la vocazione della galleria di coinvolgere artisti emergenti e più o meno giovani per dare loro la possibilità di farsi conoscere in un ambiente complesso come quello artistico.
Roberto Alfano e Oliviero Fiorenzi. S/S/P
testo di Piergiorgio Caserini
13 febbraio – 23 marzo 2020
The Address Gallery
via Trieste 39/A, Brescia
Orari: dal mercoledì al sabato 11.00-13.00 – 16.00-19.00
Ingresso libero
Info: +39 333 6800755
info@theaddressgallery.com
www.theaddressgallery.com