Torino | Spazi pubblici | 24 ottobre 2025 – 11 gennaio 2026
Intervista ad ANTONIO GRULLI di Michele Bramante
Il 24 ottobre Torino si illumina con decine di opere d’arte sparse in tutta la città. Apre la 28esima edizione di Luci d’Artista, la rassegna che investe di luce lo spazio urbano unendo in modo unico e affascinante azione pubblica, identità cittadina e fantasia creativa. L’importanza dell’iniziativa, guidata da Fondazione Torino Musei, ha continuato a crescere negli anni fino a diventare un modello imitato oltre i confini nazionali, grazie anche al lavoro del Direttore Antonio Grulli, che prosegue il suo programma di fitte cooperazione con istituzioni culturali italiane e internazionali, dando impulso a nuove acquisizioni di opere sempre più prestigiose. Nell’ambito dell’inedita sezione Duet si inaugurano le collaborazioni con il Lithuanian Culture Institute e il MAC Musée d’Art Contemporain di Lione. Il capitolo Costellazione consolida i rapporti con le più importanti istituzioni d’arte cittadine, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a cui si aggiunge uno slancio extraregionale verso Triennale Milano. Vantando nomi spesso inseriti nelle collezioni dei musei, non esiste forse migliore iniziativa delle Luci d’Artista per avvicinare le opere d’arte contemporanea al pubblico, tra le piazze e le vie permeate di un’atmosfera immaginifica che attraversa tutta la città e dissemina il cielo urbano di illuminazioni poetiche.

28 anni fa la Città di Torino ha acceso le prime Luci con gli artisti locali, con gli esponenti dell’Arte Povera e della scena artistica italiana in generale, mentre nelle edizioni più recenti le nuove acquisizioni hanno coinvolto progressivamente autori sempre più affermati sulla scena globale. I Suoi mandati hanno fortemente contribuito a questa evoluzione, e quest’anno entrano nella collezione opere di Tracey Emin, della formazione artistica Soundwalk Collective (che per l’occasione ha collaborato con la mitica rocker Patty Smith e il grande compositore Philip Glass) e del lituano Gintaras Didžiapetris, grazie alla partecipazione del Lithuanian Culture Institute. Completa il gruppo dei nuovi grandi artisti l’italiano Riccardo Previdi. Come si è arrivati a questi prestigiosi traguardi?
Luci d’Artista è un progetto unico, uno dei pochi nel mondo dell’arte contemporanea, spesso troppo chiuso, in grado di parlare anche a un grande pubblico. Ed è probabilmente il progetto più storico e prestigioso di arte nello spazio pubblico in Italia. Con le ultime edizioni, siamo riusciti a far emergere almeno una parte dell’enorme potenziale ancora inespresso, facendo emergere Luci d’Artista per quello che effettivamente è, ovvero una grande istituzione per l’arte contemporanea, un laboratorio in cui lo spazio urbano si incontra con l’innovazione tecnologica e i linguaggi del contemporaneo. In questi ultimi due anni e mezzo siamo riusciti a fare in modo che la manifestazione fosse viva tutto l’anno e abbiamo fatto in modo che cambiasse la comunicazione di tutti gli eventi. Siamo riusciti a andare oltre i confini cittadini e a raggiungere un pubblico nazionale. Quest’anno vogliamo iniziare ad aprirci verso l’estero, e i primi passi saranno le collaborazioni, raccolte nella nuova sezione denominata DUET, con il MAC di Lione e con l’Istituto di Cultura Lituano, la città di Vilnius e una bellissima istituzione come il CAC di Vilnius. Siamo un piccolo team e questi progressi significano uno sforzo enorme, ma le realtà che vogliono lavorare con noi sono tantissime, e abbiamo addirittura dovuto rimandare alcune possibilità di collaborazione ai prossimi anni.

Cosa significa per Lei incentrare un’intera rassegna d’arte sulla luce?
Sono sempre stato affascinato da Luci d’Artista. Ma curando la manifestazione, mi sono reso conto che la luce è un linguaggio universale, in grado di aprire i cuori e le menti di coloro che osservano. Nella nostra collezione abbiamo artisti solitamente visti come difficili, ermetici, impenetrabili dal grande pubblico, ma la luce riesce comunque a emozionare sempre, a fare in modo che anche chi è più restio al contemporaneo abbia voglia di capire, di approfondire, di avvicinarsi. Credo Luci d’Artista abbia un ruolo importantissimo come prima “porta” d’ingresso all’arte dei nostri giorni.

Ci sono particolari complessità nella direzione di un progetto che ha come destinazione l’intera cittadinanza, quindi un soggetto tanto collettivo quanto eterogeneo che abita uno spazio civico?
Le complicazioni sono tantissime. È impossibile capire dal di fuori le difficoltà che sosteniamo per realizzare il progetto e mantenere altissima la qualità delle opere e degli artisti coinvolti. Bisogna fare un elogio anche alla Fondazione Torino Musei e alla Città di Torino per la costanza che hanno dimostrato verso il progetto negli anni, e non è per nulla scontato. Luci d’Artista è complicatissima a livello burocratico, organizzativo, ingegneristico; le opere richiedono una manutenzione continua, di cui quasi nessuno si rende conto; e, soprattutto, è un progetto per cui bisogna lavorare ogni singolo giorno dell’anno, nonostante il suo momento più visibile sia racchiuso soprattutto nei mesi invernali. Stiamo facendo inoltre un grandissimo lavoro di mediazione e comunicazione perché ovviamente alcune opere, nonostante la luce, risultano più difficili, e Accademia della Luce, il nostro public program che portiamo avanti con i migliori dipartimenti educazione d’Italia, ovvero Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, GAM – Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale, MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile e PAV Parco Arte Vivente, ha un ruolo fondamentale.

Nell’immaginario collettivo le installazioni luminose del periodo invernale sono messe in relazione con le festività tradizionali. Nel 1998 l’intento, niente affatto prosaico, era forse quello di nobilitare i decori luminosi della città assegnandone la progettazione ad alcuni protagonisti delle arti visive. Già i primi partecipanti svilupparono le idee in piena libertà creativa e tematica, contribuendo a incentivare il valore laico dell’iniziativa. Si tratta di un fenomeno culturale sensibile per il nostro tempo. Oggi Luci d’Artista, più che una raffinata operazione urbana legata a un particolare momento, è diventato un autentico Museo temporaneo a cielo aperto. Anche il Suo piano per diffondere la rassegna durante tutto l’anno va in questa direzione? In cosa consisterà questo proposito?
Sì, assolutamente. Ormai Luci d’Artista è un grande laboratorio vivo tutto l’anno. Un ruolo fondamentale lo svolge l’evento del SummerSolstice che ogni anno realizziamo il 21 giugno, momento speculare al Natale. Andremo avanti sempre di più su questa strada, e lo dimostra il bando dell’ItalianCouncil vinto quest’anno con un progetto di nuova Luce d’Artista del trio Canemorto che presenteremo a marzo in una mostra a Lubiana presso la Match Gallery durante il festival di Guerrilla Lightning, e che poi tornerà a Torino per l’edizione 29 di Luci d’Artista.

Luci d’Artista | 28ª edizione
a cura di Antonio Grulli
Artisti: Gintaras Didžiapetris, Tracey Emin, Riccardo Previdi, Soundwalk Collective con Patti Smith e Philip Glass
24 ottobre 2025 – 11 gennaio 2026
Inaugurazione 24 ottobre dalle ore 18.30
Spazi pubblici, Torino
Info: lucidartistatorino.org



