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PARMA | Palazzo del Governatore | Fino al 25 maggio 2025

Intervista a CHIARA CANALI di Matteo Galbiati

Il nutrito programma dell’edizione numero nove di PARMA 360 Festival della Creatività Contemporanea con le sue mostre ha messo al centro della riflessione tematica il concetto di “memorie”. Vicini e lontani, attuali o scolpiti nella storia, il valore e il senso della memoria sono qui innestati nelle ricerche di artisti storicizzati o di giovani emergenti rivendicando all’arte il diritto di essere una voce etica e non solo uno strumento estetico.
Sotto la direzione artistica di Chiara Canali e Camilla Mineo il Festival di Parma si fa nuovamente interprete delle necessità dell’oggi dimostrando, edizione dopo edizione, di vedere confermati quei principi chiave per cui questa manifestazione è nata e continua nella sua missione. Per parlare della mostra centrale – Se questo è un uomo. L’arte ricorda. L’umanità resiste. Opere 1945-2025 – abbiamo dialogato con la sua curatrice Chiara Canali con la quale ci siamo intrattenuti sia sui concetti generali del Festival, sia sulle specifiche idee di questo significativo progetto espositivo:

Se questo è un uomo. L’arte ricorda. L’umanità resiste. Opere 1945-2025, veduta parziale della mostra, Palazzo del Governatore, Parma ph. Massimo Dall’Argine

Prima di approfondire i temi e i contenuti portanti della mostra “Se questo è un uomo”, ci riassumi brevemente i progetti della nuova edizione di PARMA 360?
La nuova edizione di PARMA 360 Festival della Creatività Contemporanea si sviluppa attorno al tema della Memoria, declinata attraverso una serie di mostre, installazioni e incontri che mettono in dialogo artisti contemporanei con grandi maestri della storia. Il Festival propone un percorso che attraversa diversi linguaggi espressivi, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura all’Olfactory Art, con l’obiettivo di stimolare una riflessione sulla memoria individuale e collettiva.
Oltre alla mostra Se questo è un uomo, che comprende una riflessione sulla memoria storica, il programma fa riferimento alla memoria proustiana, personale ed emozionale, che riemerge attraverso sensazioni, profumi e immagini impreviste. Tra le altre mostre, vi sono quella in occasione del centenario della nascita di Mario Giacomelli Questo ricordo lo vorrei raccontare, a cura di Katiuscia Biondi Giacomello, prodotta in collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli e con il Museo di Fotografia Contemporanea – Mufoco di Cinisello Balsamo (MI) alla Galleria San Ludovico; la mostra olfattiva di Francesca Casale Sensu Pianeti Olfattivi al Torrione Visconteo e la mostra di illustrazioni di Francesco Chiacchio, Manuele Fior, Andrea Serio ed Elisa Talentino,  Come un segno di memoria, a cura di Galleria Caracol presso il Laboratorio Aperto di San Paolo.
PARMA 360 si conferma così come un laboratorio di idee, capace di connettere passato e presente attraverso la forza evocativa dell’arte.

Perché avete scelto di concentrarvi sul tema Memorie? Che valore ha parlare di memoria rispetto alla condizione della nostra attualità presente?
La memoria è il fondamento della nostra identità e della nostra capacità di comprendere il presente. In un’epoca caratterizzata da una continua accelerazione e da una sovrabbondanza di informazioni, il rischio è quello di perdere il senso della storia e della responsabilità che essa comporta.
Parlare di memoria oggi significa riconoscere il valore della testimonianza, riflettere sulle esperienze del passato per evitare che si ripetano errori e ingiustizie. La memoria non è solo un archivio di eventi, ma un processo attivo che ci permette di costruire il futuro con maggiore consapevolezza.

Se questo è un uomo. L’arte ricorda. L’umanità resiste. Opere 1945-2025, veduta parziale della mostra, Palazzo del Governatore, Parma ph. Massimo Dall’Argine

Nella mostra “Se questo è un uomo”, il riferimento al superbo testo di Primo Levi è programmaticamente dichiarato, come avete lavorato – rileggendoli – sui suoi contenuti?
Il titolo della mostra è un omaggio esplicito a Primo Levi, il cui testo rappresenta una delle testimonianze più potenti della storia del Novecento. Ho voluto rileggere e riattualizzare i suoi contenuti attraverso il linguaggio dell’arte, creando un percorso espositivo che non si limita alla narrazione storica, ma che interroga il visitatore sulla condizione umana, sulla dignità e sulla memoria del dolore.
Le opere selezionate non illustrano semplicemente il tema della Guerra e della Shoah, ma ampliano la riflessione sulla fragilità dell’uomo, sulla sua capacità di resistere e sulla necessità di ricordare per non ripetere. L’arte diventa così un ponte tra passato e presente, un mezzo per rendere tangibile ciò che spesso rischia di essere dimenticato.

Mi dicevi che per te è importante l’impegno morale dell’arte, come può tradursi nell’esperienza vissuta dal pubblico e cosa deve permanere nella coscienza e nella consapevolezza di tutti?
L’arte ha il potere di educare, sensibilizzare e trasformare. Il suo impegno morale si traduce nella capacità di generare domande, di mettere in discussione certezze e di stimolare una riflessione profonda.
In questa mostra, l’esperienza del pubblico è pensata non solo come un percorso intellettuale ma anche come un viaggio emotivo ed emozionale, dove le opere non sono solo da osservare, ma da vivere. L’obiettivo è che ogni visitatore esca con una maggiore consapevolezza del valore della memoria e della responsabilità individuale nel preservarla.
Ciò che deve permanere è la capacità di riconoscere l’umanità nell’altro, di comprendere che la storia non è solo un racconto del passato, ma una lezione per il presente e il futuro.

Se questo è un uomo. L’arte ricorda. L’umanità resiste. Opere 1945-2025, veduta parziale della mostra, Palazzo del Governatore, Parma ph. Massimo Dall’Argine

Hai voluto articolare un percorso tra grandi maestri della storia e autori contemporanei, quali direttrici hai seguito per costruire e indirizzare il percorso espositivo e i suoi diversi temi?
Il percorso espositivo è stato costruito seguendo due direttrici principali: da un lato dialogo con il passato dove le opere dei grandi maestri storici (da Picasso a Bacon, da Moore a Guttuso, da Aldo Carpi ai protagonisti del Realismo Esistenziale, da Renzo Vespignani ad Alberto Sughi) offrono un riferimento imprescindibile per comprendere le radici della memoria; ci sono inoltre delle “allegorie” tra opere del presente e del passato per riflettere su alcune categorie che, dall’origine dei tempi, accompagnano e definiscono l’esperienza umana: la violenza, il potere, il male, la solitudine e il supplizio.
Nella seconda sezione gli artisti contemporanei reinterpretano questi temi con nuovi linguaggi e sensibilità, indagando il volto e la figura umana nel Novecento, sempre più spesso riflesso di un’“umanità dolente” . Dagli artisti della corrente della cosiddetta Nuova Figurazione Italiana fino ad autori delle ultime generazioni che si concentrano sul connubio tra uomo-animale e uomo-macchina e sui rischi in cui incorre l’umanità nel delegare ad altri il proprio giudizio e la propria volontà.

Quale analisi dell’uomo del passato risulta dalla narrazione espositiva e quali suggestioni per migliorare l’uomo di domani, quello che ciascuno dovrebbe essere nel perimetro della nostra collettività?
L’uomo del passato emerge dalla mostra come un essere fragile, capace di grandi gesti di resistenza ma anche di terribili atti di sopraffazione. La narrazione espositiva mette in luce questa dualità, mostrando come la storia sia fatta di scelte individuali e collettive che determinano il destino di intere generazioni.
Per l’uomo di domani, la mostra offre una suggestione di responsabilità: la memoria non deve essere solo un ricordo, ma un monito. L’arte ci invita a prendere coscienza del nostro ruolo nella società, a costruire un futuro basato sulla comprensione, sulla giustizia e sulla capacità di imparare dagli errori del passato, mantenendo sempre desta l’attenzione nei confronti dell’umanesimo.
Come già aveva affermato Primo Levi in un’intervista a Lucia Borgia del 1984, “Se questo è un uomo è una domanda tuttora valida perché l’Umanità è minacciata nel suo complesso, dai pericoli ben noti, e anche in ogni singolo, ognuno di noi deve lottare personalmente per mantenersi uomo”.

Se questo è un uomo. L’arte ricorda. L’umanità resiste. Opere 1945-2025, veduta parziale della mostra, Palazzo del Governatore, Parma ph. Massimo Dall’Argine

In generale – conoscendo bene la tua sensibilità – non penso sia solo una mostra che parla di dolore e sofferenza, ma rivendica il senso e il peso della loro memorie orientate a un finale lascito ereditario di grande speranza…
Assolutamente sì. La mostra non è solo un racconto di dolore, ma una riflessione sulla resistenza morale e culturale, sulla dignità e sulla speranza.
La memoria del dolore non deve essere paralizzante, ma generativa: deve servire a costruire un futuro migliore. L’arte, in questo senso, ha il compito di trasformare la sofferenza in consapevolezza, di dare voce a chi non l’ha avuta e di offrire strumenti per comprendere e agire.
Il lascito della mostra è un invito a non dimenticare, ma soprattutto a imparare e costruire, affinché la memoria diventi un motore di cambiamento e trasformazione, individuale e collettiva, e non solo un archivio del passato.

Se questo è un uomo. L’arte ricorda. L’umanità resiste. Opere 1945-2025
a cura di Chiara Canali
nell’ambito di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea IX Edizione. MEMORIE
a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo

12 aprile – 25 maggio 2025

Palazzo del Governatore
Piazza Garibaldi 19, Parma

Orari: da mercoledì a domenica 10.00-19.00; lunedì e martedì chiuso

PARMA 360 Festival della creatività contemporanea IX Edizione. MEMORIE
a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo

12 aprile – 25 maggio 2025

ALTRE MOSTRE:

Mario Giacomelli. Questo ricordo lo vorrei raccontare
a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli

Galleria San Ludovico
Borgo del Parmigianino 2/a, Parma

Orari: da mercoledì a domenica 11.00-20.00; lunedì e martedì chiuso

Francesca Casale Sensu. Pianeti olfattivi

Torrione Visconteo
Via dei Farnese 23, Parma

Orari: da mercoledì a domenica 11.00-20.00; lunedì e martedì chiuso

Come un segno di memoria. Illustrazioni di Francesco Chiacchio, Manuele Fior, Andrea Serio, Elisa Talentino
a cura di Galleria Caracol

Laboratorio Aperto del Complesso di San Paolo
Vicolo delle Asse 5, Parma

Orari: da mercoledì a domenica 10.00-13.00 e 15.00-19.00; lunedì e martedì chiuso
Biglietti Vivaticket intero €11,00; ridotto €9,00; il biglietto dà accesso a tutte le mostre del Festival (www.vivaticket.com)

Martina Lucidi. Rifugi

Edicola
Piazza della Steccata, Parma

Marco Circhirillo. Memorie dell’Ego
in collaborazione con Fabbrica Eos

Starhotels du Parc
Viale Piacenza, 12/C, Parma 

Orari: da lunedì a venerdì 11.00-20.00; sabato e domenica 12.00-20.00;
Ingresso gratuito

CIRCUITO OFF

Centro storico

Ingresso libero

Info: parma360festival@gmail.com
www.parma360festival.it

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