MORESCO (FM) | TOMAV | Fino al 15 giugno 2025
di VALERIA CARNEVALI
Lo spazio del Tomav, la torre eptagonale che porta in sé per sua natura una costante e necessaria sfida di allestimento, anche questa volta la supera con eleganza formale e densità di significato: ora si veste di metafora, dando vita a Flock, il gregge che si fa popolo, creatura collettiva dell’artista-architetta Deborah Napolitano (Salerno, 1973).
L’installazione è costituita da un nutrito numero di pecorelle sparse lungo tutto il percorso ascensionale, a partire da quelle nere del primo piano: la pecora nera non è una soltanto, come tradizione vuole, ma, pur presa ciascuna dalla sua posa solitaria, tutte insieme sono nettamente un gruppo; la fantasia prende la mano, e nel traslato pascolo a cui si accede rampa dopo rampa, i velli delle pecore assumono colori diversi, dando forma ad una riflessione che celebra la diversità come valore e l’indipendenza di pensiero che da tratto distintivo singolare si trasmette all’insieme, divenendo una ricchezza condivisa e un patrimonio che trasforma la massa in comunità.
Il progetto, a cura di Antonello Tolve, è lo sviluppo di una scultura che Napolitano propone nel 2017: una pecora nera dall’ironico titolo Autoritratto, in cui l’autrice parla della propria percezione di sé e lascia immaginare il racconto della sua vita, ma che al tempo stesso concede allo spettatore l’emozione di una sicura immedesimazione… Alzi la mano chi non si è mai sentito “pecora nera”.
Nascendo dall’opera sopra citata, la poesia che permea la torre può sembrare solo di tono lirico. La sensazione è assecondata nell’allestimento anche dalla colonna sonora in filodiffusione, la Toccata in La maggiore per arpa di Domenico Paradisi, associata dai più anziani ai paesaggi bucolici trasmessi dalla Rai degli esordi; la visione è leggera e pop, ma, ad una riflessione più profonda, diventa epos senza guerra, nella sua semplicità, perché non racconta l’ego, ma il sogno di una umanità in pace ed equilibrio.
Flock si apprezza anche da un punto di vista puramente estetico: la scelta di lavorare con lana naturale tinta di giallo ocra, blu o magenta, in un equilibrio cromatico misurato e piacevole, e di costruire plasticamente il muso e le zampe in fusioni di vari metalli o in modellazioni ceramiche, rendendo ogni esemplare un manufatto diverso e unico, fa della fruizione di questa opera composita un’esperienza valida ed appagante.
a cura di Antonello Tolve
Fino al 15 giugno 2025
Tomav – Torre Moresco Centro Arti Visive
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