Venerdì 14 maggio, negli spazi della galleria Dep Art di Milano, si inaugura Cieli e gravine, la personale di Natale Addamiano a cura di Flaminio Gualdoni, che presenta una quarantina di opere nuove ed inedite che il maestro ha realizzato tra il 2005 e il 2010. Noto a livello nazionale e internazionale, Addamiano (Bitetto 1943) è stato protagonista del dibattito artistico dagli anni ’60 ad oggi e docente di Pittura presso l’Accademia di Brera per trent’anni. Dalla mostra alla Dep Art emerge con forza la sua grande capacità di rinnovare costantemente una ricerca che rimane fedele ai temi e ai valori di una vita, in una continua evoluzione che rispecchia i moti dell’anima e della riflessione interiore, in un sicuro e personale muoversi tra ricerca, osservazione dal vero e legame con i grandi maestri del passato. I nuclei attorno a cui ruota l’esposizione sono i cieli e le gravine. Nella serie delle Gravine gli accenti crepuscolari traspaiono con forza nel lirismo e nel cromatismo che descrivono un intenso e viscerale rapporto con la natura che si traduce in un’osservazione emotiva di ogni minimo mutare di luce e colori attraverso le ore e le stagioni. La serie dei Notturni è, invece, dedicata a quella particolare condizione del cielo tra tramonto, imbrunire e buio che viene riletta in chiave emotiva e protende verso una fusione quasi panica e romantica con la natura. La mostra diviene, come scrive Gualdoni in catalogo, «una sorta di diario affettivo» che si snoda inscindibilmente tra vita vissuta, amore incessante per la terra d’origine e per la pittura.
Silvia Conta: La mostra propone opere recenti, dal 2005 al 2010. Sono lavori fortemente contemporanei e allo stesso tempo visceralmente radicati nelle tematiche di cui lei si occupa da sempre, come il paesaggio, la sua terra, le gravine, l’immensità dei cieli. Cosa rende questi elementi sempre vivi e attuali nella sua poetica?
Natale Addamiano: Quando si conquista un soggetto, grazie ai tanti incessanti studi sul motivo – vedi i grandi maestri: Matisse, Van Gogh, De Pisis, Gianquinto e molti altri (tutti pittori che hanno costruito il proprio lavoro grazie agli studi dal vero) – tutto si semplifica e si irrobustisce rendendo il percorso più creativo e solido.
Che ruolo ha il colore, spesso antinaturalistico?
Per chi ha dimestichezza con il reale, anche se antinaturalistico, il colore risponde sempre ad una costruzione di toni e di luci vicini al motivo iconografico prescelto.
Alcune opere del 2009 sono oli su sughero. Che potenzialità ha questo supporto rispetto alla sua poetica?
La materia e i supporti sono sempre stati vicini alle mie interpretazioni espressive, risultando indispensabili e funzionali per creare maggiori vibrazioni nel contrasto cromatico, arricchito da tocchi sempre decisi.
Lei ha insegnato per trent’anni a Brera, dal 1976 al 2006. È cambiato il rapporto tra gli artisti e l’arte in questi decenni? Se sì, come?
Nel 1968, appena approdato a Milano, la frequentazione degli artisti era sicuramente più continuativa e stimolante, mentre oggi si tende a dialogare sempre meno, a scapito di un fecondo scambio di idee. C’è un forte assenteismo nel frequentare sia le fiere che le esposizioni, ma anche tanto digiuno in merito a ciò che avviene intorno ai sistemi dell’arte (vedi mercato, gallerie, musei, critici, riviste e tutti gli operatori culturali che hanno dimenticato – e continuano a ignorare – quegli artisti che hanno fatto la storia e la cultura del nostro passato). Dell’insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Brera, il ricordo che conservo con piacere è l’ottimo rapporto con alcuni bravi studenti. Alle nuove generazioni manca però lo studio dei grandi maestri e delle immortali lezioni di pittura lasciateci in eredità. Sì, è vero, non è facile avvicinarsi ai grandi del passato, ma secondo me è questo il vero ed inestimabile tesoro per un giovane artista.
La mostra in breve:
Natale Addamiano. Cieli e gravine
a cura di Flaminio Gualdoni
Dep Art
via Mario Giuriati 9, Milano
Info: +39 02 36535620
www.depart.it
Inaugurazione venerdì 14 maggio 2010 ore 18.00
14 maggio – 3 luglio 2010
In alto da sinistra:
Incanto serale, 2010, olio su tela, cm 60×80
La gravina, 2010, olio su tela, cm 80×60