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MILANO | Galleria Giovanni Bonelli | Fino al 30 novembre 2024

di MATTEO GALBIATI

Non è una disposizione casuale – del resto nulla è mai casuale, nemmeno il gesto imprevedibile delle sue stesure multicromatiche dipende integralmente dal caso poiché il peso di intelletto e di poesia intercorre sempre a “calibrare” il senso di un colore indissolubilmente legato alla vita – quella che Massimo Kaufmann (1963) ha voluto per la grande installazione Tavola periodica degli elementi (2024), epicentro della straordinaria (attributo il cui uso centelliniamo sempre nelle valutazioni critiche) personale Meteoropatia, in corso presso la Galleria Giovanni Bonelli a Milano.

Meteoropatia. Massimo Kaufmann, veduta parziale della mostra, Galleria Giovanni Bonelli, Milano

Ogni singolo elemento in vetro, supporto inusuale per la pittura ad olio e che potrebbe rimandare anche ai vetrini da laboratorio con cui si osservano e indagano le materie al microscopio alla ricerca dell’invisibile struttura di ogni cosa, si colloca, infatti, nella posizione esatta della distribuzione degli elementi, così come avviene nella tavola perioda degli elementi chimici, che dispone e ordina gli atomi in base al loro numero atomico. Kaufmann, che con le intonazioni del colore sembra riferirsi proprio agli elementi chimici che interpreta; con questo affascinante lavoro prosegue nel suo tentativo di raggiungere un ordine al caos del visibile, impiegando la pittura come il referente più consono per attuare questo impegno-missione. Sappiamo bene come ogni suo ciclo di lavori si prodighi a sollecitare le diverse e infinite possibilità di quell’intonazione astratta, aniconica, con accenti analitici, che si rileva dalla sua coerente ricerca. Immagini pittoriche che nel silenzio della loro riflessione misteriosa cercano risposte, affermano verità, toccano aspetti espressi da pareri e asserzioni differenti.

Meteoropatia. Massimo Kaufmann, veduta parziale della mostra, Galleria Giovanni Bonelli, Milano

Il grande spazio della Galleria Giovanni Bonelli vive di una mostra di grande impatto, più intellettuale che non solo visivo, più intimamente esperienziale che non unicamente estetico nell’intonazione: da vero maestro Massimo Kaufmann, con la vibrazione continua del dis-ordine del suo atto pittorico tradotto nelle opere, porta lo spettatore a compiere un viaggio che si addentra nelle profondità del visibile, toccando quell’impronunciabile confine tra immagine, verità e pensiero.
Ci riempie e ci sazia lo sguardo questo percorso organico di opere le quali, fitte ma mai troppe, forti ma mai oltremisura esuberanti, appartenenti a tipologie e cicli diversi, svolgono un racconto, un’esperienza, una prova cui noi, individualmente, non possiamo sottrarci. Non possiamo nemmeno rinunciare a sentire il suo magistrale colore, ci sentiamo, infatti, sollecitati nel leggere, nel vivere, nel tentare tutti i propositi determinati dall’artista.

Meteoropatia. Massimo Kaufmann, veduta parziale della mostra, Galleria Giovanni Bonelli, Milano

Kaufmann irradia la forza di un colore quasi enfatizzando il suggerimento piegato al minimo di kandinskyana memoria che eleggeva il punto, la linea e la superficie a elementi esclusivi per ogni possibile narrazione liberata dal simulare la realtà. L’artista qui coglie una realtà parallela, la ricerca con la riformulazione, la ripetizione, l’alterazione, il compromesso, la stratificazione, di qualcosa di già dato e individua piccoli scostamenti per tentare un’alfabetizzazione, una scrittura delle densità di cromatismi mobili e instabili, in costante fermento pulsivo.
La pittura diventa trama, è una texture in cui le dinamiche della pittura stessa sconfinano in una nuova letteratura, in cui la consistenza dei colori e delle loro sfumature è esito di una chimica dell’inafferrabile, oltre la fisica scientifica, codice inedito di cui Kaufmann stabilisce la nuova sintassi.
Sostenendosi nella trasparenza o nella stratificazione il colore che ci colpisce, senza collocarsi nel contorno di una figura certa, esplode di un’energia che fa bene al fisico e alla psiche, guarendoci da quella “meteoropatia”, male dei tempi correnti, che l’artista ha voluto sottolineare nel suo titolo.

Massimo Kaufmann. Meteoropatia

24 ottobre – 30 novembre 2024

Galleria Giovanni Bonelli
Via L. P. Lambertenghi 6, Milano

Orari: da lunedì a venerdì 11.00-19.00

Info: +39 02 87246945
info@galleriagiovannibonelli.it
www.galleriagiovannibonelli.com

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