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MILANO | Galleria Gruppo Credito Valtellinese | 31 maggio – 29 giugno 2013

di MATTEO GALBIATI

Al pubblico resta ancora una settimana di tempo per poter ammirare la prima mostra retrospettiva che documenta, a Milano, con ampiezza ed eterogeneità, il complesso e articolato lavoro di ricerca di Dadamaino. Tenace nel temperamento e forte nel carattere, Emilia Eduarda Maino (1930-2004) – questo il suo nome completo – ma da tutti conosciuta semplicemente come Dadamaino, ha mosso i suoi primi passi nel prolifico ambiente milanese degli Anni ’50, ambiente in cui dominava da maestro Lucio Fontana che fu per lei, come per la nuova e giovane generazione di artisti, una guida e un punto di riferimento irrinunciabili. Dadamaino parte proprio dal lavoro di Fontana e si accosta poi agli ambienti di Azimut, in dialogo con Manzoni e Castellani, e successivamente il suo lavoro piega ad una connotazione più ottico-cinetica ed infine, dopo aver analizzato la superficie, il colore, il segno, il suo interesse si focalizza su una scrittura speciale e sensibile, approdando ad un linguaggio forgiato da un tratto peculiarissimo. Un linguaggio mentale e concettuale, tanto poetico quanto personale. Sono gli anni de Gli Alfabeti della mente, de Le costellazioni, de Il movimento delle cose per citare alcune tra le sue serie più conosciute e riconoscibili.



Questa mostra diventa un primo importante saggio critico che approfondisce il viaggio umano, artistico e intellettuale di una donna, e un’artista, che ha caparbiamente e coerentemente seguito la linea della propria riflessione, attraversando fasi e momenti tanto diversi tra loro ma che, nell’insieme, restituiscono l’organicità e la coerenza del suo sguardo attento e acuto, frutto di un fare e concepire l’arte che era innanzitutto evidenza di una concentrazione e una sensibilità filosofica profonda. Sarebbe sbagliato inquadrare l’esperienza di questa artista esclusivamente in seno all’arte italiana contemporanea, perché la sua ricerca ha avuto eco e risonanza a livello internazionale. Un personaggio tutto da ri-scoprire, soprattutto per il grande pubblico che spesso, pensando in modo scontato al suo linguaggio astratto, ne resta poi, al contrario, immediatamente attratto, conquistato ed affascinato. Per questo la mostra presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese non deve essere mancata.



Segnaliamo, tra tutti i capolavori attentamente selezionati tra le sue diverse stagioni produttive, una superlativa ed imponente realizzazione – inedita per il pubblico – appartenente alla serie Il movimento delle cose, che si svolge su una superficie di una trentina di metri di lunghezza.
Va segnalato anche il catalogo che, oltre al consueto repertorio delle opere in mostra, raccoglie foto e materiali d’epoca e i tre intensi saggi critici di Elena Pontiggia, Flaminio Gualdoni e Stefano Cortina. La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione con l’Archivio Opera Dadamaino, cui auguriamo buon lavoro nell’attività di ricerca, catalogazione, riordino e studio delle opere dell’artista milanese in vista della futura pubblicazione del catalogo generale.

Dadamaino (1930 – 2004)
a cura di Flaminio Gualdoni e Stefano Cortina
testi critici di Elena Pontiggia, Flaminio Gualdoni e Stefano Cortina

31 maggio – 29 giugno 2013

Galleria Gruppo Credito Valtellinese
Corso Magenta 59, Milano

Orari: martedì-sabato 15.30-19.00; chiuso domenica e lunedì
Ingresso libero

Info: +39 02 48008015
www.creval.it

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